PROLOGO - Morte di una geisha

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So cosa è scritto nel titolo del capitolo.
L'ho scritto io.
So che non è il migliore degli inizi e che non prevede niente di positivo.
Ma comunque in questo capitolo è un crescendo di cose negative, quindi.
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Tanjiro camminava per il villaggio in cerca di clienti.
Non che dosse difficile trovarli, era inverno e la gente voleva il carbone per riscaldarsi.
Oggi c'era uno strano fermento. Tutti parlavano di due geishe di passaggio che venivano da Kyoto.
Tanjiro girò un angolo e andò a sbattere contro qualcuno.
Scivolò sulla terra ghiacciata e finì per tera.
La scatola dove portava il carbone si rovesciò sporcando ovunque.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso la persona che aveva urtato e si ritrovò davanti una giovane ragazza che cercava di raccogliere il carbone.
Aveva i capelli legati nel tradizionele wareshinobu, il volto completamente bianco, il labbro inferiore pitturato di rosso.
Portava un lungo kimono blu con dei loti color carne e aveva il colletto sotto al vestito di un rosso acceso.
Una geisha. Anzi, una maiko, un'apprendista geisha.
Tanjiro si tirò su di scatto e si mise a raccogliere il carbone.
Incrociò per un'attimo lo sguardo della ragazza.
Aveva gli occhi di del colore delle Belle di Notte.
Poi la maiko venne strattonata verso l'alto e lontano da lui.
Un'altra ragazza, più grande di lei, le parlava velocemente.
《Maiko! Non ti devi azzardare a dare aiuto a nessuno! Tu sei superiore!》
《Ma Onee-san!》 Protestò la ragazza.
《Niente ma! Non ti devi sporcare, per favore non farmi alzare la voce in pubblico!》
Poi la ragazza più grande girò sui tacchi (anzi, sugli zori) e si allontanò.
La più piccola sospirò e si girò verso Tanjiro.
Poi con un movimento veloce si tolse un ornamento a forma di colomba dall'acconciatura e, sorridendo, gliela porse.
《Disegna tu l'altro occhio.》 disse con una voce dolce.
Tanjiro rimase incantato per un istante.
Poi afferrò un pezzo di carbone appuntito e cercò di disegnare un occhio alla colomba.
La ragazzina se la riappuntò tra i capelli e poi, con uno scatto del ventaglio, si girò e si allontanò.

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Alcuni giorni dopo le due ragazze erano tornate a Tokyo, nella loro Okiya.
Non so se lo sapete, ma è comunque meglio specificarlo, ma le geishe o comunque chi studiava per diventare una geisha, venivano vendute alle Case di Geisha (o Okiya) da piccolissime e la loro educazione iniziava presto.
Fatto sta' che la ragazza più giovane sedeva sul porticato, con un ventaglio in mano.
Dall'altro lato era seduta la più grande che apriva e chiudeva il ventaglio.
《Non capisco proprio come tu non riesca ad aprire e chiudere il tuo ventaglio, Minako!》
Disse la maggiore mentre faceva schioccare il ventaglio.
L'altra aveva uno sguardo concentrato.
Allargò le dita, facendo attenzione a non far cadere l'attrezzo.
《I-io non sò come ho fatto l'altra volta...》 disse poi Minako aprendo piano, moolto piano, il ventaglio.
《Non ho proprio la manualità per poter fare queste cose, Gemmei!》 (Si legge "Ghemmei")
Con uno scatto il ventaglio fece uno strano movimento e si chiuse di botto.
Gemmei sbuffò, e il suo respiro si condensò nella fredda aria serale.
《Riproveremo domani, Minako》 disse allora la ragazza alzandosi.
Minako parve sconsolata.
《Dai tempo al tempo, maiko》 disse infine rientrando.
Lei scrutò il freddo giardino in stile giapponese.
L'Okiya si trovava in una zona isolata rispetto al centro della città, più vicino al bosco.
La ragazza aveva un laghetto di ninfee vicino al quale si andava a sedere ogni tanto, per riposare.
Ma adesso era troppo freddo e la neve avrebbe bagnato il suo kimono.
Decise così di tornare dentro.
Nella sala dove mangiavano c'erano già quasi tutte, fra geishe e maiko.
Per fortuna dentro faceva un pò più caldo, anche se di poco.
Erano a metà cena quando si sentì uno strano suono.
Un respirò affannto.
Fuori.
Alcune si guardarono in torno.
Solo la Okaa-san (madre, era la direttrice della Okiya) continuò a mangiare.
《Ragazze!》 Esclamò 《Non è niente, calmetevi!》
E tutte si rimisero a mangiare.
Dopo qualche minuto si sentì un altro suono.
Raschiare.
E stavolta era dentro.
La Okaa-san si alzò e uscì dalla stanza. Guardò da un lato del corridoio e poi dall'altro.
Rimase congelata.
《Ragazze...》sussurrò.
Poi qualcosa si lanciò contro di lei.
La signora cadde a terra con un urlo acutissimo.
Scoppiò il panico.
Persone che si alzano, gridano, lanciano cose, scappano.
Minako puntò lo sguardo su Gemmei.
La maggiore si alzò di scatto mentre il demone colpiva qualcun'altro.
Poi afferó Minako e la tirò via.
Corsero lungo il porticato esterno.
Il demone si accorse di quasto loro movimento e si lanciò fuori dalla stanza, all'inseguimento delle due.
Di lato al portico erano allineate una serie di once vuote.
Gemmei guardò Minako e poi, piangendo di disperazione, la spinse giù.
Mentre la ragazza cadeva dentro l'oncia, il demone saltava sulla Onee-san.
Fu tutto quello che la ragazza vide, prima di finire sul fondo del contenitore.
Questo perse l'equilibrio e cadde di lato.
La maiko rimase lì dentro per tantissimo, senza muoversi e quasi senza respirare.
Poi, ad un certo punto, non si sentì più niente.
Lei pensò che rimanere là dentro sarebbe stato inutile perchè il demone avrebbe potuto trovarla, quindì uscì.
Era ancora notte, anche se si capiva che mancava poco all'alba.
Il corpo di Gemmei non era più lì, ma per terra c'era una lunga striscia di sangue.
La ragazza la seguì.
Svoltato un angolo si ritrovò davanti uno spettacolo orripilante.
Alcuni corpi di ragazze giacevano quà e là lungo il porticato. A pezzi.
Altri probabilmente si trovavano dentro.
Minako si premette una mano sulla bocca per non urlare o vomitare o entrambe le cose.
Con un grande sforzo la ragazza continuò fino alla sala dove mangiavano.
Mano mano che passava riusciva a riconoscere alcune delle sue compagne.
Proprio davanti c'era il corpo della Okaa-san.
Minako si asciugò una lacrima.
Quella donna l'aveva accolta come una figlia, quando, da piccolissima, era rimasta orfana.
E ora era lì.
Morta.
La ragazza non riuscì a guardarla un momento di più e si incamminò dal lato opposto.
E a metà corridoio eccola lì.
Gemmei.
Minako si precipitò subito accanto al corpo straziato ma ancora ricinoscibile della sorellona.
Si piegò in due e pianse.
Pianse tantissimo.
Alla fine si asciugò le lacrime e notò che il ventaglio della Onee-san era ancora praticamente intatto.
Chiedendo scusa per averlo preso senza permesso, Minako glielo tolse dalla vita e se lo agganciò nell'obi (cintura del kimono).
Poi sentì un grugnito alle sue spalle.
Si girò e vide un demone che la fissava con in mano un braccio.
Minako non riuscì a trattenersi e vomitò tutto sul kimono prima di giararsi e scappare.
Il demone si gettó al suo inseguimento.
La ragazza era arrivata alla fine del porticato, dove iniziava il giardino.
Con un salto disperato si lanciò sulla ghiaia.
Ditro di lei si sentì uno ZACK! E la testa del demone volò a qualche metro di distanza.
Minako si girò lentamente e vide una signorina, piuttosto giovane, che rimetteva nel fodero una katana dalla lama celeste.
《Povera piccola》 sussurò poi 《Dimmi, come ti chiami cara?》 Chiese
Lei aprì la bocca e sussurrò il suo nome.
《Minako!》 Esclamò la giovane 《 Io sono Etsuki. E dimmi Minako, ti piacerebbe avere vendetta?》 .
In quel fatidico momento la ragazza rispose si, voleva vendetta, voleva che quel vuoto che c'era dentro di lei si colmasse, voleva tanto che Gemmei non fosse morta.
Si tirò in piedi e scoppiò a piangere, abbracciando la signorina Etsuki.
《G-grazie signorina, prometto che darò il massimo!》.

For a Safe World || Tanjiro × ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora