Il Telecomando Di Fred Flinstone

1.4K 90 14
                                    

E adesso cosa faccio?

Ieri ho scongiurato l'incontro ravvicinato di prima mattina, vorrei riuscirci anche oggi, sperando sia l'ultima volta che mi capita di svegliarmi accidentalmente al fianco di James.

Nei film, le ragazze si svegliano ancora perfettamente truccate, coi capelli in piega come appena uscite dal parrucchiere, con l'alito profumato di rose. Nella realtà, invece, il trucco si scioglie e ti appiccica le ciglia, i capelli si annodano e si spettinano e l'alito è tutto tranne che fresco. In sostanza le tizie dei film sembrano La bella addormentata nel bosco, mentre io sento di essere più vicina a Maga Magò!

Provo a spostare il braccio che James usa per tenermi legata a lui, tento di sollevarlo con delicatezza, per non svegliarlo. Non ci riesco, mi servirebbe una gru, i suoi bicipiti allenati pesano una tonnellata.

E se scivolassi via dalla sua presa?

Provo a strisciare come un serpente, per tirarmi fuori da questo ammasso di muscoli, ma tutto ciò che ottengo è un mugugno di dissenso.

Devo crearmi uno spazio ragionevole d'azione. Mi muovo avanti e indietro, col sedere cerco di spingere un po' in là il busto di James, urto continuamente il telecomando su cui deve essersi addormentato, spero di non pigiare qualche tasto e di non accendere la tv.

Sembro un pesce che si dibatte, tanto che James si sveglia e, invece che lasciarmi andare, sfrega il naso contro la mia nuca.

"Rebecca..." Ha la voce rauca, soffusa, come quella di un gatto in cerca di attenzioni.

Mi spiace dovermi alzare, il suo corpo è caldo, il divano è morbido, non sto poi così male, però non posso proprio restare. "Devo alzarmi, devo andare al lavoro", sussurro piano.

Non so che ore siano, forse lui può continuare a dormire, ma io devo scappare, come Cenerentola a mezzanotte.

Riprendo a muovermi per scivolare via dalla sua presa, ma James non mi aiuta per niente, anzi, tutto a un tratto mi stringe più forte e fa aderire il suo corpo alla mia schiena. Tra di noi c'è solo quel maledetto telecomando.

Percepisco il suo respiro accelerare, le sue mani su di me si fanno più insistenti. "Se non la smetti di sfregarmi addosso il tuo sedere, finisce male."

All'improvviso noto un particolare, sul tavolino di fronte a noi. I due telecomandi, quello della tv e quello del lettore dvd, sono posati in un angolo, presumo da ieri sera. Ma se sono entrambi lì, allora cos'è che sento premere contro il mio fondo schiena?

Lo capisco solo in un secondo momento, quando James strofina il suo 'telecomando' contro le mie natiche.

Ma che ca...

Gli tiro una gomitata, lui mi molla immediatamente, tossicchiando per il colpo ricevuto.

Schizzo in piedi, ansimo, non so se per l'eccitazione, per la vergogna o per lo sdegno.

James, dopo essersi ripreso, rotola a pancia in su, tiene una mano sul punto colpito e sorride. "Buongiorno a te."

Indispettita, afferro un cuscino per colpirlo in faccia, ma desisto subito dai miei scopi vendicativi, non appena Peeta si avvicina al suo padrone con fare protettivo.

"Buongiorno un..." gracchio isterica, ma mi fermo a metà frase, l'orso peloso mi sta puntando, non gli va giù che sgridi il suo padrone sporcaccione.

James gli dà una grattatina sulle orecchie e poi si mette seduto. Solleva il viso verso di me, si stropiccia gli occhi, si passa le dita tra i capelli scompigliati, mi lancia uno sguardo innocente. "Non mi guardare in quel modo! È colpa tua se lui sta messo così!"

Baciami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora