Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
[vi avverto, per chi seguisse l'anime solamente o per chi non è arrivato a questo punto nel manga, che c'è uno spoiler più avanti, cercherò di non essere troppo esplicita per non dovervi costringere a saltare il capitolo]
𝗠𝗜𝗬𝗔𝗞𝗢 𝗡𝗢𝗡 𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗔 𝗕𝗘𝗡𝗘 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗢𝗥𝗧𝗔𝗥𝗦𝗜, non sapeva nemmeno se doveva fare qualcosa.
Non sapeva come consolare, né si ricordava di essere mai stata brava nel farlo. Di certo non sapeva consolare una bambina. Non aveva ancora capito come ci era finita esattamente in quella situazione, sapeva solo che era successo. E sinceramente avrebbe voluto tornare indietro e ignorarla.
Ma ormai era inutile piangerci sopra, anche perché ne bastava già una di persona a piangere.
Si guardò intorno, come per trovare qualcosa per farla smettere, finché lo vide. Il suo scivolo. Tornò brevemente a guardare la bambina, i suoi capelli chiari che sembravano scintillare sotto la luce. Le prese la mano, attirando la sua attenzione.
Beh, almeno per ora aveva smesso di piagnucolare.
La trascinò verso la sua meta, facendola poi sedere su di esso. Ora la fissava con confusione. "Lo scivolo mi aiuta a rilassarmi, di solito mi sdraio e guardo il cielo. Pensavo che forse avrebbe aiutato anche te" L'altra non disse nulla, le lacrime ancora agli angoli dei suoi occhi.
Era un buon segno?
In teoria aveva smesso, guardò lo scivolo, apprezzandone il potere che aveva per riuscire a far smettere i bambini di piangere. Forse poteva usare quel metodo anche con i gemelli, più col minore.
Forse Mori l'avrebbe presa a calci se l'avesse sentita. Le andava bene, tanto aveva Kazu a difenderl-
Come non detto, si sarebbe messo a ridere e si sarebbe gustato quella scena alquanto comica per lui, tragica per Miyako.
Comica era anche la situazione in cui si trovava ora, un'undicenne che non sapeva consolare una bambina di quanto? Otto anni?
Forse Emma ci sarebbe riuscita, le sembrava che avessero la stessa età. Di sicuro, avrebbe fatto un lavoro migliore di Miyako.
Forse era il caso di portarla dalla famiglia Sano, loro forse sapevano come fare. Si girò verso la direzione che doveva prendere ma la bambina le prese la manica.
"... non andare" la sentì mormorare appena.
Nella testa di Miyako vi era il caos più assoluto, nonostante da fuori non si notasse nulla.
Annuì solamente, facendo rilassare la bambina. Poi si ricordò, Shinichiro lo faceva sempre quando vedeva dei bambini piangere. (maggior parte di loro piangeva vedendo Benkei)
Lentamente, come ad assicurarsi che andasse bene, le mise una mano sopra la testa e le accarezzò i capelli. L'altra rimase ferma ma non sembrava infastidita, più sorpresa per il gesto. Bene, ora il secondo punto era: distrarla con una breve conversazione.
Merda, lei non sapeva nulla di quelle cose.
"Uhm... io sono Miyako, tu come ti chiami?"
Cercò di abbozzare un sorriso, sembrava quello di un ubriaco.
Dio, se Kazu l'avesse vista sarebbe scoppiato a ridere, raccontandolo a Manjiro e Kei. Il primo l'avrebbe presa per il culo, l'altro - praticamente la copia in miniatura di Kazu, come se non bastasse avere un pazzo come amico, ora ne aveva due - gliel'avrebbe ricordato a vita.
Lei la guardò un attimo, per poi rispondere.
"... mi chiamo Senju"
Cosa doveva rispondere ora..? Doveva rispondere, poi?
Si guardò intorno, concentrandosi in seguito su di lei. La vide quasi sussultare, quando i suoi occhi si posarono sulla sua figura minuta.
"... è un bel nome, mi piace" borbottò.
Un lieve rossore si formò sulle sue guance, era così imbarazzata, diamine. Notò che anche Senju si era imbarazzata, forse per il complimento improvviso. Si creò un'atmosfera di disagio, Miyako voleva prendersi a schiaffi.
Ma prima che potesse dire qualcosa per riparare il danno, questa parlò.
"...il tuo nome... mi piace"
Rimasero entrambe in silenzio.
Miyako capì una cosa da tutto ciò: faceva schifo a relazionarsi con gli altri, più di quanto pensasse.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.