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Jimin non si fece vedere per quasi due settimane dopo la nostra uscita.
In Università mi ero guardata cautamente in giro, ma anche in mensa non si era fatto vedere. In ogni caso, non avevo chiesto né a Jungkook, tanto meno a Taehyung, per non fargli venire strane idee in testa.
Un venerdì mattina però, tornata velocemente a casa dall'Università per colpa di quei cinque famosi giorni da incubo che colpivano noi ragazze, sentii qualcuno suonare il campanello.
Sapevo non fosse Heejin dato che aveva le chiavi, tanto meno Yoongi che era a lavoro, così, anche se di malavoglia, con la coperta fin sopra la testa e la borsa dell'acqua calda stretta fra le braccia, andai ad aprire la porta ritrovandomi il ragazzo che occupava la maggior parte dei miei pensieri da quando eravamo andati a vedere i Sakura.
Sbattei più volte le palpebre pensando di vederci male, ma il fatto che Jimin fosse davanti a me con il suo colore di capelli naturale, mi fece battere un po' troppo velocemente il cuore. Sembrava essere tornati al primo anno di Università quando ci eravamo conosciuti.

Tuttavia, i crampi alla pancia furono troppo forti per essere del tutto ignorati, quindi con un gemito di dolore, lasciai la porta aperta e mi gettai letteralmente sul divano.
Sentii Jimin ridacchiare dopo aver chiuso la porta, non lasciandosi scappare l'occasione di prendermi in giro.
"Stai sperimentando un nuovo outfit?" parlò, ma io lo ignorai totalmente, mugugnando solamente qualcosa di incomprensibile persino alle mie orecchie.
"Jieun?" tentò ancora. "Stai morendo per caso? Devo portarti all'ospedale?" continuò poi, più preoccupato.
"Jimin, se non stai zitto, ti giuro che ti faccio tornare di nuovo biondo."
"Puoi minacciarmi, quindi stai bene." ridacchiò. "Spostati, voglio sedermi." continuò lui, spostando le mie gambe e sedendosi.
Sbuffando, gli lasciai un po' di spazio rannicchiando le gambe al petto e stringendo la borsa dell'acqua calda.
"Non mi chiedi neanche cosa ci faccio qui?" mi disse.
"Che ci fai qui?" risposi, guardandolo da sopra la coperta.
Lo vidi alzare un sopracciglio e ghignare.
"Niente, volevo darti fastidio."
"Hai sbagliato giorno." dissi fredda, dopo un ennesimo crampo.
"Ji, sicuro di star bene? Ti lamenti ogni due secondi. Che cazzo hai, devo portarti davvero all'ospedale?" disse agitato.
Sbuffai ancora, non volendogli dire di avere il ciclo.
"Aspetta, non dirmi che sei in quel periodo! Cristo, perché sono venuto."
"Se non la smetti ti uccido." risposi calciandogli leggermente il fianco.
"Porca puttana, non potevo trovare un giorno migliore?!" parlò fra sé e sé, ma ad alta voce.
"Non sei costretto a rimanere qui."
Lo sentii sbuffare e dopo qualche minuto di silenzio parlò.
"Volevo stare un po' con te." ammise a bassa voce come se fosse imbarazzato a pronunciare quelle parole, ma io lo sentii comunque.
Il mio cuore perse un battito e probabilmente la me di qualche anno prima avrebbe pagato milioni di Won per sentirsele dire, ma la me del presente aveva i piedi di piombo; lui era sempre il fratello di Yoon.
Mi sistemai meglio sul divano, poggiando la schiena al bracciolo, così da averlo di fronte.
"Come sapevi che fossi qui?"
"In Università non c'eri, così ho chiesto a Kookie e lui mi ha detto che eri tornata a casa."
"Capisco.." iniziai. "Sei tornato del tuo colore."
"Te ne sei accorta? Pensavo fossi troppo occupata a capire come uccidermi."
Lo fulminai con lo sguardo, ma lui da buon stronzetto qual era, se la rise.
"Se fai così me ne torno in camera mia." dissi dopo aver sbuffato.
"Comunque sì, volevo tornare il me del primo anno di Università." disse poi.
"Perché?" chiesi sorpresa di sentirgli pronunciare quelle parole. Anche io ci avevo pensato appena lo avevo visto.
"Gli ultimi anni non sono stati proprio rose e fiori, sento che qualcosa sta cambiando e volevo dare via a questo cambiamento con i capelli."
"Quindi addio biondo?"
"Sì, perché?"
"Ti stava bene." dissi alzando le spalle.
"Così sto male?"
"No, mi piaci anche così. Mi fa pensare a quando ci siamo conosciuti." ammisi sussurrando, ma lui mi sentì benissimo.
"Anche a me." ammise a quel punto anche lui.
Guardai il suo viso e non potei che pensare che fosse davvero bello; ogni volta che lo guardavo non riuscivo a pensare ad altro.

The Park boys [Park Jimin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora