Minas Tirith

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Dopo aver cavalcato a lungo, i quattro fecero una pausa. Astra, sempre a cavallo, si avvicinò ad Aragorn.

-Credi che manterranno il loro giuramento?-disse l'elfa scrutando il paesaggio montano. Il sole accarezzava le rocce. Da un piccolo ruscello lì vicino sgorgava acqua limpida. L'erba su cui i cavalli cavalcavano era pallida.

-Devono. Hanno già tradito gli uomini una volta-rispose l'uomo.

-Per non parlare del fatto che vogliono la pace-aggiunse Legolas.

Astra e Legolas si lanciarono uno sguardo.

Capitava spesso che si lanciavano degli sguardi fugaci. Sembravano voler guardarsi nell'animo, anche per pochi secondi.

Ripresero la marcia dopo pochi minuti. Astra accarezzava il suo cavallo, mentre esso marciava. Contemplava la natura circostante. I riflessi di luce si specchiavano nell'aria. Dopo poco arrivarono all'ingresso della città dei morti. Un freddo avvolse i quattro. Si sentiva il rumore di un gocciolio. Astra si concentrò sui suoi sensi acuti. Si inoltrarono tra le montagne. Il rumore gocciolio era sparito. Il freddo sembrava entrare nelle ossa. Si sentiva il silenzio più assoluto. Dopo attimi di tensione, spuntò un uomo fantasma. Un' aura verde circondava il suo corpo trasparente. I quattro sfoderarono le armi. Astra e Legolas tesero i loro archi, Gimli prese l'ascia e Aragorn sguainò la spada. Anche se era inutile.

Insieme a quell'uomo ne spuntarono altri.

Aragorn, dopo momenti di silenzio, lo esortò a rispettare il giuramento. All'inizio sembrava che i fantasmi non volessero rispettare gli accordi. Ma poi, tormentati dal desiderio di volere la pace, accettarono.

Ottenuto il loro obbiettivo, i quattro di diressero a Minas Tirith.

Arrivarono quando la battaglia infuriava, gli uomini di Minas Tirith lottavano con tutte le loro forze. Urla permeavano l'aria.

Vi erano schiere di Olifanti, alleati di Sauron, che combattevano contro gli umani.

L'elfa non aveva bisogno di armature, come Legolas, riusciva a resitere alle ferite da battaglia. Se fosse stata un umana, al fosso di Helm avrebbe perso un braccio e sarebbe morta dissanguata. Ma in quel momento, vedendo la battaglia, si sentì scoperta. Sensazione che svanì presto, perchè l'elfa sentì l'adrenalina in corpo. O forse stava solo cercando di farsi coraggio. Una battaglia metteva sempre ansia. 

Astra non ebbe il tempo di riflettere sulla battaglia. Quando arrivarono, l'esercito di morti iniziò a combattere gli orchi. I quattro si lanciarono uno guardo, poi, senza dire una parola, si lanciarono in combattimento. Astra vide che Eowyn stava combattendo contro il re Stregone di Angmar, capo dei Nazgul. A quanto pare aveva deciso di combattere. Stava per raggiungerla, ma degli orchi le stavano venendo addosso. Con un movimento fulmineo, incoccò tre frecce e le scagliò contro gli orchi. Ne uccise alcuni e quando essi furono troppo vicini, sfoderò i coltelli e iniziò a combattere a distanza ravvicinata. Vide Gimli e Legolas in lontananza. Quando li raggiunse, notò Legolas abbattere un Olifante. Quando poi l'elfo, in seguito alla sua impresa, rivolse un cenno di superiorità al nano, questo urlò:

-Comunque vale per uno!

A quanto pare avevano ancora fatto a gara a chi uccidesse più orchi o in questo caso, Olifanti.

L'adrenalina la rendeva euforica. Chissà cosa avrebbe detto l'elfa di qualche mese prima, intrappolata nella foresta, se avesse saputo che avrebbe incontrato un elfo, un nano, un uomo e uno stregone che l'avrebbero portata via da quella prigione.

Astra, correndo e incoccando una freccia, urlò ai due mentre si allontanava:

-Stavolta partecipo anche io!

L'elfa perduta di Bosco AtroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora