5: Bard

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I : Tears

-Te la senti di parlare di che cosa è successo?- domandò Zhongli a Venti, avvicinandosi a lui.

Il vento gelido della sera lo fece rabbrividire, ma non sembrò curarsene. Il suo sguardo colmo di preoccupazione era totalmente concentrato sull'amico, ancora seduto sulla panchina di fronte al pub. Childe si affrettò a seguirlo, altrettanto preoccupato.

Non conosceva Venti da troppo tempo, ma si era già affezionato a lui. E vederlo ridotto in quello stato gli fece provare una stretta al cuore.

Venti aveva gli occhi gonfi di lacrime e un aspetto a dir poco devastato. Non c'era più niente, in lui, del solito ragazzo spensierato che faceva battute ogni volta che ne aveva l'occasione, sorridendo in continuazione.

Le sue mani, avvinghiate alla giacca di Xiao, tremavano come foglie.

-Non..non lo so. Dovrei farlo, in effetti.- mormorò Venti, prima di interrompersi, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. -Avrei dovuto farlo subito.-

-Non devi fare niente che tu non voglia. Avevi bisogno dei tuoi tempi. Va bene così.- rispose Xiao, con un tono cauto e delicato che Childe non gli aveva mai sentito di usare prima di allora.

Xiao portò una mano tra i capelli di Venti, accarezzandogli con accortezza le ciocche nere e azzurre, prima di stringerlo più forte a sé. Avvolse un braccio alle sue spalle, come per proteggerlo da ogni possibile male, noncurante della pioggia che gli bagnava i capelli.

-Mi dispiace, qualunque cosa sia successa.- commentò Childe, a bassa voce.

Non aveva davvero la minima idea di quale fosse il motivo che avesse rattristato tanto Venti, né pretendeva che qualcuno glielo dicesse. Ma aveva l'impressione che stare zitto lo avrebbe fatto stare ancora peggio.

-Potete chiamare Diluc?- mormorò Venti, strofinandosi gli occhi per scacciare le lacrime. La sua voce era spezzata, ma si sforzò comunque di sollevare appena il capo, voltandosi verso il pub. -Vorrei andare a casa. Tanto finirà il turno tra poco.-

-Vado subito da lui. Aspettatemi qui.- si offrì Childe, immediatamente.

Venti non aveva con lui la stessa confidenza che aveva con Zhongli e Xiao. Forse, era meglio che Childe si mettesse da parte per un attimo, lasciandolo parlare con qualcuno che lo conosceva meglio.

-Grazie. Venite pure a casa mia, dopo.- rispose Venti, cercando la stretta della mano di Xiao. -Cercherò di spiegarvi tutto.-

Xiao gli avvolse le dita con una presa salda, prima di accarezzargli il dorso con il pollice. Il suo volto era totalmente sconvolto. Contrariamente a Venti, non stava piangendo, ma era evidente quanto stesse soffrendo. Una ruga di apprensione gli attraversava la fronte, e le sue labbra erano rigidamente contratte. Sembrava quasi non essere in grado di spiccicare parola. Qualunque cosa gli avesse detto Venti, doveva averlo turbato parecchio.

-Grazie, Childe.- disse Zhongli, sforzandosi di sorridere, prima di posare una mano sulla spalla di Venti.

Childe non perse ulteriore tempo ad osservare quella scena, entrando nel pub. Si sentiva così impotente di fronte a quella situazione, così incapace di fare qualcosa per dare concretamente una mano. Gli sembrava quasi di brancolare nel buio e nel panico, timoroso di dire o fare qualcosa di sbagliato, che potesse turbare ulteriormente Venti.

Solitamente, quando vedeva qualcuno soffrire, cercava di farlo ridere. Faceva battute, tentava di sdrammatizzare e di distrarre il suo interlocutore con dei commenti più leggeri.

Lo aveva fatto per tutta la vita: perché, adesso, non ci riusciva più?

Quando, a quattordici anni, aveva badato ai suoi fratellini, gli aveva sempre raccontato delle fiabe divertenti. Era l'unico modo che aveva di non farli piangere quando si sentivano soli, soffrendo la mancanza dei genitori spesso impegnati a lavorare.

Scottish Blend (Childe x Zhongli)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora