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L'Hanami era il periodo più bello dell'anno. Una meravigliosa tradizione Giapponese che si è diffusa in Corea e poi anche nel resto del mondo. Era un evento speciale, romantico e bellissimo da ammirare.
Quando Jimin mi aveva invitata a vedere insieme l'inizio della fioritura, avevo accettato velocemente dato che negli ultimi anni ci ero sempre andata sola o con Yoongi e Heejin, dal momento che Yoon era sempre indaffarato con il suo lavoro.
Inoltre, avevo bisogno di cambiare aria per smetterla di autocommiserarmi sulla mia storia fallita. Non avevo fatto altro che gettarmi sui libri per non pensare, quindi uscire mi avrebbe fatto solo che bene.
Avevo visto Jimin solo una volta in quei giorni, il giorno precedente a lezione e non aveva smesso di darmi fastidio un solo memento: aveva tirato in continuazione i miei capelli e aveva fatto qualche battuta, tentando di farmi ridere. Avevo dovuto far uso di tutta la mia buona pazienza per non mandarlo a quel paese e per non farmi beccare dal professore quando non riuscivo proprio a non ridere.
Sembrava che il nostro rapporto stesse migliorando, in realtà ero ancora un po' stranita dalla sua vicinanza, perché ogni volta che mi era intorno quel senso di vertigini ritornava a farsi spazio nel mio stomaco.
In Università le persone ci guardavano ancora in modo curioso; vedere me e Jimin da soli era un evento raro, ma lo era soprattutto vederci andare d'accordo.
In ogni caso, nessuno dei due aveva più accennato ai due baci o al mio rapporto con suo fratello, e mi stava bene così, l'imbarazzo sarebbe stato ancora troppo alto.

Alle 17 in punto del famoso mercoledì, dopo aver cucinato per due ore per il nostro imminente picnic, attesi il biondo sotto il mio palazzo. Mi aveva avvisato che sarebbe venuto a piedi, dato che casa Park era poco lontana dalla mia. Infatti, attesi solo cinque minuti prima di vedere in lontananza Jimin che, con le mani nelle tasche del suo bomber, sembrava non accorgersi di alcune ragazze che lo ammiravano con la bava alla bocca.
"Buonasera, signorina." mi disse sorridendo.
"Buonasera." dissi inclinando la testa e sorridendo di rimando, lasciando perdere le ragazzine di poco prima.
"Pronta per questa avventura?"
"Certo che sì, non vedo l'ora!" dissi battendo le mani e saltellando.
Vidi Jimin ridacchiare e sorridere talmente tanto che i suoi occhi divennero delle mezze lune. Era troppo carino.
"Che fai, ti sei portata tutta la casa in quello zaino?" mi disse, notando il mio zaino sulla mia spalla. "Dai qui." continuò, sfilandomelo.
"Simpatico. Comunque ho preparato il Kimbap e i Mandu e ho fatti i Mochi, dato che l'altra volta hai detto fossero i tuoi dolci preferiti."
"Ma Heejin mi ha sempre detto che sei negata nella cucina."
"Beh...effettivamente era la prima volta che facevo i Mandu, ma dobbiamo pur mangiare qualcosa. Inoltre è un modo per ringraziarti di questo invito. Io adoro questo periodo dell'anno." dissi alzando le spalle.
Jimin si fermò e a quel punto mi arrestai anche io, aggrottando le sopracciglia.
"Cosa?" dissi.
Lui mi guardò e poi scosse la testa, iniziando a camminare.
"Nulla."
Lo guardai un'ultima volta, ma poi non capendo, lasciai perdere.
In poco tempo arrivammo al parco e notai altre persone sedute sull'erba ad ammirare i Sakura: c'erano famiglie, coppiette, gruppi di amici e tanti bambini che si divertivano ad acchiappare i petali che cadevano dolcemente.
Io e Jimin scegliemmo un piccolo spazio meno affollato per adagiare il telo sulla quale ci sedemmo.
Subito afferrai i contenitori con all'interno il cibo, entusiasta di provare e fargli provare quello che avevo preparato.
"Dai, prendi!" dissi.
Vidi il biondo tentennare e io alzai gli occhi al cielo, poi però afferrò un Mandu e ne provò un piccolo pezzo.
"Quindi? Sono buoni?" dissi dopo qualche secondo di attesa, pregando il cielo che non fossero da buttare.
"Mio dio, Jieun. Sono orribili!"
"Cosa?" dissi subito prendendone uno e assaggiandolo, pronta a sentire un pessimo gusto, in realtà erano abbastanza buoni.
