Capitolo Diciassette

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Harry sa aspettare.

Ha aspettato per anni, in piedi agli uffici, per prendere il sussidio statale; ha aspettato la coda al centro per i vestiti di seconda mano, ha fatto file e file per i suoi provini e per i libri usati di scuola, per i lavori che voleva provare a fare ad otto anni, prima di essere preso da Jo al supermarket. Ha fatto decine e decine di code ai centri di raccolta, dagli assistenti sociali di cui ogni anno aveva paura, file persino per le visite dal medico quando passava nelle mense a regalare consulti regolari. Insomma, si è fatto il callo, ed è paziente.

Per questo, anche se si sveglia per primo, non ci pensa a svegliare Louis, nonostante il quantitativo di domande, e si gira tra le sue braccia per riflettere, lasciando che l'altro affondi il naso nella sua spalla. Harry sorride al pensiero di essersi svegliato con il suo viso a qualche centimetro, e al fatto che sente le sue braccia stringergli il corpo con tocchi leggeri, il respiro che gli arruffa la nuca. Sente un dolore familiare ai muscoli, il ricordo dei denti e dei lividi, i tendini ancora accaldati, e nasconde un sorriso stupido nel cuscino mentre, alle sue spalle, c'è un borbottio. Un pollice si muove appena sul suo stomaco.

Louis prova qualcosa per lui. Qualsiasi cosa. E sono stati a letto insieme per questo preciso motivo, perché sentono qualcosa l'uno per l'altro e okay, non sa se il quantitativo che porta lui sia lo stesso che si trascina dietro Louis, ma non fa niente. Si sono detti che dietro c'è qualcosa di vero, che possono costruire qualcosa, e anche se è stato un discorso sommario sa che sarà la loro prima intenzione dopo una colazione e una doccia. Quindi, non preme perché Louis si svegli, si districa dolcemente da lui, lasciandogli un bacio sulla tempia, e senza nemmeno raccogliere i boxer da terra va a sciacquarsi il viso. Quando ritorna, sperando di ritrovare un po' di calore, Louis è seduto e fissa fuori, la guancia poggiata alla mano, che si fa da sostegno sul ginocchio piegato. Le pupille scorrono sulla mattina oltre la finestra mentre con l'altra mano si sfrega uno dei succhiotti, muovendo le dita sulla clavicola. Probabilmente Harry ha un debole per quel punto.

''Ehi'' dice a bassa voce, e Louis alza piano la testa e sorride nel vederlo incidere verso di lui, sedersi davanti al suo grembo e fare un piccolo sorriso. Il maggiore lo attira per la nuca e lo bacia, piano, con una nuova sicurezza, prima di sorridere ancora di più. Il cuore di Harry si gonfia, riempiendo le sue ossa, nel vedere nei suoi occhi acque tranquille, senza tristezza, solo una calma solida che gli stringe lo stomaco di piacere. Louis rimane ad accarezzargli la guancia con dolcezza mentre domanda a bassa voce: ''Tu provi... Provi davvero qualcosa per me?''

''Ieri è stata la notte migliore della ma vita'' risponde senza esitare, piegandosi contro il suo palmo. Louis fa un piccolo sorriso orgoglioso nell'osservarlo. ''Perché sei così stupito che possa provare qualcosa per te?''

Louis muove piano le dita contro la sua pelle ''Perché tu sei... Tu. Capirei nel vedere il primo che passa attirarti più di me, e solo pensare che senti quello che sento io è...Destabilizzante? Non lo so. So solo che tu potresti guardare chiunque come guardi me e io non so nemmeno se merito una cosa del genere.''

L'ha detto a bassa voce, accettando le carezze sul braccio proteso con un piccolo sospiro, mentre Harry fa una minuscola risata che è più uno sbuffo. ''Credimi quando ti dico che la mia testa è totalmente occupata da te da un bel po'.''

''Davvero?'' domanda, sgranando gli occhi e arrossendo appena, ed Harry sente questi boccioli nascergli nello stomaco mentre la tarda mattina ammicca alle lenzuola sfatte e Louis, Louis che prova e vuole e crede, sorride sempre di più alle sue parole, gli occhi puliti. Si può piangere di gioia senza risultare ridicoli? Perché Harry ha appena perso due chili di paranoie.

''Davvero. Non hai idea quanto mi sia consumato sul pensiero di quello che provavi tu, Bovary. Se era una cosa fisica o un bisogno o se potevo sperare di averti conquistato in qualche modo... Ci pensavo continuamente. Sono abbastanza imbarazzante.''

Loving You Is The Antidote ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora