Capitolo 44

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PETE

Dopo aver aiutato Zag ed April a riunirsi mi metto un po' in disparte per lasciarli parlare da soli; con tutti i fraintendimenti che hanno avuto ne hanno proprio bisogno. Sono contento di vederli felici insieme ma sinceramente non mi va molto a genio la situazione, continuo a contattare Richard ma niente nessuna risposta, la mia relazione con Richard non sta andando proprio a gonfie vele. Alla fine April decide di andare a dormire a casa di papà e io accompagno Zag al suo appartamento prima di tornare a casa.

La villa è vuota e le luci sono spente; Kim è in albergo con sua sorella e Richard ha staccato direttamente il telefono. Butto il cellulare sul divano dalla rabbia, che vada dove gli pare e con chi vuole tanto è libero di fare ciò che vuole; che nervoso che mi fa venire. Mi dirigo in soggiorno per prendere una bottiglia semi vuota di vodka e inizio a bere per non pensare a Richard con cui non faccio altro che litigare nonostante lo amo come nessun altro. Inizio a bere sempre di più fino ad appisolarmi sul divano e mi sveglio solo quando la mia vescica chiede di essere liberata, barcollando e con molta fortuna arrivo al bagno, ma quando esco inciampo in non-so-cosa, facendo un rumore assurdo; ma tanto sono da solo in casa.

"Pete, per tutti i pinguini." Cerco di mettermi a sedere e mi sembra di vedere Richard. Perfetto, penso così tanto a lui che è sicuramente una nuvoletta del mio subconscio.

"Vai via stupida nuvoletta," e colpisco il volto della nuvoletta ma credo di aver mancato perchè colpisco solo l'aria, eppure sembra così reale?

"Pete, ma hai bevuto?"

"Non solo il mio subconscio ha creato una nuvoletta alla Richard ma lo ha fatto stupido uguale, certo che io ho un bel cervello... sì, ho bevuto."

"Si sente e si vede, vieni qui, ti aiuto a metterti a letto." Richard mi prende per le spalle cerco di alzarmi ma cado in avanti. "Pete, ma come ti sei ridotto, accidenti."

"Ahi..." dico massaggiandomi il braccio. "Colpa tua, perché non capisci mai un cazzo di me?... io, Pete Meen, sono perdutamente e innegabilmente innamorato di te, Richard Catbell. Certo, ho amato anche Thomas ma non quanto amo te, tu sei nella testa e nel cuore ogni singolo momento della mia giornata e anche se sei un puntiglioso e grande rompipalle non posso fare a meno di amarti... ecco l'ho detto che ne pensi nuvoletta di Richard? Sembro idiota vero?" La nuvoletta si avvicina e sorride accarezzandomi la guancia e prova a baciarmi ma io mi scosto bruscamente e mi allontano gattonando visto che in piedi mi gira la testa ma vado a sbattere la testa contro qualcosa. "Ahi, non mi ricordavo che ci fossero tutte queste cose in camera... e tu stammi lontana, non tradisco il mio ragazzo con il mio subconscio... ma essendo che sto immaginando il mio ragazzo verrebbe considerato come tradimento?"

La nuvoletta scoppia a ridere e qualcosa spinge e supplica di uscire dal mio stomaco, per fortuna non sono lontano dal bagno e gattono fino al water, pochi istanti dopo vomito tutto quello che ho ingerito ma non credo di aver centrato l'obiettivo perché mi sporco e la nuvoletta di Richard standomi vicino si sporca.

"Ma quanto hai bevuto?"

"Credo mezza bottiglia o meno di vodka."

"Non mi stupisco allora dello stato in cui sei... vieni qui, ti devi lavare, hai vomitato ovunque... devo spogliarti." Lui si avvicina e inizia togliendo le braccia dalla maglia, poi la testa e infine la sfila. "Riesci ad alzarti e ad appoggiare le mani al lavandino?"

"Forse?" Nuvoletta-Richard fa un sospiro, mi aiuta ad alzarmi e mi fa appoggiare le mani al lavandino per reggermi in piedi. La sua mano si avvicina al bottone del pantalone ma io lo colpisco bruscamente e credo di averlo preso perché stavolta non ho colpito soltanto aria.
"Non mi toccare, faccio da solo." Lui alza le mani e io cerco di aprire ma i movimenti sono sconnessi.

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