Come sempre torni a casa. La tua sola, singola casa in mezzo a questa campagna sconfinata, senza anima viva nel raggio di chilometri. No, non solo senza anima viva, ma anche senza un albero, un fiore, o un'altra forma di vita. Solo arida terra deserta, casa tua è l'unico edificio che si può scorgere in questa landa.
Apri la porta, e come sempre ti ritrovi nell'ingresso. L'oscuro, buio e sconfortevole ingresso. Un ingresso dovrebbe essere quanto più confortevole possibile, eppure non era così, tutte le piante lì erano spoglie, morte, e tutte le decorazioni per dare benvenuto erano cadenti, rovinate.
Come al solito c'è lei, dall'altra parte dell'ingresso. Con la testa girata a novanta gradi, come sempre. Come sempre ti guarda, anzi, ti fissa, sorridendo. Già, ti fissa con quegli occhi spalancati, luminosi. Con quei bulbi oculari gialli, malati, ti fissa. Con quelle pupille nere che guardano dritto te e da cui non puoi distogliere lo sguardo. E ti sorride, non c'è bisogno che dica nulla, basta quel sorriso spalancato, con quei denti aguzzi, quel sorriso che non può definirsi umano, a darti il benvenuto. Come sempre ha quella veste nera e sporca di sangue, quelle mani macchiate, e continua a sorridere. Come sempre.
Come sempre tu continui a camminare, passando attraverso quel corpo trasparente, che non cambia espressione minimamente.
E sei nel corridoio, e cammini attraverso le stanze della casa, come sempre quelle ombre girano e girano intorno a te, saltando. Puoi sentire vagamente le loro voci, i loro bisbigli, i loro sibili.
Tutto il corridoio è pieno di quadri. No, non sono quadri, sono volti, volti macabri che, mascherati, ti scrutano dall'oscurità, ridendo.
Tutto il corridoio è pieno di fiori appassiti, e gli angeli della morte suonano i loro strumenti, ancora una volta, con quella melodia malinconica, oscura, inquietante, come sempre.
Nella sala da pranzo si sta facendo baldoria, esseri oscuri la stanno mettendo a soqquadro, ridendo e ballando, nei loro divertimenti perversi, uccidono agnelli e si ingozzano della loro carne e del loro sangue, come sempre.
Come sempre arrivi alla fine del corridoio, ed apri la porta che sta davanti a te.
Finalmente sei solo, i bisbigli e le grida se ne sono andati, ora non c'è altro che silenzio.
Sei in una stanza buia, ma la luce intermittente e fioca che c'è ti permette di vedere dove ti trovi.
E' uno spazio angusto, davvero stretto e piccolo.
Si direbbe una stanza vuota, se non fosse per il lavandino e la vasca da bagno, posti l'uno all'opposto dell'altro, il lavandino gocciola, ma tu non fai nemmeno caso a cosa sta gocciolando dal lavandino, non ti interessa.
La vasca da bagno è piena di sangue, e puoi vedere un braccio pallido sorgere come una bandiera, indicando la morte di qualcuno.
Lentamente, con la luce intermittente e il lavandino che gocciola, guardi dentro la vasca.
E dentro la vasca c'è un bambino, morto, sommerso dal sangue, ma con espressione quasi sorridente.
Il bambino ha gli occhi chiusi, non c'è bisogno di chiederti chi sia, perché sai già chi è .
Quel bambino sei tu, non potresti mai dimenticare la tua faccia.
Così, dolcemente, entri nella vasca.
No, entri dentro quel corpo.
E sentendo il sangue, ancora caldo, attorno a te, dolcemente chiudi gli occhi.
E poi c'è solo l'oscurità.
Come sempre.
Ed ancora una volta apri gli occhi, come sempre.
Ti ritrovi davanti quella logora porta, costretto a girare il pomello, come sempre, e a ricominciare il tuo tour della casa.
E' possibile che l'inferno sia essere condannati a ripetere la stessa azione per l'eternità?
Sì, sicuramente è così.
E questa festa di compleanno si ripeterà per l'eternità.
Esattamente come hai desiderato.