Capitolo 8

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RICHARD

Continuo del flashback...

Il mattino seguente mi svegliai presto, anche se avevo dormito veramente poco, mi preparai per andare da sua sorella ed uscii dalla villa fermadomi quando vidi Pete correre per il campo da tennis, il che era strano lui non correva mai se non quando aveva bisogno di pensare. Aprii l'auto e lui si avvicinò affascinante e sudato.

"Buongiorno Richard, visto che non hai il giorno libero, vieni ti do il programma dei miei spostamenti."

"Il mio turno inizia alle 10, a più tardi Signorino Pete." dissi freddo, il suo sguardo divenne vitreo e non aggiunse altro, accesi il motore e lo lasciai lì per andare da sua sorella. Sapevo di averlo ferito ma finché non capivo ciò che mi stava succedendo era meglio se mi stava alla larga. Però quello sguardo che aveva fatto continuava a tornarmi in mente al punto che non riuscivo a mangiare.

"Ehi, Richard, rilassati voglio solo capire cosa ti ha spinto a comportarti così... o meglio lo so ma devo solo avere la conferma... non stai andando al patibolo."

"E quale sarebbe la ragione?"

"Beh che sei perdutamente innamorato di mio fratello." La guardai negli occhi, ma come poteva pensare che io fossi innamorato di un ragazzo, io? Gli uomini non li avevo mai guardati in quel senso, non era da me, dopotutto un ragazzo non poteva sostituire una ragazza, sarebbe stata un'assurdità. Io non potrei mai fare certe cose con lui... e come si ha una relazione con un uomo? Sorrisi divertito dall'affermazione di April.

"Guardi troppi film ragazzina... io sarei innamorato di tuo fratello? Ma dai smettila."

"Io guarderei troppi film? Allora chiamiamo il mio papino e vediamo se conferma l'ordine che ti ha dato ieri e poi chiamiamo Pete per farci raggiungere e gli dirai il vero motivo della tua... reazione"

"Eh va bene, non so cosa mi sia preso ieri, era il mio giorno libero avevo bevuto e quando... l'ho visto così vicino a quel tipo... sono partito senza riflettere." Lei sgranò gli occhi e io abbassai lo sguardo.

"Non ci posso credere! Sei geloso, sei geloso!" Non potevo essere geloso, se lo fossi stato avrei fatto una scenata... cavolo ed era proprio quello che avevo fatto.

"No, io - io non sono geloso, insomma, non ne avrei motivo, io non sono come lui, a me non piacciono i ragazzi, io sono normale" Lo sguardo di April mi fulminò ed effettivamente avevo detto una grande cavolata.

"Non nascondere la tua vigliaccheria dietro la sessualità di mio fratello, essere omosessuali non vuol dire non essere normali, ringrazia il cielo che l'ho sentito io e non lui... se la pensi così Richard è meglio se ti allontani da lui per sempre, parlerò con papà e ti farò trasferire."

"No!! Non farlo... io voglio stare al fianco di tuo fratello." Non volevo allontanarmi da lui, e anche se con difficoltà dovevo ammettere che forse mi ero preso una cotta per lui, ma prima dovevo pensarci e capire me stesso.

"Per quale motivo? In fondo mio fratello è anormale e per te è solo un lavoro." Feci un sospiro.

"Ascolta April dammi tempo ok... io ci tengo a lui non so ancora come e in che modo ma dammi tempo e lo capirò, magari sono solo confuso o forse sono... innamorato... non lo so, ok? Insomma lui è un ragazzo e pure io ed è tutto ancora troppo strano e nuovo per me... ho bisogno di tempo non mi allontanare da lui."

"Va bene, ma se lo ferisci, Richard, te ne pentirai."

Quello stesso anno Pete fu ammesso alla facoltà di economia internazionale e nonostante fosse solo una matricola si distinse dagli altri studenti del primo anno per la sua intelligenza e bellezza. Poiché si classificò tra i dieci studenti migliori gli fu regalato un viaggio per andare in una favolosa località balneare insieme ad altri studenti vincitori. Appena il Signor Meen lo seppe, mi chiese di accompagnare il figlio e sorvegliarlo h24 e non poteva darmi notizia migliore.
Era passato più di un mese da quella mattina e Pete mi evitava completamente, era tremendamente freddo e quel piccolo legame che avevamo sembrava non essere mai esistito.
Questa partenza sarebbe stata una buona occasione per parlare perchè saremmo rimasti solo noi due da soli per tutto il viaggio.

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