06 - POLAROID ×Minsung×

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La loro stanza è piena di ricordi, sono ovunque: foto appese al muro sopra la testata del letto o incorniciate sulle mensole, polaroid sparse a terra, incastrate fra gli spazi nelle pile di maglioni dentro l'armadio e lettere chiuse nei cassetti dei comodini.

Foto di paesaggi e dei loro amici, istantanee di loro due assieme, felici, bigliettini scambiati fra una lezione e l'altra, si trovano dappertutto.

Jisung se ne rende veramente conto soltanto in un bel giorno soleggiato, quando Minho è a lezione e il biondo decide di approfittarne per dare una sistemata all'appartamento, iniziando dalla loro camera.

Sono le nove del mattino e i raggi del sole filtrano fra le tende chiuse, gettando una luce aranciata, calda e soffice nella stanza. A Jisung piace quell'atmosfera calma, in qualche modo familiare, sembra quasi di stare in un bozzolo, lontano dal mondo e dal caos, mentre il ragazzo si siede a terra, ai piedi del letto, con un pacco di fotografie fra le mani - tutte quelle che ha raccolto dal pavimento.

Sono per lo più polaroid, quelle che Minho scatta solo per passare il tempo; sono quelle più intime, quelle che rappresentano al meglio le emozioni che il ragazzo non esprime e Jisung pensa siano i suoi lavori migliori, ma non crede glielo dirà molto presto.

La maggior parte di quegli scatti raffigura qualcosa che appartiene solo a loro, oppure sono foto di Jisung, fatte senza che lui se ne accorgesse.

Il biondo sente una sensazione calda all'altezza del petto, ma non sa con esattezza come gestirla, quindi lascia perdere per ora, mentre sfoglia quelle istantanee; c'è quell'albero della scuola sotto il quale hanno litigato e hanno fatto pace con un bacio innumerevoli volte, c'è la caffetteria vicino al parco dove sono andati per il loro primo appuntamento e il negozio di dischi dove Jisung ha comprato il regalo di San Valentino per Minho.

E poi c'è JIsung: in cucina la mattina presto, in boxer, che prepara la colazione; a letto, a notte fonda, dopo che hanno fatto l'amore, mentre dorme e la luna lo illumina a malapena; oppure la domenica mattina, sepolto dal piumone, solo la testa bionda e spettinata visibile, affondata nel cuscino; mentre ride, mentre mangia un gelato, mentre è immerso nella lettura, persino mentre fa la doccia, mentre arrossisce e ha sempre quella luce negli occhi, quando guarda l'obbiettivo e sorride o sta sbraitando contro Minho e lo fulmina con lo sguardo.

È una luce che non si è mai accorto di possedere, la stessa che sente ora a costringergli il petto ed é Amore, sempre Amore, è la stessa luce che gli rivolge Minho.

-Cosa stai facendo?- l'improvviso suono della voce del castano lo fa sobbalzare e Jisung guarda l'orologio con la coda dell'occhio e, merda, sono già passate tre ore!

E lui non se n'è nemmeno accorto, troppo preso ad osservare quei momenti congelati nel tempo. Jisung non risponde però, si fa solo da parte e fa cenno a Minho di sedersi accanto a lui.

-Non ricordo quando hai scattato questa foto, che diamine stavo facendo?- domanda quando il suo ragazzo gli è vicino, spalla contro spalla, mostrandogli la polaroid in questione.

-Oh, eri ubriaco- risponde il ragazzo, sorridendo al ricordo -era il tuo compleanno, sì? Wow, quanto ho riso- commenta, alzando lo sguardo su di lui.

Jisung sbuffa, roteando gli occhi, nonostante un sorriso stia spingendo gli angoli delle sue labbra in su.

-Dove le hai trovate?- chiede poi Minho, lasciando un bacio sulla tempia del biondo e passandogli un braccio attorno alle spalle.

-Qua in giro, sotto il letto, per terra- risponde, sorridendo sotto i baffi e scrollando appena le spalle.

-Aww, siamo sentimentali oggi?- lo punzecchia senza cattiverai il castano. Jisung sbuffa di nuovo.

-No, volevo bruciare tutto per liberarci da tutto questo caos- risponde sarcastico -e quello sentimentale sei tu, guarda che razza di foto- aggiunge.

Minho gli strappa il pacco di foto dalle mani e lo getta da una parte con noncuranza, per poi atterrare Jisung, premendolo fra il pavimento e il proprio corpo.

-Chiudi il becco, o ti faccio stare zitto io- borbotta, guardandolo fisso negli occhi. Jisung ghigna, una scintilla giocosa si accende nel suo sguardo.

-Provaci- ribatte e, davvero, Minho non è così stupido, perciò prende la palla al balzo e lo bacia con trasporto.

È una bella giornata, pensa il biondo ricambiando il bacio con altrettanto ardore. E passano delle ore così, bagnati dai raggi caldi del sole, a baciarsi fra i ricordi.

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