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Seduta sul suo trono, la regina dagli occhi verdi osservava la sala intorno a lei. Le unghie affilate e smaltate di nero graffiavano la pelle scura che ricopriva il bracciolo. L'abito che indossava, dello stesso colore dei suoi capelli corvini, le fasciava le curve alla perfezione e le sfiorava le caviglie. Un abito così raffinato per una regina tanto elegante quanto potente.

Lei aveva molti nomi, e tutti i clan al suo servizio la temevano. Temuta e rispettata per ciò che si raccontava di lei.

La regina dal cuore di pietra.

La regina senz'anima.

L'usurpatrice della corona.

La signora dei lupi.

La Dea della luna.

Nessuna pietà. Nessuna gentilezza. Lei non sapeva cosa significasse provare compassione. E non l'avrebbe provata per nessuno al mondo.

Come gli altri non ne avevano provato per lei.

Si era fatta strada lungo quel torrente d'insidie per due anni e ne era uscita vittoriosa. Non le importava il modo in cui aveva vinto, non le importava ricordare cosa e quante persone avesse perso. Perché se si fosse soffermata a pensare, a ricordare... allora non sarebbe più andata avanti e lei questo lo sapeva benissimo.

Le porte della sala del trono si spalancarono e un rumore di passi riecheggiò nell'enorme e spoglia stanza se non fosse stato per quel tappeto color pece che indicava la strada per il suo trono. Le unghie della regina smisero di raschiare la pelle del bracciolo quando il suo sottoposto le si inchinò di fronte e posò un ginocchio sul penultimo gradino che lo distanziava dal trono. Il ragazzo piegò il capo in segno di rispetto e attese pazientemente il cenno della propria regina per rialzarsi.

‹‹Mia signora›› disse, i suoi occhi scintillarono alla luce della luna che filtrava dalle enormi finestre della sala ‹‹Siete incantevole come sempre.››

La regina mostrò un sorriso da vipera e accavallò una gamba sopra all'altra, la collana che indossava brillò sul suo petto prosperoso.

‹‹Arriva al sodo, Rhisiart.››

Le finestre si spalancarono e una corrente gelida baciò i loro visi. Rhisiart deglutì, aprì e strinse le mani a pugno e infine prese un respiro profondo. I suoi capelli bruni si mossero per colpa del vento, se li tirò indietro con il cuore che batteva a mille.

‹‹Abbiamo visite al Mooney.››

‹‹Ma non mi dire›› la regina studiò annoiata le proprie unghie e ci soffiò sopra, la sua voce risuonò talmente profonda che Rhisiart pensò provenisse dal cuore della terra ‹‹E chi li ha fatti entrare?››

‹‹Eric ha tentato di mandarli via, ma hanno chiesto udienza, mia signora. La vostra.››

La regina abbassò il braccio, piegò il capo all'indietro e si beò della luce della luna sul proprio viso, come per farsi benedire da quel bagliore. Come poteva una creatura essere così bella... e letale?

Rhisiart spostò il peso da un piede all'altro con fare nervoso. La regina lo notò e gli sorrise ancora, mostrandogli i denti. A Rhisiart venne la pelle d'oca in ogni parte del corpo.

La regina dei lupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora