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La luce che passava attraverso le finestre segnó l'inizio di un nuovo giorno, dove purtroppo, non ci sarebbe stata nessun tipo di fuga.
Aveva già rischiato grosso la sera precedente, pensò fosse meglio fare il bravo.
Si preparò e scese in cucina, cosa al quanto insolita per lui dato che la mattina di rifiutava sempre di entrare nell'unico luogo dove era certo trovare i suoi genitori a quell'ora.
Spero tu ti degna di venire in cucina a mangiare oggi, non come ieri sera (sei pregato di non fare tanto rumore quando vomiti), se così fosse scoprirai che io e tuo padre siamo partiti sta mattina preso per lavoro. Torneremo tra circa una settimana. Non mettere in disordine la casa.
Buona giornata anche a voi.
Rimase sbalordito, per la prima volta avevano avvisato di una loro partenza.
Jungkook subito pensò fosse stato il destino a farlo scendere in cucina.
La giornata non poteva cominciare meglio e perciò, ignorando le parole della madre, si chiese se anche oggi avrebbe potuto fare uno strappo alla regola.Svuotò il suo zaino dai libri e quaderni pesanti e al loro posto mise una bottiglia d'acqua, un panino preparato poco prima, che sperò potesse mangiare, una felpa e il suo libro.
Fece la stessa strada del giorno precedente, pagò il biglietto e salì sul treno con le cuffiette all'orecchio non facendo caso alla canzone che gli accarezzava le orecchie.
Qualche fermata dopo salì sul mezzo un ragazzo che, casualmente, prese il posto di fronte al suo.
«Va a Seoul questo treno?» Domandò dopo un po' di minuti passati nel silenzio più totale.
È salito sul treno senza sapere se fermasse dove voleva andare? Pensò stranito Jungkook che si limitò ad annuire.
«Oh grazie» si inchinò facendo sentire a disagio l'altro. Sembrava giovane, avrebbero avuto più o meno la stessa età, c'era bisogno di tanta formalità?
«Comunque sono Namjoon, piacere» si presentò lo - non più ormai -sconosciuto.
«Io sono Jungkook»Quest'ultimo prese il telefono e fece per entrare su un social a caso, per non cadere nell'imbarazzo totale con la persona seduta di fronte a lui.
Non era il tipo - ovviamente - che passava i suoi pomeriggi a contare di quanto era salito il suo numero di follower, o che passava ore a decidere la foto da postare in un'ora precisa della giornata.
Ma si accorse che c'erano molte persone che, scoprendo la sua identità, lo supportavano con dei piccoli messaggi di incoraggiamento, che Jungkook provava ad ignorare.L'imbarazzo era per certo l'emozione più odiata. Imbarazzarsi con il ragazzo di cui si è innamorati, imbarazzarsi con i genitori per parlare di certi argomenti, e lo stesso con gli amici, gli insegnanti, gli sconosciuti.
E ora era proprio imbarazzato di fronte la persona che aveva davanti.
«Come mai vai a Seoul? Sei di lì?» Chiese nuovamente. Jungkook prese qualche respiro prima di rispondere, non voleva affatto sostenere una conversazione in quel momento, ma allo stesso tempo non voleva dimostrarsi maleducato, o ancora peggio scorbutico con un ragazzo che non aveva mai visto.
«Veramente no, mi piace solo tanto come città e appena ne ho la possibilità ci vado» mentì spudoratamente.
Era una realtà che avrebbe voluto davvero vivere...
Andare via ogni volta che ne aveva possibilità.L'altro annuì come rapito dall'unica frase che era riuscito a mettere insieme Jungkook.
Non si parlarono più durante il resto del viaggio, non scoprendo così di molte cose che avevano in comune . Come per esempio la città di provenienza, o il fidanzato dell'uno anche "amico" dell'altro.
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ᵘⁿᵈᵉᵃᵈ ʰʸᵇʳⁱᵈ † 𝖙𝖆𝖊𝖐𝖔𝖔𝖐
Fanfictionᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ In un mondo dove nessuno abbassa la testa di fronte al rischio, in un mondo dove vampiri e alfa dopo una lunga guerra riescono a vivere in simbiosi senza avere paura l'uno dall'altro. Jungkook, unico ibrido della Corea del Sud, pur venendo d...