☪ 11 - 𝑵𝒐𝒏 𝒓𝒊𝒆𝒔𝒄𝒐, 𝒔𝒆𝒊 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒐

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«Vuoi qualcosa da mangiare?» Chiese Taehyung alzandosi dal divano.
Erano rimasti qualche minuto, che ai due sembravano ore, sul divano in silenzio con la testa di Jungkook appoggiata sulla spalla del maggiore.

«Ho già mangiato, grazie» Rispose velocemente l'altro.
Taehyung lo guardò con espressione sospettosa. Quando aveva mangiato se era stato con lui? Era convinto del fatto che il minore stesse mentendo. Era difficile capire che tipo di fisico avesse dato che girava sempre con pantaloni della tuta larghi e felpe anch'esse larghe. Non importava che tempo ci fosse, Jungkook non metteva mai maglie a maniche corte.

«È solo del ramen Jungkook, non ti riempirà nemmeno del tutto lo stomaco»
«Ho detto di no» Disse con tono autoritario. Non voleva dirlo con tale tono, ma se era l'unico modo per convincerlo, bhe tanto meglio, non si sarebbe posto il problema di offendere l'altro.

«Facciamo così, ci dividiamo una porzione ok?»
E quando il minore stava per ribattere in modo contrariato Taehyung aggiunse «Perfetto, sono contento ti vada bene così»
E si dileguò in cucina ridacchiando al piccolo broncio di Jungkook.

«Dopo mangiato però dovremmo parlare, no?»
«Si, sono d'accordo»

I due erano sereni e felici insieme, come se quello fosse il loro destino da sempre, ma in fondo sapevano che se volevano che tutto rimanesse come fosse avrebbero dovuto lottare, parlare e chiarirsi, ed era ciò che avrebbero fatto.

«Perchè mi hai chiesto di venire?» Domandò con finto tono infastidito Lilly.

Dall'ultima volta in cui si erano visti nessuno dei due aveva messo da parte l'orgoglio, e per questo non si erano contattati.
Ma poi inaspettatamente Hoseok, con un veloce messaggio, aveva scritto alla ragazza di presentarsi in casa propria perché doveva dargli una notizia importante.

«Mi dispiace se ti ho disturbata, ma nonostante gli screzi che ci sono stati tra di noi mi sembrava giusto avvisarti che domattina partirò per la Corea, Seoul in particolare» Sganciò la bomba.
«E cosa ci vai a fare?» Domandò sconvolta. Quello che più temeva stava per succedere davanti i suoi occhi.

«Il ministero coreano mi ha invitato per qualche giorno, hanno detto che dobbiamo discutere di persona di fatti attuali» Disse impegnato a cercare vestiti nel suo armadio. Cercando di non nominare mai quello che davvero stava andando a fare così lontano dalla sua città natale, ma sapeva in cuor suo era convinto che la ragazza sapeva già tutto.
La ragazza annuì senza sapere cosa dire.
Se lo aspettava certo, ma sperava che quel momento arrivasse più tardi possibile.

«Bene, ti auguro buon viaggio»
«Grazie»

«Com'è?» Chiese Taehyung con la bocca piena di ramen.
Come promesso aveva cucinato una sola porzione per poi dividerla in due.

Lui non si sarebbe mai saziato, ma se sarebbe servito per far mangiare Jungkook, allora lo avrebbe fatto.
Era strano definire ciò che provava per il ragazzo, ma sentiva una sensazione strana ogni volta che si sfioravano, ogni volta che incrociavano lo sguardo
«Bhe, è del ramen, è difficile sbagliare, anche se come ti ho già detto avevo già mangiato» Rispose con un'alzata di spalle.

Taehyung si fermò per un secondo ad osservare il minore, e in quel momento capì che quelli era il posto dove avrebbe voluto essere per sempre.

Jungkook sentendosi osservato alzò lo sguardo e le sue guance si tinsero di rosso vedendo il maggiore mangiarlo con gli occhi.
«Potresti non guardarmi? Mi metti in soggezione»
«Non riesco, sei troppo bello»

«Ciao Kimi, com'è andata all'università oggi?» Lo accolse la nonna con un gran sorriso a illuminargli il volto.
«Molto bene nonna, oggi ho fatto amicizia con un ragazzo» Disse sorridendo.

Il sorriso di Kimi era mozzafiato, con i denti bianchi e non perfetti era in grado di attirare molto attenzione.

«Sono molto felice per te» Disse la donna tornando ai fornelli.

Come sempre la tavola era apparecchiata per due persone. Eppure Kimi, ogni volta che tornava a casa sperava di trovare 3 piatti, 3 bicchieri e 3 forchetta, ma ogni volta i suoi castelli di carta venivano distrutti.

«Non ha chiamato vero?» Conosceva già la risposta, ma la speranza era l'ultima a morire.
La nonna scosse la testa sospirando.
«Domani mattina riesci a stare qui? Avrei bisogno di una mano al bar» Cercò di cambiare argomento e far distrarre l'altro dal dispiacere appena provato.

«Si, non c'è problema perché seguo le lezioni pomeridiane» Rispose sedendosi a tavola.

A un certo punto vide il telefono illuminarsi, gli era arrivato un messaggio.
Lo aprí incuriosito.

"grazie per avermi parlato oggi, e scusa per quello che è successo prima, anche se anche io non ho ben capito cosa è successo"
"oh e scusa anche se ho il tuo numero, l'ho chiesto a Jin, spero non ti dia fastidio"

Kimi sorrise alla tenerezza di Jungkook.
«Chi è?»
«È il ragazzo che ho conosciuto oggi, si chiama Jungkook»

La nonna sentendo il nome sembrava perversa da un brivido.
«Tutto bene?» Chiese preoccupato il nipote.

«Jungkook? E quanti anni avrebbe questo Jungkook?»
«Non saprei, suppongo più di diciotto, perché?»
«No niente, mi era già sembrato di sentire questo nome, ma probabilmente mi sto solo sbagliando»

ANGOLO AUTRICE
so che è un po' corto, e forse noioso, ma sto mettendo le basi per i (tanti) colpi di scena che ci saranno

ᵘⁿᵈᵉᵃᵈ ʰʸᵇʳⁱᵈ † 𝖙𝖆𝖊𝖐𝖔𝖔𝖐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora