☪ 08 - 𝑺𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒐

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Kimi allarmato aveva deciso di abbandonare il suo nuovo amico con una scusa banale. E Jungkook si sentì male quando si accorse che era rimasto da solo assieme a Taehyung.

Anche Yoongi, senza giustificarsi annunciò che avrebbe preso il primo treno che lo avrebbe riportato a Seoul.

L'imbarazzo tra i due rimasti era tagliente, e Taehyung, vedendo che il più piccolo non accennava a muovere un muscolo, decise di prendere parola in maniera più cauta che potesse.

Per quel poco che aveva potuto conoscere, aveva capito che Jungkook fosse una persona silenziosa, e timida.

«Allora Jungkook, com'è andata la scuola?» E non sapeva che domanda peggiore non poteva porgerla; ma Jungkook sorrise, sorrise, forse in modo finto, o forse semplicemente perchè si era ricordato di essersi fatto un nuovo amico e che i bulli, stranamente, in quel giorno lo avevano lasciato in pace.

Ma appena gli angoli della bocca si rivolsero verso l'alto si ricordò della reazione poco piacevole che aveva avuto qualche istante prima il maggiore, ma ancora una volta decise di nascondere le sue emozioni e mostrarsi quanto più naturale possibile.

«In realtà meglio del solito, oggi ho conosciuto Kimi» Al nome del ragazzo l'odore di Taehyung diventò più aspro, segno che gli dava fastidio, e Jungkook non capiva, per cosa si dovrebbe infastidire?

«Davvero? Sembravate così affiatati. Pensavo vi conosceste da anni» disse a denti stretti.

«No, semplicemente ci siamo trovati bene insieme fin da subito» Il tono del più piccolo era leggermente infastidito, e questo Tae lo percepì subito, e al lieve sospiro che rilasciò l'altro decise di cambiare argomento.

«Senti io non ho niente da fare per un pò, ti va di fare un giro?» Propose innocentemente il maggiore.

E Jungkook non capiva, si sforzava e non capiva. Perchè la gente che lo circondava non capiva e non riusciva a leggere il linguaggio del corpo? E il suo corpo in quel momento stava urlando di volersene andare da solo, non fare un giro con un ragazzo, ma stare da solo.

Ma semplicemente annuì rilasciando ancora una volta un sospiro, più grande di quello precedente, che non passò inosservato.

«Se sei stanco possiamo semplicemente andare a casa tua» E in quel momento Jungkook pensò veramente di potersi mettere a piangere senza importarsene di rendersi ridicolo davanti ad un ragazzo, un bellissimo ragazzo.
Cosa avrebbe fatto se i suoi sarebbero tornati e lo avrebbero visto insieme ad un altro ragazzo? Sicuramente avrebbero cercato di metterlo in imbarazzo e farlo crollare ancora una volta.

Nessuna lacrima scese, ma il suo petto si alzava e abbassava in modo irregolare, e a Taehyung sembrava di star provando la stessa identica cosa. Non era empatia. Era realtà.

In una sala di New York tutti applaudivano e un nome che suonava tutt'altro che newyorkese veniva ripetuto in un coro di urla e fischi, e il nominato in quel momento si sentiva un dio.

Ma una persona che ancora non aveva perso la facoltà di pensare c'era, e guardava con occhi lucidi la scena che aveva davanti.

Non concepiva che il ragazzo con cui era cresciuto si comportasse così.
Come poteva essere tanto crudele? Come poteva dichiarare in televisione nazionale che sarebbe stato lui stesso a premere il grilletto davanti un ibrido?

Scosse ancora di più la testa quando Hoseok passò ai ringraziamenti e, gli occhi lucidi che aveva Lilly si trasformarono in grandi cascate salate.

E quando Hoseok girò la testa e la vide, gli si spense il sorriso e la ragazza abbassò lo sguardo, e sotto lo sguardo di tutti abbandonò la stanza rifugiandosi in bagno.

Passò qualche minuto da sola quando sentì la porta aprirsi e dei passi dirigersi in modo diretto verso lei.

«Cosa c'è che non va?» Con tono secco e scocciato Hoseok porse la domanda alla ragazza che, sentendo il suo tono di voce, sbuffò.

«Dovrei anche dirtelo? Non sei così intelligente da arrivarci da solo? E poi se usi questo tono con me, per quanto mi riguarda, puoi pure andare a prendere i tuoi applausi grande uomo» Hoseok fece un sorrisetto e scosse la testa. E Lilly in quel momento si chiese che fine avesse fatto il ragazzo che conosceva lui.

«Va bene, allora mettiamola così, finché non ragionerai con il cervello che tua madre ti ha fatto non cercarmi, non chiamarmi, e non provare a fare niente per farmi cambiare idea. Quando capirai che tutto quello che stai facendo è un'enorme stronzata, fammi uno squillo»
E con una faccia che il ragazzo non aveva mai visto prima di allora, Lilly si diresse verso la porta per tornare in casa sua.

Ma prima che potesse solo aprirla Hoseok la prese per un braccio e la fece voltare.
«Mi sembra che un discorso così me lo avevi già fatto, eppure oggi sei venuta qui per vedermi. Un po' un controsenso non trovi?»

Lilly si trattene dal ridergli in faccia, ma decise comunque di rispondergli a tono: «Ti ricordo che sono venuta perché tu ieri sera mi hai chiamata disperato perché avevi paura di dimenticare le cazzate che dovevi dire a queste persone. Ti ho accompagnata perché sei stato tu a chiedermelo, e io da brava amica quale sono ho messo i nostri litigi in secondo piano. Ma se pensi che succederà così anche questa volta, ti sbagli di grosso»

Non diede nemmeno a l'altro il tempo di rispondere che sta volta uscì sbattendo la porta.

ᵘⁿᵈᵉᵃᵈ ʰʸᵇʳⁱᵈ † 𝖙𝖆𝖊𝖐𝖔𝖔𝖐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora