5 - La Strega

3 1 0
                                    

"Si infiltra" disse ad un tratto, poco dopo aver finito di raccontare

"Si insinua" disse "State a sentire"

E tutti nella stanza si zittirono per capire cosa volesse sentire.

"Questo" parlò a voce bassissima l'uomo "Questo mie cari, si chiama Silenzio"

Finì la frase urlando l'ultima parola.

Alcuni si spaventarono, altri fecero un saltello sulla sedia.

"Ma cosa urli?" gli chiese una voce dal pubblico "Rilassati e goditi il momento"

L'uomo si diresse verso colui che aveva parlato a passo svelto, si strinsero la mano, e la voce, proveniente da un sinistro uomo ben vestito, tornò a sedersi.

Le persone lo osservarono per qualche istante, se ne stava lì, a leggere un libro dalla copertina rosso cremisi, in mezzo al pubblico.

Era irritato.

"Vi presento Silenzio, signori e signore" disse l'uomo sfregandosi le mani "Un uomo assai strano, ma con storie davvero interessanti"

Uno strano sorriso gli si materializzò sulla faccia, tipo quello che viene a qualcuno quando ha una buona storia da raccontarti.

Mi pareva di averglielo già visto fare.

***

Pioveva ormai da qualche giorno, le nuvole, cariche e ingombranti, nere, scure, che sorvolavano la città, portavano malumore nelle persone, facevano tirar fuori gli ombrelli ai passanti e distruggevano piani studiati in precedenza.

Scendeva una ragazza dal treno, il suono delle porte che si aprivano rimbombava incessante nella sua testa, scese il gradino e lasciò il segnale acustico ai suoi viaggi.

Uscì dalla stazione, le persone camminavano velocemente, con gli ombrelli tutti colorati sopra le proprie teste, le macchine sfrecciavano, non curanti del mal tempo.

Aprì il suo, con uno scatto veloce, si guardò attorno e riprese a camminare.

Era diretta all'università, doveva camminare qualche minuto e un pensiero si stava formando nella sua testa, controllò l'orologio, non era in ritardo ma era stretta nei tempi.

Stava per alzare lo sguardo dal polso quando si sentì urtare alla spalla sinistra, si voltò per vedere contro chi fosse andata a scontrarsi, ma il suo sguardo incontrò un paio di occhi castani.

"Scusa" disse il ragazzo "Tutto ok?"

Il ragazzo le poggio una mano sulla spalla

Lei fece mezzo sorriso e annuì, strinse a se la borsa e proseguì per la sua strada.

Era schiva, passava in mezzo alle persone, ora era in ritardo, la folla che usciva dalla stazione era enorme, alcune volte era impenetrabile e doveva aspettare che si sfoltisse.

 ***

Posò la borsa sul banco, era bagnata ma l'acqua si era fermata soltanto al bagaglio.

Tirò un sospiro di sollievo ed incominciò a svuotarla.

Controllò tutto due volte, niente di sciupato, niente di bagnato, ricompose la borsa e lasciò fuori tutto lo stretto necessario, stava per iniziare la lezione ed il professore stava già pulendo le lavagne.

 ***

Passò lentamente l'ora di lezione, era tempo di fare una pausa, infilò le sue cosa nella borsa, uscì dalla classe e salì le scale che si trovò di fronte, salì due rampe fino ad arrivare al secondo piano.

NuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora