CAPITOLO 9

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Una nuova settimana è iniziata dopo che la fine della scorsa ha avuto un grande impatto sulle mie decisioni.

Mi sto dirigendo nell'aula di chimica dove c'è Amelia che mi aspetta.
"Ehi buongiorno" mi saluta "Ehi ciao" la raggiungo al banco.
"Sei sparita sabato sera, è successo qualcosa con quel tipo?" chiede incuriosita "Tranquilla non è successo nulla, ora dimmi, cosa hai fatto tu invece?" cambio discorso.
"Nulla di che, sono stata con Kevin e ho studiato per la verifica di letteratura"
"Buona fortuna, le verifiche della Young sono un incubo" poso una mano sulla spalla come per consolarla.
"Grazie dell'incoraggiamento!" dice ironica "Vedrai che andrai benissimo" scoppiamo entrambe a ridere.
...
Sono quasi arrivata a casa, infilo le chiavi nella serratura e apro la porta.

Mi sfilo la felpa lasciandola sulla sedia e corro a buttarmi sul divano. Sarò sola per tutto il pomeriggio e le uniche opzioni sono fare i compiti o guardare la tv fino a che non mi verrà voglia di fare la prima cosa.

Dopo una mezz'oretta mi alzo dal divano per andare in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua, lo verso e resto a fissare il muro appena il mio pensiero va alla conversazione che ho avuto con Travis.

E se avesse ragione? È solo che ho paura che se iniziassi di nuovo sentirei la sua mancanza ancora di più, ma alla fine non lo scoprirò mai se non ci provo almeno una volta.

Lascio il bicchiere nel lavandino e mi dirigo verso quella porta, esito un po' ma poi la apro.

Riesco ancora a vedermi lì in terra tra le braccia di mio fratello, mentre l'ennesimo attacco di panico ha la meglio su di me.

Avanzo verso la cassa e faccio partire il disco, raggiungo il centro e mi ci siedo, faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.

Mi sento una stupida, non funzionerà mai.

Riapro gli occhi di scatto.

"Dai Allison" mi faccio coraggio da sola, così ci riprovo.

La musica continua ad andare, ormai penso di essere alla terza traccia. Chiudo gli occhi, prendo un altro respiro profondo e provo a concentrarmi.

Non so esattamente da quanto tempo io stia così, so solo che sembra un'eternità.

All'improvviso mi trovo a Londra, quella volta che vinsi la coppa d'oro, subito dopo la premiazione i miei genitori scesero in pista venendomi in contro.

"Mi hai reso il padre più orgoglioso del mondo" mi sorride con gli occhi pieni di amore "Ti voglio bene papà" lo stringo in un forte abbraccio.
"Sapevamo che ce l'avresti fatta, per questo grande giorno io e la mamma ti abbiamo fatto un regalo" continua "Che cos'è?" chiedo curiosa
"Scoprilo da sola" mi passa una scatoletta che procedo ad aprire.
"Oh mio dio è bellissima!" è una collana d'oro con una piccola coccinella come ciondolo.
"Ti piace?" prende la collana per mettermela al collo "Tantissimo, sarà il mio portafortuna" sorrido come una bambina "Lo sarà" mi guarda felice e sì...anche orgoglioso della sua bambina.

La mia mano stringe la collana che ho ancora al collo e una lacrima di felicità mi riga il volto.

Apro gli occhi ritornando pian piano alla realtà, mi alzo in piedi e mi posiziono al centro della stanza.

Appena parte il ritornello comincio a muovermi senza neanche pensarci.
Mi sento spensierata, felice e osservata...proprio come se lui fosse qui e mi stesse guardando ballare dopo tanto tempo.

Chiudo la coreografia con l'ultimo passo e resto ferma sul posto con il fiato corto e il cuore a mille.

Continuo a piangere, ma questa volta sono solo lacrime di felicità.
...
Sono in salotto con Matt a giocare alla play.

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