9 - L'Artista

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“Ci culla” disse dopo aver bevuto qualche sorso d’acqua “Ci dondola in quella nostra dormiveglia”

Si spostò sul bordo del palco e si mise a sedere con le gambe penzoloni

“Ci accarezza prima di andare a letto, ci nasconde il sole e ci mostra le stelle.

“Veste sempre di nero, una donna di una bellezza infinita la Notte”

Fece passare qualche istante osservando le persone

“La Notte è l’inizio di una vita tra le tenebre della città, per gli insonni, per gli amanti dell’ignoto.

“La Notte è lì per loro”

***

L

e si gelava il fiato ogni volta che lo esalava.

Si creava una nebbiolina davanti la faccia, le si appannavano gli occhiali, la sciarpa le teneva caldo il collo, per non rischiare di ammalarsi.

Faceva freddo ma lei doveva farlo quella sera, proprio quella sera.

Prese il giubbotto e si tirò su la cerniera fino alla bocca, si coprì con la sciarpa di lana trovata ad un mercatino, infilò il cappello e si nascose in quella massa di calore che la ricopriva.

Con una valigetta nella mano sinistra e la torcia nella mano destra uscì di casa salutando i genitori che incuriositi la seguirono con lo sguardo dalla finestra

“Chissà che cosa andrà a disegnare stasera” disse il padre

“Di sicuro qualcosa di fantastico” rispose la madre tornando ad asciugare i piatti con un sorriso soddisfatto.

Scese le scale di casa, uscì in strada, si guardò intorno, prima a destra, poi a sinistra.

Si scaldò le mani e riprese a camminare, aveva una sola strada davanti a lei, ma lei fatti una ventina di passi svoltò a sinistra, prese una traversa, fino a passare per altre strade, sempre più strette.

Ad ogni passo sentiva che il calore della sua protezione andava e veniva, si scaldava le mani, si mise la valigetta sotto l’ascella e legò al polso la torcia, così da infilare le mani nelle tasche.

Aveva fatto il giro del vicinato, aveva camminato per qualche minuto fino ad arrivare poco più distante da casa sua, proprio nella via che si vede sotto la finestra di camera sua.

C’era un giardino dove i genitori portavano i bambini a giocare quando il sole splendeva alto, alcuni ragazzi si erano ritrovati ai tavolini lì vicino, una coppia stava poco lontano da lei, seduti sua panchina in mezzo al verde.

Si mise a sedere su un’altra panchina, aprì la valigetta e ne tirò fuori un quaderno e delle matite, mise la torcia accanto a lei, c’era un lampione lì vicino e non ce ne sarebbe stato bisogno.

Sfogliò il blocco fino a trovare una pagina vuota e la stese sulla valigetta, fece un bel respiro e iniziò a disegnare.

Erano passi stanchi, si sentiva il rumore di pantaloni che strusciavano fra di loro, le scarpe si trasportavano di malavoglia sull’asfalto, un odore pesante le arrivò al naso, dei colpi di tosse la fecero voltare.

Un uomo le si era seduto accanto, portava un gran cappotto nero, i pantaloni del vestito dovevano essere molto leggeri per il freddo di quella sera, si scaldava le mani mentre la sigaretta gli si accorciava in bocca.

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