Siepi Pericolose

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"Si può sapere dove hai trovato un binocolo?" chiedo ad Alice, che sta sdraiata a terra col binocolo tra le mani puntato verso l'entrata della Gymnast Strong.

"L'ho comprato oggi. È professionale, può arrivare fino a cinque chilometri di distanza", risponde fiera.

Giulia, accovacciata alla sua destra, glielo strappa di mano. "Fa vedere anche a me."

Io e Nicole, distese sotto la fitta fila di siepi che costeggiano il parcheggio della palestra, ci scambiamo un'occhiata eloquente e tratteniamo una risata.

È più di mezz'ora che siamo appostate fuori dalla palestra dove Liam ha detto sarebbe andato, sdraiate su un prato incolto e ricoperto di foglie secche che scricchiolano ad ogni movimento. Nonostante il binocolo professionale di Alice, non abbiamo ancora visto nulla di significativo; la Station Wagon blu di Liam è qui, perciò lui le ha detto la verità, è esattamente dove ha detto sarebbe andato, non capisco perché ci tratteniamo oltre.

Dal nulla, sentiamo un brontolio sospetto e inquietante, tanto nitido da sembrare molto vicino a noi. Scattiamo tutte come molle, ci guardiamo attorno, senza riuscire a vedere quasi nulla, considerata la semioscurita che ci avvolge.

"Cos'è stato? Un animale?" Giulia sbarra gli occhi, fa saettare lo sguardo in ogni angolo, impaurita.

"Sono stata io", confessa Nicole "il mio stomaco brontola. Ho fame, quanto dobbiamo stare ancora qui?"

Effettivamente anche io comincio ad avere un certo appetito, ma non mi dispiace così tanto stare qui. Fare cazzate infantili con le ragazze, come pedinare qualcuno e vestirsi come Eva Kent per entrare nel ruolo, mi riporta indietro nel tempo, alla nostra adolescenza spensierata. Serate come questa mi fanno sentire giovane e libera, un Peter Pan che non ne vuole sapere di crescere e maturare.

"Se vuoi posso cacciare qualche pantegana, sono sicura che qui intorno ce ne siano a decine." Indico a Nicole i vari punti cieci che ci circondano, i cespugli fitti dai quali potrebbe davvero uscire un topo da un momento all'altro.

"Portate pazienza, voglio solo vedere se Liam è da solo o no." Alice, scongiurata l'eventualità di un attacco animale, torna a puntare l'attenzione verso l'entrata.

Giulia, si mette seduta a gambe incrociate e osserva i suoi vestiti con aria contrariata. "Comunque, se avessi saputo che ci saremmo rotolate nell'erba come maiali al pascolo, non vi avrei dato le mie tute da jogging."

Io e Nicole ridiamo come matte, evitiamo di precisare che i maiali non vanno al pascolo come le mucche, la faccia sconsolata di Giulia è troppo divertente.

"Io penso di essermi appoggiata a una cacca di cane, dici che viene via la macchia?" Nicole rincara la dose.

"Anche io mi sono sdraiata su qualcosa di viscido e giallo, che cosa sarà?" Le faccio eco.

Giulia, ignara di essere vittima dei nostri scherzi, vola addosso a Nicole e prende a controllarla un centimetro per volta. "Oh, ma siete matte? Queste tute sono della Nike, costano centocinquanta euro l'una!"

Nicole si ribella all'autopsia che le viene imposta, vado in suo soccorso, cerco di scostare le mani invadenti di Giulia, ma lei, invece che placarsi, comincia a passare in rassegna anche me, facendomi il solletico dappertutto.

"Ma che state facendo?" Alice si volta nella nostra direzione e si butta nella mischia.

Finiamo per rotolare sull'erba come quattro veri maialini che giocano tra loro.

Come la campanella del ring ferma un incontro, anche noi veniamo interrotte da un suono molto simile. La campanella appesa alla porta d'entrata della palestra trilla, nonostante saremo distanti almeno cinquecento metri, ci basta quel flebile suono lontano per tornare sull'attenti, in posizione da osservazione.

Baciami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora