Capitolo 7

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"Dipingerò le pupille solo a colei dicui riuscirò a vederci l'anima"Modigliani

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"Dipingerò le pupille solo a colei di
cui riuscirò a vederci l'anima"
Modigliani


Il giorno dopo mi sveglio prima di Elvira. Il corpo tutto indolenzito come se avessi fatto chilometri a piedi, e non so se sia per il freddo o perché nonostante abbia un sacco a pelo, sotto di me c'era comunque del terreno. La mia schiena non ha gradito. Mi stiracchio cercando di fare il meno rumore possibile. La mia schiena non sa cosa vuol dire il silenzio, perché appena mi muovo sento un "crack" che mi fa sgranare gli occhi. Qualcosa di rotto? Controllo. No, okay. Sbadiglio mentre mi stropiccio gli occhi. Mi sento uno schifo. Come ogni giorno, perciò non vedo differenze.

Cerco il mio telefono, e mi specchio nella fotocamera per essere sicura di non uscire da qui sembrando uno zombie. Onestamente non saprei neanche io dire come ho dormito, credo di essermi svegliata parecchie volte per il freddo, ma mi sento comunque abbastanza riposata. A parte tutti i muscoli del mio corpo che mi fanno malissimo, improvvisamente mi rendo conto di quanti muscoli abbiamo dentro di noi perché li sento tutti, uno a uno.

Mi aspettavo molto peggio, ma dopo aver sistemato i capelli con le dita devo dire che mi trovo meglio del solito. Ho giusto il mascara un po' sbavato e cerco di toglierlo da sotto gli occhi con le dita. Sposto le coperte e i miei occhi fuggono per un secondo sulle mie gambe, la tuta non lascia molto all'immaginazione per fortuna. Ho ancora la felpa di Nathan addosso, cosa che mi fa sentire molto meglio, perché è più lunga e mi copre fin sotto al sedere.

Sospiro alzandomi, e dopo un'altra breve occhiata al telefono esco dalla tenda, richiudendola dietro di me per non far entrare il vento che c'è. Mi guardo attorno ma non c'è nessuno. Le altre due tende sono silenziose quindi suppongo che gli altri stiano dormendo, e non li biasimo considerando che sono le sette e mezza di mattina di un sabato.

Del falò di ieri sera è rimasto solo un grosso accumulo di cenere e rami non bruciati. Mi avvicino prendendone uno, e inizio a spostare la cenere per vedere se sotto c'è ancora qualcosa di accesso per poterlo salvare. Purtroppo no, così decido di fare due passi per poter prendere altra legna e riaccendere il fuoco, perché questo gelo è insopportabile.

Mi incammino verso il fitto bosco, stringendomi nella felpa e fermandomi qua e la per raccogliere bastoncini e legna più grande. Ho sempre amato la natura, stare all'aria aperta è una delle cose migliori che si possano mai fare. Aria fresca, versi di animali da tutte le parti, e nonostante il freddo lo farei anche in inverno. È un luogo così silenzioso che riesce a rilassare ogni muscolo del mio corpo, facendomi quasi scordare di aver dormito nel "letto" più scomodo del mondo.

Decido di posare la legna per terra, mi siedo anche io e chiudo gli occhi. Riesco a concentrarmi su tutti i rumori della natura, il che mi fa spuntare un sorriso.
Su un albero a destra c'è sicuramente un nido di uccellini, li sento canticchiare da qui. Sopra di me riesco a sentire le foglie che si muovono, i rami che sbattono, e il sibilo del vento che passa attraverso essi. Riesco a sentire i grilli, gli scoiattoli, e cinque canti di uccelli diversi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04 ⏰

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