3. Regina dei fiatoni

124 7 0
                                    

Pov Ambra

"Quindi mi stai dicendo che Bucky non era sotto il controllo dell'Hydra ma sotto sotto stretta sorveglianza di loro e che abbiamo sempre cercato nel posto sbagliato?" Faccio segno di sì con la testa per la trentesima volta.

Dopo aver prelevato Iris all'aeroporto di New York. Le ho raccontato quello che era successo in queste ventiquattro ore ma continua a non crederci.

Iris è la mia migliore amica da quando avevo un anno. É stata presa sotto l'ala protettiva di mio padre, poi ci siamo perse di vista quando credevo che mio padre era morto.

Io sono stata in una scuola militare per quattro anni se quella scuola si può definire così e lei è stata mandata in orfanotrofio. Purtroppo ci siamo ritrovate entrambe a essere delle macchine da guerra dell'Hydra.

Suo papà è stato bandito dal loro paese. Ha la pelle cappuccino. I capelli lunghi e neri. Gli occhi marroni così espressivi che li invidio sembrano pozze di bronzo fuso, invece i miei sono due blocchi di ghiaccio ambrato, dalla colorazione di essi deriva il mio nome.

È un anno più grande di me e prima che ci perdessimo di vista mi ha fatto sia da madre che da sorella ed è stata la mia amica anche dentro l'Hydra. Non saprei cosa fare senza di lei.

Ora stiamo a Boston per prendere l'ultimo tassello della nostra sgangherata famiglia.

Dopo un'ora circa siamo arrivati in un campo a circa due ore di cammino dalla base dove tengono rinchiusi mio padre.

Abbiamo deciso una postazione così lontana perché se ci dovessero scoprire ci divideremo e ci troviamo nel campo dove abbiamo lasciato il jet quarantotto ore dopo esatte.

" Ok Ambra qual è il piano?" Mi chiede Iris mentre camminiamo per arrivare alla base.

"Trovare mio padre, liberarlo, andare in Canada e goderci la vita, così abbiamo sia il mare che la montagna come piace a noi. Tutto questo senza essere scoperte o ritrovarci con una pallottola in testa! Chiaro White panther?" È un piano che fa acqua da tutte le parti me ne rendo conto, ma il meglio che mi è venuto in mente.

"D'accordo Soldatessa d'inverno, ti devo trovare un nome migliore. Questo mi ricorda troppo col periodo." Alzo gli occhi al cielo, quando ci mette sa essere molto logorroica.

"White su concentrati. Questo non è il momento." Dico riportandola alla realtà.

"Si hai ragione Sold." Sold. sarebbe il diminutivo di soldatessa.

Quando siamo in missione ti piace usare dei soprannomi. È stupido lo so anch'io ma siamo giovani e ci vogliamo divertire. Come se rischiare di avere una pallottola in testa fosse divertente.

Troviamo una casa abbandonata e decidiamo di fermarci per riposare cinque minuti.

"Ambra se ci scoprono usiamo questo luogo per nasconderci e poi alla sera andiamo a prendere il jet, d'accordo?" Mi dice mentre bevo dalla borraccia, faccio segno di no con la testa.

"Ci dividiamo e dopo quarantotto ore esatte ci troviamo al jet, chi ha trovato papà se lo porta dietro ok?" Iris ha sì con la testa.

Finalmente dopo un'altra ora di marcia arriviamo davanti alla base. Entriamo e iniziamo a perquisire il primo piano insieme.

Arriviamo davanti a delle scale. Non abbiamo trovato nessuno.

Nulla.

Il deserto del Sahara in confronto è più popolato.

Dire che è strano è poco. Di solito questi posti pullano di guardie.

"Ok White tu vai ai piani alti, io ai piani bassi." Lo sappiamo entrambe che non è una scelta saggia dividerci ma dobbiamo trovare Bucky prima che faccia giorno e dato che fra meno di due ore sarà l'alba. Il tempo stringe.

Faccio l'ultimo piano ma nulla. La mia speranza di trovarlo viene sempre meno come d'altronde quella d'Iris.

A ogni piano ci diciamo se abbiamo trovato qualcosa ma le risposte sono sempre negative.

Apro l'ultima porta.

Merda.

Ci sono dieci occhi a guardarmi.

"Ciao ragazzi io dovrei andare." Dico con un sorriso.

Chiudo la porta e dico a Iris tramite auricolare che la missione e saltata.

Corro, corro in linea retta. Un piede dopo l'altro fino a che non sento un colpo di pistola.

Mi abbasso cercando di non essere colpita ma purtroppo vengo colpita di striscio al braccio sinistro allora inizio a correre zigzagando.

Un altro colpo di pistola che stavolta non mi prende per fortuna. Stanca di essere la prenda come un cervo in una battuta di caccia di lupi.

Prendo il pugnale da lancio che avevo nella manica destra. Guardo nella lama come si sono sparpagliati.

Alzo lo sguardo cazzo vicolo cieco. Corro contro il muro. Faccio un salto in alto e spingo con il piede destro addosso al muro e faccio un salto giro con il corpo teso e contemporaneamente al salto lancio il coltello addosso a Tony.

Lui si sposta giusto in tempo e il pugnale va a conficcarsi nella parete di cartongesso.

Rimangono un attimo imbambolati dalla mia performance di ginnastica artistica. Corro su per le scale fino ad arrivare con il fiatone al primo piano.

"Giuro che non farò mai più le scale di corsa." Invesco contro me stessa.

"Regina dei fiatoni sbrigati che ti sono dietro." Sento la voce della mia migliore amica che mi sprona a correre per non essere presa.

Maledico mentalmente Iris. Corro a testa bassa, alzo la testa per vedere chi c'è al nostro inseguimento.

"Come mai che voi due finte sempre nei casini?" Dice una volta che conosco molto bene. Alzo lo sguardo. Mi fermo. Un uomo che assomiglia a Gesù con la barba e i capelli marroni che gli arrivano fino alle spalle ha preso le sembianze di mio padre.

"Papà?" Chiedo incredula. Lui si gira torna indietro mi prende per mano.

"Si amore sono io ma ora dobbiamo andare." Inizia a correre ma io non mi muovo e lo trattengo.

Lo abbraccio e in questo momento non me ne frega niente se ci sono quattro Avengers e il capo dello S.H.I.E.L.D. che potrebbero metterci in prigione.

Lo abbraccio, un abbraccio quasi bisognoso come se da questo dipendesse la mia stessa vita. La sua barba mi dà fastidio all'incavo della spalla ma non mi interessa, quello che mi interessa è che finalmente è con me. Stiamo così finché non sento una canna di pistola puntata dietro la testa.

"Mani in alto entrambi e nessuno si farà male." Cavoletti di Bruxelles questa non ci voleva.

Alziamo le mani contemporaneamente e lentamente. Tutti e tre siamo sotto miro da dei cecchini professionisti. Mi giro per vedere che mi punta l'arma addosso. Rido.

"Brava la nostra vedova nera."

"Zitta mi ero fidata di te." Dice incavolata.

"Lo so e per questo ti ringrazio, mi hai facilitato il lavoro, ma vedi esiste una cosa chiamata recitazione, forse dovresti fare un corso. Io l'ho fatto, il risultato è che vi ho fregato tutti."

"Ambra questo non è il momento di fare la stronza." Mi sussurra un rimprovero mio padre.

"Dai se devo morire, voglio essere ricordata come la stronza che ha derubato gli Avengers." Mi lamento.

"Bucky?" Chiede una persona alle mie spalle.

Dance of the dark /Pietro Maximoff Sospeso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora