4 - Il Suicida

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"Tristezza ogni tanto si mette d'accordo con Disgrazia"

L'uomo scosse il capo, come rassegnato.

"Fanno il loro lavoro, non gli posso dire niente, si aiutano a vicenda ed in fondo, è una bel lavoro di squadra"

Un colpo di tosse dal pubblico.

"Solo che" fece una pausa schiarendosi la voce "Ciò che ne viene fuori mi rivolta lo stomaco" 

Alzò le spalle e intreccio nuovamente le braccia

"Io però posso solo osservare il loro operato"

***

Il fumo si trasformava dalla punta della sigaretta.

L'uomo non la fumava.

La osservava, aveva sempre odiato fumare, l'odore era nauseabondo.

Rifiutava il solo tentare, ma quel giorno, su quel tetto, se ne accese una.

Era andato in una tabaccheria, ne aveva chiesto un pacchetto al commesso

"Che marca?" chiese gentile il tabaccaio

"Una qualsiasi, faccia lei" disse l'uomo

Lentamente il fumo si alzava, libero e destinato ad esserlo per sempre.

Si muoveva, danzava, dalla sigaretta usciva allegro, si muoveva senza contegno, un drago si creava, si sfaceva e si librava alto.

Si era tolto le scarpe, stava lasciando dondolare le gambe dal tetto, teneva la sigaretta con l'indice e il pollice, ogni tanto la osservava, si divertiva ad annotare le forme

"Si è mai chiesta perché il fumo va su, e non giù?"

L'uomo parlò alla donna dietro di lui, era lì ormai da un paio di minuti

"No, non l'ho mai fatto, lei si?"

"Molte volte"

"Ha una risposta?"

"La risposta la sa pure lei, è una delle innumerevoli regole della Fisica e tutta quella roba lì" disse l'uomo

"Ha un'altra risposta, tutta sua?"

La donna chiese mettendosi le mani in tasca

"Lo chiede solo per farmi parlare, non è vero?" disse l'uomo "Ma le rispondo comunque, no non ce l'ho"

"Perché non scendiamo da qui e ne parliamo davanti a una tazza di tè?"

La donna gli sorrise

"La tazza di tè me la servirà un'infermiera in un ospedale psichiatrico se scendo" disse l'uomo posando la sigaretta sul cornicione "Preferisco rimanere qui"

La ragazza fece un passo vicino all'uomo, altri tre o quattro passi e sarebbe arrivata al cornicione, un altro passo e avrebbe sentito l'aria sfiorarle i capelli.

Solo per diciassette piani, poi l'asfalto.

L'uomo non fece nulla per impedirglielo, se ne stava a guardare giù, alcune persone si erano radunate sotto al palazzo, dei pompieri stavano già preparando il telo, con le pompe stavano gonfiando il grande tappeto salva-suicida.

Salutò con la mano, ma nessuno gli rispose, si immaginava le persone che l'osservavano con le mani sopra gli occhi, per pararsi dal sole che quel giorno risplendeva alto.

L'uomo si allentò la cravatta, osservò la valigetta, l'aveva poggiata lì, sul muretto che separava il tetto dal baratro. Non sapeva che farsene, aveva lasciato le dimissioni sulla scrivania del suo principale. Ormai era libero di fare quello che più gli importava.

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