Impulsi

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È vero che ero arrivata a casa mia solo da pochi giorni ma avevo voglia di scappare lontano, volevo andare via. In un posto desolato con un bosco. Già da quando ero una bambina i boschi hi avevano sempre affascinato: chi vi entrava non trovava uscita. Le migliaia di foglie nere ondulavano con il vento , creavano dei fischi. I raggi del sole avrebbero trapassato quella muraglia di rametti ma loro non l'avrebbero mai permesso. Chi era dentro era solo. Lontano da tutti; niente era più importante di niente. Si respirava aria di libertà, se chiudevo gli occhi sentivo quella brezza che mi faceva vivere, mi perforava il petto fino ad entrarmi dentro. Amavo quella sensazione.
Riuscivo a provare quest'emozione solo quando uscivo di casa e andavo a camminare. Al giorno facevo tantissimi chilometri, più ne facevo e più mi sentivo libera e sempre più vicina al mio sogno, quello di essere più magra. Ammiravo e seguivo i sentieri che dalla città mi portavano in quel parco, non era quasi mai affollato. Lo chiamava Talon. Davanti a me solo alberi, erba, sole e natura. Era immenso. C'erano dei cartelli che indicavano il percorso per raggiungere una diga. Era fantastico. Ogni volta che mi trovavo in quel luogo volevo urlare, la quiete delle piante moneta sempre più vicina. Passeggiavo per ore sempre con il mio telefonino in mano. Avevo installato un'applicazione che registrava i chilometri fatti e le calorie consumate. Ero leggerissima. Amavo ogni cosa, e quando ero li e correvo, scappavo. Scappavo da un mondo che sapevo mi avrebbe reso prigioniera. Una prigionia lunga più di un anno... Sarei rimasta lì per sempre. Nessuno sapeva di quello che facevo, volevo dirlo a tutti volevo urlare e a volte mi sarei strappata tutti i capelli solo per far capire alla gente che io ero l'unica ad avere potere su di me. A U T O C O N T R O L L O. Era la parola chiave, la mia parola chiave. Quando ero in giro e vedevo delle ragazze in carne o più robuste di me subito li sentivo meglio. Avevo una cosa che le altre non avevano: un amore per me. Da sempre lo chiamavo "amore per il mio corpo" dicevo a me stesa che mai più lo avrei fatto soffrire evitando così carboidrati, grassi, i cibi fritti, i salumi e il sale. Avevo eliminato completamente molti alimenti. Mentivo a me stessa, mi ripetevo che tutte queste cose che facevo; comprese le lunghe corse e i periodi con assenza quasi ( o totale ) dei pasti mi facesse solo che bene. però Dio solo sa quanto avrei desiderato anche solo per un giorno svegliarmi la mattina senza il pensiero di dover fare ginnastica o contare le calorie di ogni nutrimento o semplicemente uscire con le amiche e non pensare a cosa mangiare dopo e soprattutto non avere paura del cibo. La mia mentalità era abbastanza agghiacciante:
"Meno mangiavi e meglio era, non dovrai smaltirlo più tardi.
Quando ti allenerai brucerai subito grassi anziché ciò che hai mangiato in precedenza..
Ne vale la pena e gli effetti si vedono. Credimi."
Parole. Pensieri. Incubi. Niente era più importante del mangiare. Ci pensavo sempre. Ero ossessionata. Ma alla sola vista o gusto mi veniva da vomitare.
Era strano sentirmi dire che appena qualcosa mi entrava in bocca volevo sputarla.
Quando mandavo giù qualunque cosa , erano solo Bocconi amari. Di un acido cattivo quasi dose veleno. Per me infatti il cibo era veleno.
Sensi di colpa e rimorsi si impossessavano di me, mi entravano dal cervello e scendevano dalla gola allo stomaco fino a farmi male.. Urlavo e piangevo, dentro mi scatenavo. Però fuori ero tutta un'altra persona. Chiedevo sempre cosa avrei mangiato. Con la mia migliore amica parlavamo: diete, esercizi. Tutte quelle modelle mi davano così tanta adrenalina che le vedevo anche di notte. La mia parte malata si attaccava in preda al panico ad ogni forma di escamotage, il male alla pancia era sempre la scusa preferita.. Mi piaceva vedere il cibo che rimaneva nel piatto e la ia pancia piatta e sgonfia, alla vista delle ossa che toccavo qualcosa nel mio cervello mi supplicava di andare avanti. Sapevo che quello che desideravo non era ciò che vedevo. Superavo un traguardo già raggiunto..

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