IV

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- Quando ... - farfugliò il ragazzo. - Come sei arrivata? - chiese poi, ancora un po' stravolto.

- Ho chiesto a Seth di venire a prendermi alla stazione di Forcks e di mantenere il segreto. - rispose ammiccando.

- Bastardo! - esclamò Jacob, - Per questo ha saltato la ronda ieri, perché non lo leggessi nei suoi pensieri ... Bastardo, questa me la paga. Farà le prossime ronde con Leah, così impara a ... -

- E dai, Jake! - lo interruppe. - Glielo ho chiesto io ... - disse per giustificare l'amico.

- Sarà, ma le ronde con Leah, non gliele toglie nessuno! - continuò quasi cattivo l'alfa.

- Perfido. - lo apostrofò, lasciando che lui le stringesse ancora la mano.

- Perfido e vendicativo ... - continuò lui, mentre si alzava e scendeva i gradini per avvicinarsi di più. - E tu ... bellissima! - sussurrò, avvicinando a pochi centimetri la bocca all'orecchio. - ... bellissima! - ripeté, stringendola e affondando il viso nell'incavo del collo.

- Renesmee ... - gridò Rachel, spuntando alle loro spalle e lasciando buste e sacchetti della spesa cadere sonoramente sulla ghiaia.

"Strega", pensò Jacob, "Strega e inopportuna", continuò, mentre la sorella lo scansava per abbracciare l'amica.

- Tesoro, sei tornata. - disse, sorridendo, prima a lei e poi al fratello. - L'avevo detto io, vero Jake? - ammiccò.

"Strega, inopportuna e presuntuosa", l'apostrofò nella mente, ma la valanga, che era Rachel, non si arrestò, neanche con lo sguardo incattivito del ragazzo.

- Vieni, Ness, sediamoci qui. - le disse, prendendola per mano e conducendola sul portico, a sedere su di una vecchia panca di legno, consumata dal tempo e dall'umidità. - E tu, che fai lì impalato? Offrile qualcosa, no? - gli ordinò, mettendosi a sedere accanto a Renesmee.

Jacob alzò gli occhi al cielo, spazientito: erano mesi che non la toccava, avrebbe fatto durare quell'abbraccio infinitamente, godendo del profumo di lei, del suo respiro increspato dall'emozione ed invece, si ritrovava con le braccia vuote, agli ordini di una kapo e, per giunta senza posto a sedere.

- Strega! - mimò con le labbra in direzione della sorella, che per tutta risposta, gli ricordò, con un gesto del capo, l'ordine di prima.

Uscì poco dopo, con quello che rimaneva della crostata tra le mani, senza spostare lo sguardo dagli occhi di Renesmee, che sorrideva divertita.

Le era mancato così tanto quel luogo, il profumo di casa, il senso di appartenenza che solo la famiglia può dare, le erano mancati qui ragazzi, generosi, sinceri, sempre disponibili, le era mancato lui.

- Jake! - lo riprese Rachel, come fosse un bimbetto. - Sei una bestia, è questo il modo? - tuonò, riferendosi a come aveva porto la fetta di crostata a Renesmee. - Le buone maniere non sai neanche dove stanno di casa ... - continuò, esasperata, come una mamma delusa.

Si alzò, dirigendosi in cucina per rimediare alla maleducazione del fratello e, quest'ultimo veloce, prese il suo posto accanto a Renesmee.

- Non credevo che ti avrebbero lasciato venire. - disse, mentre spezzava in due la fetta di dolce.

- Sono piuttosto convincente, quando voglio una cosa! - gli fece l'occhiolino.

- Di', piuttosto, che sei una piattola ... - la corresse, ricordando la precisione con cui lo sfiancava per ottenere ciò che voleva, quando era piccola.

- Sì, ma quando ho raggiunto il mio scopo, sono molto generosa nell'elargire ricompense ... - puntualizzò, sorridendo.

- Gli abbracci funzionano con me ed Edward forse, ma tua madre ... -

Risero insieme come non facevano da tempo, mentre l'aria scura e profumata della sera, sbiadiva i contorni e rendeva il viso di lei etereo e ancora più delicato, come una visione.

Love and DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora