cap. 36

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" stai tranquilla " Sussurrò Sangio prendendo tra le sue le mani di Giulia, che picchiettavano nervosamente sulle sue cosce.
" Mhm?" Mormorò lei, distratta, girandosi a guardare il ragazzo.
Erano sul treno....appena partiti per andare a Vicenza.
La famiglia Damian li aveva invitati a casa per alcuni giorni.
Giulia ancora ricordava il momento esatto ....

" Mhm....non voglio svegliarmi " mugugnò Sangio contro il cuscino, accocolandosi ancora di più contro il petto di Giulia, che rise nel sonno, con gli occhi chiusi  iniziando ad accarezzare i ricci del ragazzo che solleticavano il cotone della maglia che stava indossando.
Quella suoneria aveva svegliato anche lei, che come il ragazzo non aveva nessuna intenzione di aprire gli occhi quella mattina.

" Penso che tu debba rispondere invece " Sussurrò Giulia, disegnando ghirigori confusi e disordinati sul braccio di Sangio che le circondava la vita.
" Ammazzo chiunque sia " sbuffò il ricciolino, allungando solamente il braccio per non allontarsi dal calore del corpo di Giulia.
Con gli occhi chiusi e cercando di ricordare dove effettivamente aveva lasciato il cellulare la sera prima, lo prese, avviando subito la chiamata.
Nessuno dei due ragazzi però si erano preparati a sentire e vedere il visino e la vocina dolce e squillante di Virginia.

" Zioooo dommi ancora ?" Chiese ridendo e con gli occhi già belli svegli e vispi.
Sangio sorrise contro il petto di Giulia, sentendo quella voce.
Aprì gli occhi, distendendosi meglio, senza mai allontarsi da Giulia che aveva la stessa espressione felice di Sangio.
Anche lei si era completamente svegliata, soprattutto sentendo la voce della bambina.

" Lo zio dorme sempre Virgi " si sentì dall'altra parte del telefono Abe che spuntò alla spalle della piccola Virginia
" Però oggi è con una bella addormentata" continuò Abe quando intravide le dita di Giulia giocherellare con i ricci di suo fratello
Sangio spostò leggermente il suo telefono in modo da far inquadrare la ragazza.
" Giuliii" gridò Virginia dall'altro lato del telefono, saltando sopra le gambe di Pier scatenando una risata in generale alla smorfia di dolore dell'uomo .
" Zia Giuli" ripeté la piccola con un sorriso sdentato, a 4 denti
..." Anche io voglio essere la bella addormentata come te " Giulia sorrise emozionata dalla tenerezza di quella bimba che teneva entrambe le guanciotte schiacciate sullo schermo del cellulare.

" Allora ora che siete un po' in pausa quando venite ?" Domandò Abe spostandosi la piccola sulle gambe che nel frattempo aveva iniziato a giocherellare con i suoi capelli.
" Quelli di zio Sangio sono più belli, zio Abe " sospirò la bimba guardando affranta quella ciocca di capelli troppo scura e troppo corta per creare quelle acconciature che normalmente decoravano la testa dello zio biondo.
" Questo per dirti che devi assolutamente venire qua....anzi dovete venire qua"
Sangio guardò Giulia accoccolata al suo petto, rilassata grazie alle carezze sui suoi capelli.
Giulia alzò lo sguardo, sentendo gli occhi del ragazzo addosso.
E non poté non sorridere anche lei quando alternando lo sguardo tra Sangio e lo schermo del suo cellulare, vide la stessa espressione accarezzare il volto di zio e nipote: capelli ribelli e scombinati, occhi lucidi e vispi, naso arricciato all'insù, guanciotte rosse e il labbro inferiore incastrato tra i denti, il tutto con sguardo supplichevole e terribilmente tenero.
Quello sguardo a cui nessuno, soprattutto lei non poteva resistere.
" Tra 3 giorni saremo lì" rispose Sangio al fratello, mentre Giulia sorridente, sbuffava divertita sulla sua spalla.
In sottofondo il dolce suono del battere delle manine di Virginia della sua vibrante e allegra risata.

" Non hai motivo per essere nervosa "
" Tu non sei nervoso ? Mi stai portando a casa tua...nella tua città ..." Sangio guardò ancora meglio Giulia.
L'aveva detto con quella vocina piccola, insicura, come se non volesse farsi sentire, come se non volesse che i suoi pensieri fossero letti anche da lui.

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