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𝗘𝗥𝗔 𝗨𝗡 𝗧𝗜𝗣𝗢 𝗢𝗦𝗧𝗜𝗡𝗔𝗧𝗢 Shinichiro. Miyako l'aveva capito dall'inizio, ma ora, che erano passati cinque giorni in cui il ragazzo in persona si era appostato di fronte casa sua - di sicuro era stato Kazu a dirgli il suo indirizzo - per farle incontrare i suoi fratelli, aveva capito che era ostinato a livello patologico.
La verità era che Shin le aveva parlato della sua famiglia e aveva detto che sarebbe andata sicuramente d'accordo con i suoi fratelli più piccoli, pur essendo lei più grande. Miyako si era rifiutata, aveva provato a rimandare, ma Shin era un osso duro. Forse era per questo che gli altri lo seguivano in quel modo. Anche lei al loro posto avrebbe ceduto.
Be', non aveva intenzione di cedere. Avrebbe potuto anche pregarla in ginocchio, avrebbe comunque detto di no. Non aveva nulla contro i suoi fratelli, non li conosceva, non gliene importava nulla.
Aveva però uno strano presentimento a riguardo, se aveva avuto quella reazione incontrando Shin, non voleva pensare a cosa avrebbe provato incontrando loro.
E poi non capiva, aveva già i gemelli e Kazu a cui badare, perché volevano aumentarle il carico di compiti? Non lo vedevano che pur avendo otto anni, la sua faccia già ne mostrava quaranta per lo stress? Forse in parte era anche colpa sua. Quando aveva detto a lei e Kazu che suo fratello prendeva lezioni di karatè al dojo del nonno ai due gli si erano illuminati gli occhi per l'interesse. Shin gli aveva addirittura offerto di portare anche loro a frequentare il dojo. Kazu aveva risposto dicendo che era apposto ma che era curioso di vedere, sorprendendo Miyako. Che Kazu si aspettasse di vedere sangue e ossa rotte? Era probabile. Era rimasta ancora più sorpresa quando quest'ultimo aveva detto che voleva andarci insieme a Miyako.
Aveva capito che facendo così avrebbe messo Miyako in una posizione scomoda. Forse era il caso di avere una conversazione profonda con Kazu. Cavolo se gliene avrebbe suonate di santa ragione. O almeno, nella sua testa ci sarebbe riuscita sicuramente.
Guardandolo dalla finestra di camera sua, mentre cercava di far capire a una signora di passaggio che non fosse un malintenzionato, provava un po' di pena. Non si aspettava di vederlo così insistente, ci teneva così tanto a portarla lì? Solo per farle conoscere i suoi fratelli. Anche Wakasa le aveva detto quando Shin volesse farglieli incontrare, sicuro che ci sarebbe andata d'accordo, specie con suo fratello minore. Le aveva detto che lui e Miyako avevano la stessa natura calma a primo impatto. E poi avevano lo stesso amore smisurato per i dolci, specie quelli fatti in casa.
Okay, forse non sembrava poi così tanto male, ma ciò non toglieva che era davvero decisa al non incontrarli. Finora era andato tutto bene, ma Shin le aveva scombussolato tutte le sue convinzioni, i suoi pensieri e le sue certezze. Era sicura che sarebbe successa la stessa cosa incontrando loro e lei non era pronta.
Tutto quel suo delirante monologo interiore senza fine e senza senso fu interrotto dalla figura di sua nonna che faceva capolino dalla soglia della porta di camera sua, mentre un sorriso gentile le adornava i tratti stanchi ma pur sempre femminili. «Miyako, c'è quel giovane dell'altra volta, su, non farlo aspettare» Sì, la nonna aveva conosciuto Shin, pur se per pochi secondi fortunatamente. A suo dire, seppur la capigliatura buffa - che le ricordava i tempi in cui c'era stato l'inizio della delinquenza che ormai caratterizzava il Paese - le era sembrato un giovane dall'animo gentile e nobile. Le veniva da ridere, Shin faceva quell'impressione a tutti coloro che lo incontravano. Forse era la sua personalità estroversa, forse la sua aura - gliene aveva parlato una volta Kazu - o forse era il suo comportamento.
Si diresse verso la porta d'ingresso, per poco non scoppiò a ridere, la sua però sarebbe stata una risata stanca e maniacale. Quasi ossessiva. Non li conosceva, ma poteva capirlo guardandoli, emettevano la stessa aura di Shin.
Seriamente?
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Author's note: Oh myyyy, mille letture!!! Grazie mille!