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Quando il mio cellulare iniziò a squillare, maledii chiunque mi stesse chiamando.
Aprii prima un occhio e poi l'altro per abituarmi alla luce, poi pigramente guardai la sveglia posta sul comodino e sbuffai quando notai che fossero appena le undici del mattino.
Io e Jimin eravamo andati a dormire veramente tardi dopo aver ripulito interamente la casa da ogni tipo di prova della festa. O meglio, io avevo pulito ogni centimetro di quella casa perché il biondo, dopo neanche un'ora di pulizie, era crollato sul divano continuando a dormire beatamente nonostante i miei continui sbuffi e rumori. Probabilmente non lo avrebbe svegliato neanche un terremoto, mentre io ero andata a dormire alle 4 di mattina per salvargli letteralmente il culo.
"Mamma?" dissi con voce roca, dopo aver afferrato il cellulare e accettato la chiamata.
"Oh my god, are you still in your bed?" disse lei, sorpresa.
"Yes mommy."
"Honey, cosa hai fatto ieri sera?"
"Heejin e gli altri mi hanno trascinato ad una festa a casa di Yoon."
"Ooh, saluta quel ragazzo! Quando ci verrete a trovare? Sono mesi che non lo vediamo." disse contenta lei.
Io mi strofinai un occhio con la mano libera e sospirai per la situazione.
Yoon aveva conosciuto i miei genitori un anno prima quando mi aveva accompagnato a Busan durante un weekend.
Li aveva conquistati subito con quel suo fascino da giovane uomo serio e rispettoso, ma aveva soprattutto conquistato mia madre grazie alla sua buona pronuncia inglese e al racconto della sua esperienza di un anno a New York avvenuta durante i suoi anni all'Università. Quindi appena mia mamma aveva sentito nominare la grande mela era impazzita quasi completamente, essendo nata e cresciuta lì.
"Yoon is so busy right now, ma ti prometto che verremo appena sarà libero."
Io e mia mamma avevamo l'abitudine di passare dall'inglese al coreano e viceversa quando parlavamo fra di noi.
Fin da piccoli, aveva insegnato a me e mio fratello la sua lingua e aveva continuato a parlarla per non dimenticare e far esercitare noi, ma nonostante ciò quando era con mio padre, preferiva parlare solamente coreano.
I miei si erano conosciuti a Seoul quando mia mamma aveva svolto uno stage lavorativo nella stessa azienda in cui lavorava mio padre poi, dopo mesi di relazione a distanza e non, aveva deciso di lasciare il suo paese e trasferirsi definitivamente a Busan, la città natale di mio padre. Erano sposati da ben 27 anni e avevano avuto mio fratello dopo qualche mese dal loro matrimonio e dopo due anni, me.
Eravamo una famiglia economicamente normale, i miei genitori gestivano un ristorante a Busan da qualche anno e mio fratello aveva deciso di non proseguire gli studi, preferendo la carriera militare. Io invece, dopo i test per entrare all'Università, ero riuscita ad entrare alla Seoul University: una, se non la più prestigiosa università della Corea del Sud.
Il mio obiettivo era diventare un giudice, ma prima mi avrebbero aspettato esami finali e qualche altro anno di studio per far avverare il mio sogno, ma ero una persona molto decisa e ben motivata.
Forse questo lo avevo proprio ereditato da mia madre, dato che era stata lei a chiedere a mio padre di sposarla subito dopo essere arrivata a Busan.
"Of course honey, in ogni caso questa volta troveremo noi un weekend libero per venirvi a trovare, non appena Chan tornerà dalla sua missione. I miss you so much!"
"I miss you too, mommy. Saluta papà."
"Sì certo, see you soon."
"Bye mom."
Chiusi la chiamata e lanciai il telefono al mio fianco, appoggiando un braccio sui miei occhi, oscurando completamente la mia vista.
Non era un bel periodo con Yoon e avere la mia famiglia tra i piedi non sarebbe stato l'ideale per noi, nonostante i miei genitori e mio fratello mi mancassero moltissimo.
"È strano sentirti parlare in inglese."
Sobbalzai dalla paura e mi misi una mano sul cuore. Jimin era in piedi, appoggiato alla porta, con i capelli completamente spettinati e con solo un pantalone della tuta grigio.
"Ma ti vuoi coprire!" dissi urlando mentre mettevo le mani davanti ai miei occhi.
"Oh dai, non dirmi che ti vergogni?! Vedi Yoon nudo." rise lui.
"Ma cosa c'entra, è il mio ragazzo!" strillai.
"Eh va bene, ora vado a mettere una maglia, mamma mia quanto sei santarellina." disse sbuffando e incamminandosi chissà dove.
Tolsi lentamente le mani, provando a vedere se Jimin fosse andato via davvero, e una volta notata la sua assenza ne approfittai per alzarmi e rifare il letto di Yoon, tentando di non pensare alle mie guance calde e rosse.
In ogni caso, il maggior dei Park non sarebbe arrivato prima delle sei del pomeriggio -secondo il biondo- quindi sarei potuta tornare a casa, fare una doccia e poi ritornare per aspettarlo.
"Ora hai finito di urlare?" mi disse Jimin, entrando in cucina.
Ero appoggiata al bancone dell'isola, a bere una tazza di latte caldo per riscaldare il mio intero corpo, quando lo vidi entrare a piedi nudi ma per fortuna completamente vestito.
"E tu hai finito di girare nudo per casa?" risposi, imitando il suo tono.
"Divertente principessa, ti ricordo però che questa è casa mia e secondo me a te non dispiace neanche troppo."
"La convinzione fotte." risposi, assottigliando gli occhi. Non l'avrebbe avuta vinta.
"Se volessi girare anche tu con solo una maglia, a me di certo non dispiacerebbe. Sono sincero, almeno io." ghignò lui.
Lo guardai e sbuffai. Antipatico come sempre nonostante tutto.
"Torno a casa, probabilmente dopo torno qui per parlare con tuo fratello. Prego per averti aiutato con la casa." risposi io, afferrando il mio cappotto appeso all'attaccapanni vicino all'ingresso.
Per fortuna la sera precedente non avevo indossato nessuno dei vestiti che mi aveva consigliato la mia migliore amica, perché in quel momento uscire con quel gelo sarebbe stata una tragedia.
"Ti accompagno a casa." disse lui.
"No no, c'è Yoongi che mi aspetta giù."
Lo vidi assottigliare gli occhi e guardarmi in silenzio per qualche secondo, decidendo poi di parlare.
"Ma non è che tradisci mio fratello con lo Hyung?"
"Ma con chi? Con Yoongi? Ma sei scemo?! Siamo solo amici."
"Mmh va bene."
"Ciao Jimin." dissi velocemente.
"Ciao ciao principessa." mi rispose, afferrandomi velocemente per il polso per scoccarmi un bacio sulla guancia che mi fece arrossire.
Non mi ero ancora abituata ai gesti carini da parte del biondo, ero troppo abituata ai nostri continui litigi e battibecchi quindi il fatto che si fosse rivelato una persona estremamente fisica, mi faceva in qualche modo agitare.
Quasi di corsa uscii da quell'appartamento e raggiunsi Yoongi.
"Buongiorno!" dissi entrando in macchina.
"Giorno. Sei ancora una?" mi rispose lui, mentre metteva in moto la sua macchina per poi partire verso casa mia.
"In che senso?" dissi aggrottando le sopracciglia. Non aveva proprio senso la sua domanda.
"Avete procreato?"
"YOONGI! Ma sei scemo?!" urlai, diventando un pomodoro.
Lo vidi girarsi per qualche secondo nella mia direzione e ghignare, poi ritornò con gli occhi sulla strada.
"C'è tensione sessuale fra voi. Non te ne sei accorta?"
"Cosa? No, non dire stronzate. Non è divertente. Jimin è il fratello del mio ragazzo." risposi subito.
"Hai dimenticato che eri completamente cotta di lui qualche anno fa?"
"Sì, ho dimenticato per il bene di tutti nel momento in cui ho iniziato una relazione con Yoon. Ora discorso chiuso."
"Va bene, come preferisci, ma la situazione non cambia: c'è tensione sessuale fra voi da sempre, ma ora è più evidente."
"Vuoi salire?" dissi cambiando discorso quando notai che eravamo ormai sotto il mio palazzo.
"No, mi devo vedere con Jimin fra poco."
"Va bene, ma una di queste sere: pizza e film?"
"Solo se c'è la birra."
"Te la comprerò." dissi prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
"Troppo sentimentalismo." disse subito lui.
"Ciao Yooooongi-ah." risposi roteando gli occhi e ridendo. Ogni volta faceva sempre la parte del duro e distaccato, ma alla fine sapevo quanto in realtà mi volesse bene e adorasse le mie dimostrazioni d'affetto.

The Park boys [Park Jimin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora