Eri arrivato a contare le volte in cui la nostra pelle si sfiorava.
Io, Suguru Geto, sapevo benissimo che andavi in visibilio se accidentalmente durante gli allenamenti uno dei due si ritrovava sopra l’altro, i corpi a contatto.
Ho sempre pensato che insieme saremmo stati la coppia perfetta, noi due.
Tu dicevi che eravamo i migliori, i più forti.
Ingenuo, dolce pupillo dei Gojo.
Eri tu che eri il più forte, non noi.
Eppure tu lo sapevi, lo sapevi eccome.
Però eri cieco, cieco come il peggiore degli innamorati.
Innamorato di me.
Credo di doverti ringraziare per avermi donato il tuo cuore, grazie davvero.
Mi ha reso tutto più semplice.
Non le dimenticherò mai quelle tue ciglia candide che circondavano gli occhi in cui mi sarei voluto perdere, quegli occhi che se solo avessero saputo avrebbero potuto salvarmi, avrebbero potuto salvarti.
Ma tu non sapevi.
Erano belle le tue iridi.
Rispecchiavano l’oceano in tutte le sue mille gradazioni, un cortometraggio delle sue meraviglie.
Occhi magici.
Tu stesso eri meraviglioso, posso dirlo, ma tu hai preferito arrenderti all’amore per qualcuno, per me.
Io ti ho usato, ora lo sai.
O forse lo hai sempre saputo.
Preferisco essere sincero.
Mi sono tolto un peso.
Passavo le mie dita, che dicevi essere quelle di un pianista, tra i tuoi capelli, puri e diafani.
Mi detesto e mi ammiro per ciò che sono ma soprattutto per ciò che ti ho fatto.
Quando ci conoscemmo non mi rivolgesti uno sguardo.
Io, invece, lo feci eccome.
Eri restio, guardingo, diffidente, avevi sempre la battuta pronta, scomoda e piccante, niente sembrava interessarti davvero. Ci tenevi tutti a distanza.
Seppi la verità solo quando posasti lo sguardo sul mio corpo agonizzante, quando una missione non andò esattamente secondo i piani.
Ti inginocchiasti, prendesti la mia testa e la posasti sul tuo grembo.Era ancora il primo anno.
Inizialmente pensai fosse per i sensi di colpa che le lucenti lacrime rigavano il tuo viso.
Ma in quel momento mi pregasti di non morire, di fare in modo che tu potessi ancora avere qualcuno al mondo che non ti guardasse con finta adorazione e malcelato malcontento senza smettere di adularti nella speranza di portarti dalla propria parte.
Mi implorasti di lasciarti l’unica persona che si fosse sempre rivolta a te con la sincerità nel cuore e nello sguardo.
I tuoi occhi erano pieni di lacrime.
Che spettacolo affascinante, sembravi un fiume in piena che non sapeva come fermarsi ma che ci provava disperatamente.Semplicemente sublime.
È successo non più di due anni fa ciò che ha diviso per sempre le nostre strade.
Eravamo di ritorno dalla missione a Kyoto, ti ricordi?
Ce l’avevamo fatta per un pelo.
Ancora non eri così forte e non era passato molto tempo dallo scontro con quel Fushiguro, il vero proprietario del pugnale, l’arma che avrebbe segnato l’inizio della fine.
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OMNIA SECULA || JJK
Hayran Kurguomnia secula = tutti i secoli "I regret nothing, even if it ended like this. He was all I've ever had and all I've ever desired." angst (come per l'altra storia, "'TSUMU", questa è frutto di uno studio psicologico sui personaggi e di un tentativo...