"Fottiti, Jimin. Non sono i migliori che io abbia mai mangiato, ma non sono così brutti!" dissi incrociando le braccia e fulminandolo con lo sguardo.
Lo vidi iniziare a ridere sguaiatamente così gli diedi una pacca sul braccio per farlo smettere, anche se la sua risata mi era sempre piaciuta, così armoniosa e delicata esattamente come la sua voce ed il suo aspetto.
"Va bene, mi dispiace. Volevo solo scherzare."
"Ora non ne mangerai più. Arrangiati!" dissi chiudendo i contenitori per allontanarli dalla sua portata.
Rimase per qualche minuto in silenzio poi, lo sentii avvicinarsi e picchiettarmi la spalla.
"Aigoo, stavo scherzando.." disse con voce dolce.
"No."
"Ho apprezzato tanto il fatto che tu abbia preparato delle cose per questo...picnic." disse ancora, attorcigliando un ciocca dei miei capelli tra le sue dita.
Riuscivo a sentire benissimo il suo profumo da quella poca distanza che ci separava. Era dolce, ma allo stesso tempo mascolino. Lo avrei annusato per ore, era inebriante.
"Non cambierò idea."
"Sai..in fondo adoro quando fai la testarda. Devo ammettere che mi mancano un po' i nostri battibecchi."
"Ah si? Allora non ti dispiacerà se ti dico che sei uno stronzo."
"No, certo che no. Tanto ormai so che non lo dici sul serio. Tu in realtà adori la mia presenza."
"Certo, credici."
"Beh, io adoro la tua e non mi vergogno a dirlo."
Rimasi un attimo interdetta, così lo guardai e notai la nostra troppa vicinanza.
Il mio cuore perse qualche battito, però poi iniziò a battere velocemente quando mi fece un dolce sorriso.
"Sei arrossita, vuol dire che ho ragione." disse.
"N-no! Non è v-vero. Mi...mi hai sorpresa."
"Cosa ti sorprende, Jiji?"
Jiji.
Mi allontanai di poco non riuscendo più a sostenere la sua vicinanza, tanto meno il suo sguardo, così borbottai qualcosa mentre facevo finta di guardare qualcosa di davvero interessante nella direzione opposta al suo viso, mentre il mio diventava rosso come un pomodoro.
Jimin era bello, anzi no, bellissimo, quasi come un angelo sceso in terra, con i suoi occhi felini, il suo piccolo naso e le sue labbra rosse e carnose. E lui sapeva di essere bello quindi spesso usava il suo fascino per ottenere tutto quello che voleva.
Astuto.
Le parole che mi aveva rivolto Heejin, settimane prima, mi ritornarono in mente, così decisi di porgli quella domanda.
"Abbiamo litigato per anni, ma tu in molti momenti sei stato gentile con me. Perché?" chiesi con un sussurro.
Quello che avevo provato per Jimin, anni prima, non era stata un semplice cotta, forse era stato qualcosa di molto vicino all'amore e quando mi aveva baciata, la sera del compleanno di Taehyung, credevo davvero che le cose fra di noi sarebbero cambiate. Poi, vederlo completamente ignorare l'accaduto mi aveva fatto molto male, imponendomi di odiarlo e trattarlo male pur di non soffrire più.
Vederlo sorridermi, abbracciarmi, accarezzarmi i capelli, averlo vicino, mi stava solamente confondendo le idee.
Quei pensieri che avevano attanagliato la mia mente, il primo anno di Università, non potevano ritornare vividi. Jimin non era più semplicemente il mio compagno di facoltà, lui era soprattutto il fratello del ragazzo con cui mi ero lasciata da poco.
"Noonaa!" disse qualcuno urlando e interrompendo i miei pensieri e quelli di Jimin, dato che dopo la mia domanda, era rimasto in silenzio a fissare alcuni bambini che giocavano.
Mi girai nella direzione della voce e vidi Jungkook correre nella mia direzione, al suo seguito Taehyung, Heejin e Yoongi.
Il maknae mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla guancia.
"Ciao Kookie." dissi sorridendogli.
"Che ci fate qui?" disse Taehyung, avvicinandosi.
"Sei proprio cretino. È un appuntamento, è ovvio." disse sorridendo maliziosa la mia amica.
"Cosa? No!" dissi subito.
"Siamo solo venuti a guardare la fioritura." disse Jimin, leggermente scocciato.
"Possiamo restare?" ci chiese il corvino.
Io guardai il biondo al mio fianco, ma lui non incrociò il mio sguardo, tanto meno parlò, quindi decisi di annuire, scompigliando i capelli del coniglietto. Lui felice, mi abbracciò di nuovo, facendomi cadere verso dietro, finendo così supino sul mio corpo. Arrossii immediatamente per quella posizione.
Jungkook era decisamente molto bello e quella era un posizione compromettente, ma per fortuna lui era come un piccolo fratellino per me, quindi non mi diede troppo fastidio.
"Sai Noona, non è male questa posizione." disse lui ghignando.
"Yah!" dissero Jimin e Yoongi, contemporaneamente.
Vidi il corvino sorridermi e farmi l'occhiolino, per poi alzarsi e aiutare me.
"Non siate così gelosi, vi ho sempre detto che Noona sceglierà me." disse Jungkook ai due, ancorando il suo braccio tatuato sulle mie spalle. "Ora che ci penso...tu e quel cretino vi siete lasciati, quindi puoi benissimo diventare la mia Noona."
"Tua un cavolo. Staccati maknae." disse il mio migliore amico, tirando per la felpa il povero Jungkook.
"Siete dei rompi coglioni. Andiamo via e lasciamoli soli." disse Heejin.
I due, sconfitti, si alzarono, ma vidi Yoongi guardarmi e mettere su il broncio. Odiavo quando lo faceva, sembrava un piccolo gattino triste e sapeva benissimo quanto riuscisse a rendermi vulnerabile con quella tenera smorfia.
Mi alzai e gli andai incontro, ancorando le mie braccia alla sua vita.
"Oppa, domani serata tu ed io."
"Non so...hai fatto la cattiva."
Non avevo detto a nessuno della mia uscita con Jimin. Non perché me ne vergognassi, ma la mia nuova "relazione" con il biondo era ancora strana.
"Sushi e soju. Pago io."
"Ci sto."
"Approfittatore." risi io, dandogli poi un bacio sulla guancia.
Lui mi fece il suo sorriso gommoso e poi mi accarezzo i capelli.
"Fai la brava." mi sussurrò, facendolo sentire solo a me.
Io annuii e mi staccai, salutando gli altri con la mano.
Dopo che i ragazzi andarono via, Jimin fu più silenzioso del solito, probabilmente rimanemmo per venti minuti in silenzio a guardare i Sakura.
Tutto intorno a noi faceva rumore, si muoveva, ma noi no, rimanevamo fermi ed in silenzio nel cuore di un paesaggio bellissimo. Però non era un silenzio strano, pieno di disagio, era un silenzio necessario e confortevole.
Mi girai nella sua direzione e lo vidi guardare in alto, facendo sì che il suo profilo risultasse libero da qualsiasi nascondiglio creato dai capelli.
La sua pelle era candida, lucente e liscia; la sua mascella pronunciata, ma delicata.
Tutto di lui era etereo.
"Tu...tu e Yoongi-hyung siete molto uniti." disse ad un tratto, rimanendo nella stessa posizione.
Immediatamente girai lo sguardo in avanti, iniziando a fissare un bambino ed una bambina, di circa quattro anni, giocare fra di loro. Non volevo di sicuro farmi beccare a fissarlo, sperai solo che non se ne fosse accorto.
"Sì, abbiamo legato molto da quando Taehyung ci ha fatti conoscere."
"Mio fratello era molto geloso della vostra sintonia. Ricordo quanto si lamentasse al telefono con te. Ricordo anche quanto sbraitasse per casa, dicendo cose insensate, come se avesse paura dello hyung."
Sbattei un paio di volte le palpebre e lo guardai, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare. Poi parlai.
"Sì...Yoon era parecchio infastidito dalla nostra amicizia."
"Già." lo vidi annuire e poi guardarmi per qualche secondo, ritornando subito dopo ad ammirare i Sakura. "Credevo che Yoon esagerasse troppo, ho sempre visto la tua relazione con Yoongi-hyung come una semplice amicizia fatta di sintonia, i classici migliori amici inseparabili. Vedo quanto Yoongi sia affezionato a te e quanto tu a lui. In fondo è facile affezionarsi a te. Ora però.."
"Ora?" dissi, non sentendolo continuare.
"Ora invece riesco a capire perché mio fratello avesse paura di Yoongi."
"Cosa?" dissi ancora più confusa.
"Sembrate quasi in una relazione amorosa, in completa simbiosi. Lui ti conosce, ti apprezza, ti consola, ti fa sentire al sicuro e in qualche strano modo ti ama. Yoongi non potrebbe mai vivere senza di te e tu senza di lui. Sai, è difficile dover competere con una cosa del genere, ecco perché a mio fratello dava fastidio."
Dopo quelle parole nessuno dei due parlò più.
Jimin mi accompagnò a casa e poi tornò nella sua.
