-Mamma! Mamma!- Chiamò dalla disperazione la piccola lupachiotta.
La madre le corse incontro,ma venne fermata da un lupo dal pelo grigiastro, nonché il padre della piccola.
-Lasciala stare. È la debole della cucciolata deve andar incontro al suo destino! La sciala li- disse, addentandole la coda e tirandola a se.
Era inverno ed era ricoperta di neve fino al collo. Tremava dal freddo e pregava di non lasciarla sola. Suo padre ringhiava e la piccola abbassava le orecchie in segno di sottomissione.
-Ti prego padre...-
-No- Rispose secco, girandosi verso la famiglia e incamminandosi per il fitto bosco di aghifoglie.
In quel momento la piccola giurò che se fosse sopravvissuta e se avesse avuto occasione di rincontrarlo, l'avrebbe ucciso. Avrebbe consumato la sua vendetta lentamente e con dolore, mentre il suo cuore tornava in pace.Stava camminando nelle neve candida, le zampe sprofondavano facendole ricordare la sua infanzia. Voleva ritrovare suo padre. Era due inverni che camminava, combatteva contro lupi più grandi di lei, più vecchi e più forti per temprarsi. Per diventare lei stessa forte e per non farsi sconfiggere dal padre. Era due inverni che progettava la sua vendetta e finalmente ci sarebbe riuscita!
Voleva assaporare il gusto del suo stupore quando l'avrebbe vista, voleva annusare la sua paura a kilometri di distanza mentre in lei cresceva la rabbia. Voleva vederlo andare su tutte le furie, perdere il controllo di se stessa e crollare sotto il suo stesso sangue. Sopraffatto da quella che doveva morire per selezione naturale.
Ormai era cresciuta, il folto pelo nero e lucido brillava sulla schiena come la notte, mentre sulla pancia sfumava sul bianco. I suoi occhi vispi e color del ghiaccio guizzavano da una parte all'altra del bosco quando l'udito acuto percepiva un rumore poco gradito.Era ormai un mese che vagava in cerca di un odore famigliare, quando raggiunse la piccola radura dove fu abbandonata. Istintivamente gli venne da piangere dalla rabbia, ma si trattenne e cercò l'odore di sua madre. Non fu difficile per lei riconoscerlo trai tanti. Ne seguì velocemente le tracce e raggiunse, poco dopo, una piccola grotta nella roccia. Era poco distante dal posto dove fu lasciata in balia di se stessa.
Erano tutti fuori a riposare beatamente a parte sua sorella minore. C'era Chizu, un giovane lupo dal pelo rosicchio e dai vispi occhi verdi, Tasor un lupo nero e forte, grosso quasi il doppio di lei e poi sua madre; una lupa sul marrone con varie sfumature più scure sulla schiena e sulle zampe. Infine c'era Derek, il padre della lupa. Era sdraiato vicino alla madre con il pelo sporco di sangue, ispido sulla schiena e quel ghigno malefico che restava anche quando dormiva.
La lupa ringhiò istintivamente, senza però attirare l'attenzione di nessuno. Si diede della stupida e si diresse nella fitta boscaglia per procurarsi un po di cibo. Annusò quasi subito l'odore di un piccolo cervo. Si diresse quatta verso un piccolo cespuglio e attese il momento adatto per attaccare. Quando fu pronta spiccò un balzo in avanti, tuttavia si accorse troppo tardi di Tasor, che aveva avuto la sua stessa idea.
Possibile che non me ne sia accorta? Si domandò perplessa atterrando. Velocemente si diresse nuovamente nella foresta e scomparve dalla vista del fratello.Se ci sono incongruenze, verbi sbagliati, tempi e tipo di narrazioni errati e perché sto completamente revisionando storia e contenuti! Lo so che il resto del racconto è in prima persona, ma non preoccupatevi che risolverò tutto entro pochissimo tempo (spero).
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Enola la lupa solitaria - Il branco dei Faramir
WerewolfPrimo libro di "Enola la lupa solitaria". -Mamma! Mamma!- Chiamai dalla disperazione. Mia madre mi corse incontro ma venne fermata da mio padre. -lasciala stare. È la debole della cucciolata deve andar incontro al suo destino! Lasciala lì -disse ad...