Nuvole statiche

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Astra vide un cavallo pezzato. Avanzò verso di lui e poggiò la sua mano sul suo muso. Lo accarezzò. Il cavallo nitrì in segno di apprezzamento.

-Sai cavalcare?-domandò Legolas, che aveva assistito alla scena.

-Non sono una disadattata!-disse Astra in tono amichevole-sono pur sempre un'elfa-concluse con una risata.

Detto ciò montò a cavallo. Dopo secoli di camminare a piedi, cavalcare era una benedizione.

Fece un sorriso a Legolas, come per dire "Visto?".

L'elfo fece un sorriso e montò a cavallo con Gimli. Gandalf salì su Ombromanto e partirono.

Durante il tragitto Astra incitò il cavallo a correre. Mentre sentiva i raggi del sole sul viso e sentiva la freschezza della brezza, sorrise più di una volta: era libera. Era finalmente fuori da quella foresta. Il vento le sferzava contro il viso, le spostava i capelli. Aveva sorriso più in quei giorni che negli altri secoli. Non vedeva l'ora di rivedere Bosco Atro, di rivedere tutti gli altri elfi. Rallentò e si fece raggiungere dagli altri.

Dopo aver cavalcato per un po', arrivarono in una cittadina addossata su una montagnola. Astra smontò da cavallo con grazia e raggiunse gli altri, che erano anch'essi smontati da cavallo. Si avvicinò ad Aragorn.

-E così questa è Edoras-disse l'elfa.

-Terra di uomini-ribattè Aragorn.

Prima di entrare a palazzo, dovettero consegnare le armi. Quando varcarono la soglia capirono subito che c'era qualcosa che non andava. Gandalf, che aveva tenuto il bastone, si avvicinò all'abbruttito re Théoden. Affianco al re c'era un uomo, con i capelli neri e unti e la faccia con colori innaturali. Sedeva alla destra del re e diceva lui cosa comunicare. Quest'ultimo si avvicinò a Gandalf e quando vide il bastone ordinò alle guardie di attaccare la compagnia. Astra, notando una guardia avvicinarsi a lei, le tirò un pugno ben assestato. Seguì lo stesso processo per le altre guardie che la attaccarono. Aragorn le fece un sorriso compiaciuto.

-Mica male-esclamò l'uomo.

Gimli mise a tappeto il consigliere. Gandalf si avvicinò a re Théoden, si tolse il mantello e rivelò il suo abito bianco. Avvicinò il bastone verso di lui. Intimò a Saruman di andare via dalla mente di Theoden. Il vecchio oppose resistenza. Durante il processo, arrivò una ragazza vestita di bianco. Si diresse verso il re, come per difenderlo, ma Astra la bloccò. Quando Gandalf riuscì a liberare il re, Astra la lascò andare. L'umana sorresse il Re. Quest'ultimo aveva il volto diverso rispetto a quello che si era presentato loro. Era ringiovanito.

In seguito alla liberazione di re Thèoden, Saruman avrebbe presto dato battaglia. Se qualcosa non la puoi controllare, allora bisogna sopraffarla.

-Dobbiamo spostarci al Fosso di Helm-comunicò Aragorn-sarà il luogo dello scontro.

-Eowyn cara-disse il re rivolta all'umana dai capelli dorati-sarai la reggente del regno. Conduci donne, bambini e anziani a Dunclivio. Lì sarete al sicuro.

La donna era riluttante, ma Aragorn la convinse.

Legolas si avvicinò ad Astra.

-Tu andrai con lei. Proteggili-disse. Non era un ordine. Astra intese le sue parole come una premura: l'elfo non voleva che lei combattesse.

-Non se ne parla. Io so combattere e posso aiutarvi. Non vi sarò di alcun aiuto a Dunclivio-rispose l'elfa, seria.

-Astra, saresti più al sicuro. Non voglio rischiare le vite di miei compagni elfi.

-Grazie!-disse ironico Gimli, che aveva seguito la conversazione in lontananza-dei compagni nani non si preoccupa!

-Comunque sia, vi darò prova che so combattere in battaglia. Potrei essere anche più brava di voi-disse l'elfa-Ho comunque capacità fisiche superiori agli uomini e so sfruttarle. Ho dovuto far fronte alle insidie della foresta di Fangorn!.

L'elfa perduta di Bosco AtroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora