FOUR

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POV Chiara

Mi aveva cacciata in modo brusco, e avrei dovuto lasciarlo stare e andarmene, anche perché non vi dovevamo alzarci, ma quando glielo dicevo sembrava non ascoltarmi proprio.

Non so cosa mi sia preso, ma andai da un hostess e le chiesi del cibo e altri sacchetti per il vomito.

Mi diede un panino e con una bottiglietta d'acqua e un succo con un paio di sacchetti.

Tornai davanti la porta del bagno e con un po di paura bussai.
Tenevo con una mano il panino e l'acqua e con l'altra il succo e i sacchetti.

Dopo poco sentii la sicura togliersi e vidi che la porta si aprì con molta insicurezza.

Appena 𝑙𝑢𝑖 aprì quasi completamente la porta riuscì a vederlo, teneva la testa bassa e il volto era distrutto e pallido.
Notai una cosa che non volevo notare.
Aveva le nocche della mano destra sporche di sangue e la mano gli stava tremando.

Appena alzó lo sguardo mi vide, credo non se l'aspettasse perché quando poggiò gli occhi su di me spalancò la bocca e le palpebre trattenendo leggermente il fiato.

Ci stavamo comportando entrambi in uno strano modo.

"N-non eri andata via?" Mi chiese lui abbassando di nuovo il volto
"Ero andata a prenderti qualcosa da mangiare, hai vomitato molto, hai bisogno di mangiare" spiegai io e lui, sentendo le mie parole, alzó di scatto la sguardo.
"D-davvero mi hai preso del cibo?" chiese lui ancora incredulo
"Si, ecco tieni" gli dissi decisa porgendogli il panino e l'acqua.

"T-ti va...di mangiarlo insieme a me?"
"No" quando sentì il mio 'no' i suoi occhi si rabbuiarono e si umidirono, non capivo se era tutto un sogno o uno strano sogno.
"Voglio dire...se vuoi posso farti compagnia mentre lo mangi, però è piccolo il panino, meglio che lo mangi tutto tu, così da riprendere tutte le energie" cercai di rimediare.

Alzó leggermente un angolo della bocca e si spostò da davanti la porta del bagno per farmi entrare

Voleva davvero che magiassimo in bagno?

Senza fare domande entrai e lui chiuse la porta dietro di sé

Non sapevo che fare, era tutto così imbarazzante, ci guardavamo entrambi in giro, ma non c'era nulla da guardare, era molto piccolo quel bagno, quasi ci sfioravamo.

Avevo in mano ancora il suo panino così glielo diedi senza dire troppo.
Lo guardai mangiare quel panino, era davvero affamato, lo ha divorato.

Quando lo finì mi guardò come un bambino, era così 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑜
Sembrava che avesse fatto qualcosa, come i bambini.

Non capivo cosa volesse quindi cercai di indovinare
"Vuoi l'acqua?"
Lui annuì, sembrava veramente un bimbo, quando gli passai l'acqua fece un sorrisetto tra il contento e il fiero.

Finì tutta la bottiglietta e la buttò nel cestino ai suoi piedi.
E poi ricadde di nuovo quel estenuante silenzio.

"Perché hai fatto tutto questo?" Chiese lui spezzando il silenzio e guardandomi negli occhi. Potevamo rimanere in silenzio no?

Cosa gli dicevo? Non la sapevo neanche io pa risposta a questa domanda, perché lo avevo fatto?

"Perché non mi rispondi?"
Stavo pensando troppo

"Ok ho capito"
Cosa ha capito!?

Fa per andarsene ma io lo bloccai
"Fermo!"
"È la quarta volta che lo dici oggi"
"Dove stai andando?"
"Secondo te"
"Non lo so, se lo sapevo non te lo avrei chiesto"
"Se l'avessi saputo"
"Cos'è ora oltre allo scarso attore che sei ti metti pure a insegnare la grammatica?"
"Di sicuro sono più bravo di te formulare una frase"
"Ma che siamo all'asilo"
"Te sei sempre una bambina"
"Sei io sono una bambina non mettiamoci a parlare di te"
"Cosa vorresti dire?"

Non ce la facevo più a sopportare questa discussione quindi decisi di andarmene.

"E ora dive credi di andare?"
Ma perché non si sta una buona volta zitto

Me no vado senza rispondergli, so quanto gli da fastidio quando non gli rispospndono.
Lo sento che si precipita a rincorrersi ds dietro.

Una forte turbolenza ci fa cadere a entrambi per terra sul corridoio dell'aereo.

Ero finita con la faccia e il corpo per terra, una mano mi aiutò ad alzarmi, era quella di un ragazzo.
Aveva i capelli sul nero scuro, tipo il carbone, gli occhi verde luccicante e la mascella perfettamente delineata, e la mano che stringevano era possente e potente.

"Ehm grazie" lo ringraziai per poi alzarmi del tutto
"Piacere Samuele" Si presentò lui porgendomi la mano che avevo appena lasciato. La strinsi e mi presnetai anch'io
"Piacere Chiara"

Lui sorrise, aveva un sorriso dolce, e quella voce era tutto il contrario, si adattata perfettamente al suo aspetto fisico, era roca.

Senza accorgermene mi ritrovai a un pelo dal cadere di nuovo per terra, se non fosse stato per le mani di Samuele chei tenevano per i fianchi, sarei caduta.

Mi rialzai e sorridendo al ragazzo che aveva appena mi aggiustai i vestiti.

Sentivo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse fissando, mi voltai e vidi gli occhi glaciali dello 𝑠𝑡𝑟𝑜𝑛𝑧𝑜 fissarmi.
Aveva un'espressione infastidita e allo stesso tempo incazzata.
Però non fissava me, ma Samuele che stava guardando me.

Decisi di salutare e ringraziare alcira una volta il ragazzo che mi aveva aiutata e tornai al mio posto seguita dallo 𝑠𝑡𝑟𝑜𝑛𝑧𝑜, che però si fermò da Samuele per dirgli qualcosa.

Mi sedetti al mio posto e mentre cercavo le mie cuffie nello zaino 𝑙𝑢𝑖 Si sedette vicino a me e iniziò a parlare.

"Non ci devi più parlare con quello"
"Come scusa?" Mi aveva appena dato un ordine.
"Non devi mai più parlare con quello lì"
"Tu non mi dai ordini e poi se voglio parlare con un ragazzo lo posso fare, che ne sai, forse era lui il mio amico a cui hai rubato il posto
Serrò la mascella e degluitì con difficoltà.

Mi stava guardando dritto negli occhi, non riuscendo a sostenere il contatore visivo rivolsi il mio sguardo ancora sul mio zaino in cerca delle cuffie.

All'improvviso sentì una mano appoggiarsi sul mio ginocchio e stringersi con fare possessivo
"Tu non ci devi parlarne più con lui" Disse al mi orecchie con la possessione nella voce

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