Non seppi davvero come interpretare le sue parole, non riuscivo davvero a capire dove volesse andare a parare, ma probabilmente aveva ragione. Io e Yoongi eravamo davvero molto legati e il fatto che lui e Yoon non andassero d'accordo mi aveva sempre fatta sentire triste perché il mio ragazzo ed il mio migliore amico non riuscivano neanche a restare nella stessa stanza per più di 5 minuti. Ma Yoon ormai era acqua passata. Entrambi avevamo deciso che stando insieme ci saremmo fatti più male che stando separati, quindi non capivo perché Jimin avesse tirato in ballo una cosa ormai passata.

"Ieri, Jimin è diventato strano dopo che ve ne siete andati." dissi a Yoongi mentre mangiavo il mio quarto hosomaki.
"In che senso?" mi rispose dopo aver bevuto un po' di soju.
Voltai lo sguardo verso la vetrata al mio fianco e sospirai. Era un normale e tranquillo giovedì sera e avevo portato, come promesso, Yoongi a mangiare il sushi.
"Ha parlato della nostra amicizia."
"La mia e la tua?"
"Sì, ed era...strano. Ha messo in mezzo Yoon e come lui fosse sempre irritato dal nostro rapporto, dicendo come all'inizio non riuscisse a capirlo, ma che ora...ci riesce."
Yoongi mi guardò serio, così continuai.
"Ha detto che mi apprezzi sempre, mi capisci, che mi ami a modo tuo e che la nostra non sembra un'amicizia. Credi che lo pensino anche gli altri ragazzi?"
"Ji-."
"Credi che tutti abbiano pensato che io tradivo Yoon con te? Che sono...sono una ragazza capace di ciò?" dissi un po' ferita.
"Piccolina...nessuno pensa questo. Sei una ragazza bellissima, meravigliosa e troppa buona per tradire una persona. Non credo Jimin abbia voluto dire questo."
"Allora cosa?"
"È geloso, Jieun."
"Cosa?!" dissi leggermente nel panico. "Come può essere geloso?"
"Gli piaci, è ovvio."
"No. Non dire queste cose, i-io non gli piaccio. Non posso piacergli."
"Perché no?"
"Perché è il fratello di Yoon."
"Tu e Yoon non state più insieme, Ji. E ti ho sempre detto che c'è tensione sessuale fra di voi, in fondo è lui che ti ha baciata il primo anno, no?"
"S-sì, ma...ma sono passati anni e lui non può."
"Al cuore non si comanda e poi anche a te lui piace."
"No, lui mi piaceva."
"Certo e io sono miliardario."
"Yoongi, smettila. Non è divertente." dissi a quel punto.
La testa aveva iniziato a girarmi e mille pensieri avevano iniziato a prendere forma.
"Ti frena qualcos'altro oltre al fatto che è il fratello di Yoon, non è così?"
Ancora una volta, girai lo sguardo verso la vetrata.
"Tu hai paura di poter sentire ancora quel sentimento che ti travolgeva il primo anno di Università. Hai paura di caderci ancora."
Come potevo non aver paura anche di quello se per mesi ero stata male?
Sospirai, ma decisi di non rispondere alla sua frase, ma piuttosto ripresi il discorso del mio ex.
"Se-se quello che dici su Jimin fosse vero, se dovesse succedere qualcosa, come credi Yoon possa reagire alla cosa?"
"Ji, Yoon era semplicemente il rimpiazzo di Jimin. Ti sei buttata su di lui perché era per te la persona più simile a Jimin, ma quello che hai provato per il tuo ex non è neanche paragonabile a quello che hai provato per lui." mi prese la mano e intrecciò le nostre dita. "Io credo tu debba viverti i momenti che arriveranno, senza se e senza ma. Sii sua amica e vedi come si evolvono le cose."
Improvvisamente lo stomaco si strinse e il cuore iniziò a battere troppo forte. Le conseguenze sarebbero state troppe, lo sapevo bene, ma per Jimin forse valeva davvero la pena rischiare?







#Spazioautrice
Holaaa! Ho finalmente aggiornatooooo.
Sono stati difficili e forzati mesi di stop per me, ma pian piano tornerò!!!

Questo è un capitolo di svolta, Jimin ha iniziato a fare qualche passo e Jieun è davvero confusa e impaurita dalle possibili conseguenze. Come sempre Yoongie è il migliore a consigliare, secondo voi ha ragione? Jieun dovrebbe davvero buttarsi?

Ci vediamo al prossimo capitolo, se vi va lasciate una stellina 🌟

The Park boys [Park Jimin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora