Pensieri

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Legolas entrò nella sua stanza. Si affacciò al balconcino, per osservare le stelle e fare chiarezza. Astra lo aveva abbracciato. Era confuso sui suoi sentimenti.

La notte era fredda.

Astra era piombata nella loro impresa ed era entrata nella compagnia senza creare dissapori. Aveva un carattere mite, ma non si lasciava sfuggire qualche battuta o risata. Non era indiscreta e aveva un grande cuore. Era un'elfa molto riflessiva e un'ottima osservatrice. Sapeva prendere decisioni importanti ed era una combattente eccellente. Per amor del suo popolo e per proteggerlo si era fatta anche odiare da esso. Aveva vagato secoli da sola per la foresta di Fangorn. Era coraggiosa e intelligente. Forse era un po' troppo fredda e si chiudeva spesso in se stessa, ma l'abbraccio di prima gli aveva fatto capire che anche nella sua armatura c'erano delle falle. Non era appropriato definirle "falle". Erano sfumature di quello che era il suo carattere. Dopotutto esse potevano essere infinite come le stesse dell'universo e altrettanto luminose. Al di là del carattere, Astra era anche bella fisicamente. Emetteva la grazia tipica degli elfi. Aveva dei capelli mossi, ondulati, che incorniciavano il suo viso delicato. Aveva occhi che sembravano smeraldi. Aveva naso dritto, leggermente a punta, labbra rosse e una fronte delicata. Aveva una risata che avrebbe ascoltato per giorni, senza stancarsi mai.

Astra era stesa sul letto. I suoi pensieri nascevano senza un apparente logica dietro.

Pensava all'elfo dagli occhi chiari e dalla chioma chiara. Il volto bello e fiero. Era un ottimo combattente, ma era anche gentile, disponibile. Nonostante avesse più di duemila anni, Legolas si manifestava anche infantile, con il nano Gimli.

Chissà che cosa stava facendo la sua amica Annael. Legandosi a ricordi che si agganciavano l'uno all'altro, il suo pensiero si fece largo tra i ricordi felici. Di quando vedeva la luna e le stelle risplendere in pace. Di quando era senza pensieri, di quando viveva di piccoli attimi e gioie. E quello era lo spettacolo più bello.

La mattina seguente non ci furono belle notizie. Astra, che si era appena ripresa da una serie di ricordi, venne chiamata da una cameriera. Si sentiva in forze, anche se l'aspetto non rispecchiava il suo stato d'animo. I suoi capelli non erano un bello spettacolo e aveva gli occhi arrossati. Forse aveva pianto.

-Buongiorno-disse l'elfa.

-Buongiorno signorina Astra, scusa se vado di fretta, ma mi hanno detto di chiamarla. La attendono giù.

-Grazie-disse l'elfa-puoi andare.

Velocemente si vestì mettendo un vestito corto verde, con il corpetto marrone e le maniche aderenti alle braccia. Poi mise dei pantaloni dello stesso colore del corpetto. Raccolse i capelli in una treccia e si sciacquò il viso.


Quando scese, trovò Aragorn, Gimli, Merry e Pipino vicino Gandalf. Le venne riferito che Pipino aveva toccato il Palantír di Saruman. Tramite esso aveva comunicato con Sauron, il quale gli aveva involontariamente fornito informazioni sulla città che avrebbe attaccato: Minas Tirith.

-E così, un'altra battaglia è imminente-disse l'elfa.

-Già, no ne usciremo mai-disse Gimli.

-Non essere così negativo-disse Legolas ironico, prendendolo in giro.

Vennero interrotti da Gandalf, il quale comunicò che lui e Pipino sarebbero partititi alla volta di Minas Tirith, per avvisare il sovraintendente Denethor, che governava la città. I due, velocemente, partirono su Ombromanto. Vennero allestiti i preparativi per la battaglia. In mezzo al fermento generale, Astra vagava alla ricerca di Eowyn. Si era affezionata all'umana e voleva capire come avesse preso la notizia di una nuova battaglia. La trovò che si allenava con la spada in uno spazio appartato e seminascosto.

-Buon affondo, ma devi tenere l'elsa con più sicurezza-commentò, facendo sobbalzare l'umana, che non l'aveva vista.

-Oh! Astra-esclamò l'umana

-Quindi vorresti combattere-constatò l'elfa incrociando le braccia al petto.

-Io...voglio combattere, non me lo impedirete-esclamò con decisione, assumendo un atteggiamento decisivo.

-Non ti impedirò nulla, tranquilla-la rincuorò Astra.

L'umana fece un volto sorpreso. Poi Astra continuò:

-Hai una coscienza che ti indica cosa è giusto fare. Se è tuo destino, allora combatterai.

-Oh, grazie...allora, tu sei un'ottima combattente e...-esclamò l'umana trascinando le parole.

-Si?-disse l'elfa con un sorriso, sapendo dove Eowyn volesse arrivare.

-Potresti aiutarmi con la spada?-disse la nipote del re con un filo di voce.

-Certo.

Astra prese una spada posata là vicino e iniziarono a combattere. Eowyn non era forte fisicamente, perciò Astra le raccomandò di sfruttare l'agilità e l'astuzia. L'umana era determinata a imparare a combattere.

-Ancora a fare l'allenatrice di umani?-disse Legolas, che era spuntato alle sue spalle, seguito da Gimli.

-Sa combattere, lasciala stare principino-esclamò il nano, prendendo l'occasione al volo per contrastare scherzosamente l'elfo. Astra pensava che i due fossero il chiaro esempio del fatto che razze diverse potessero andare d'accordo.

-Salve ragazzi-disse Astra-cosa siete venuti a fare di preciso?-domandò interrompendo l'allenamento con Eowyn.

-Aragorn ha scrutato nel Palantìr. L'esercito di orchi è troppo numeroso. Senza aiuti esterni verremo soverchiati. Quindi...

-E qui viene l'idea folle-disse Gimli.

Legolas gli lanciò un'occhiata malevola al nano, per averlo interrotto.

-Ha chiesto di accompagnarlo per intraprendere i Sentiero dei Morti. Vuole incontrare l'esercito di morti.

-Quindi Aragorn vuole esortare i traditori di Isildur ad aiutarci?-domandò l'elfa.

-Si, si, conosci la storia orecchie a punta-disse Gimli. Astra fece un sorriso.

-Chi sono costoro di cui parlate?-chiese Eowyn.

-Sono i guerrieri che avevano rotto il giuramento di Isildur, condannati ad essere né vivi né morti-le spiegò Astra.

-Condannati a non trovare pace-aggiunse Legolas-a meno che...

-adempiano al loro dovere-concluse l'elfa.

Eowyn fece scorrere gli occhi da un elfo all'altro.

-Capisco-disse ambigua.

-Siamo venuti qui per chiamarti-disse Gimli ad Astra-non per spiegare cose a incantevoli umane-spostò lo sguardo su Legolas.

-Si, hai ragione Gimli-disse Astra facendo un mezzo sorriso.

-Scusa Eowyn, devo andare-si rivolse all'umana.

Eowyn le fece un sorriso e la esortò ad andare.

L'elfa seguì Legolas e Gimli. Presero le loro armi all'armeria, dove le avevano riposte in precedenza, e partirono. 

Parole:969

L'elfa perduta di Bosco AtroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora