Ethan rimase nella foresta tutta la notte.
Immobile, in ginocchio fra i rovi, e in silenzio.
L'unico suono che gli martellava le tempie era quello dei battiti del suo cuore.
Tum. Tum. Tum.
Non aveva mai battuto così forte nei quarant'anni della sua vita immortale.
Mai per nessuna.
Poi era arrivata Selenia. Con il suo sorriso bellissimo, i suoi occhi del colore dello smeraldo, la sua pelle diafana e quei capelli neri come il petrolio... e Ethan aveva perso ogni cosa. La lucidità, la testa, il controllo.
La partita a cui l'aveva sfidata.
Il corpo rigido per il freddo e per l'immobilità, Ethan si decise a muovere le dita delle mani e a spostarsi quel ciuffo dagli occhi che gli impediva la visuale della foresta. Era rimasto lì, per tutte quelle ore, forse nella speranza che la regina dei lupi tornasse con una spiegazione.
Lei però non si era fatta più vedere. Era completamente sparita. Non riusciva neanche a sentire il suo familiare profumo di lavanda. Selenia se n'era andata e lo aveva lasciato lì al castello.
Nonostante fosse a casa propria, accerchiato dai suoi amici e dalla famiglia, Ethan si sentì incredibilmente solo.
Si alzò, con le ginocchia che tremavano visibilmente, e alzò il capo verso la luna. In fondo, all'orizzonte, Ethan riuscì a scorgere i primi sprazzi del rosa e dell'arancione tipici dell'alba.
Un altro odore familiare invase le sue narici. Ethan non aveva bisogno di voltarsi per sapere a chi apparteneva. Si raddrizzò, cercando di mantere un certo contegno, e prese un respiro profondo quando suo padre gli posò una mano sulla spalla.
Re Devon lo girò verso di sé per incontrare gli occhi grigio tempesta di Ethan, gli stessi di sua moglie. Devon, che dimostrava appena dieci anni più del figlio grazie alla sua immortalità, lo osservò con un cipiglio severo. Ethan aveva ereditato da lui la statura e il colore dei capelli, ma tutti al castello dicevano che era identico a Safira. In parte era vero, soprattutto in viso. E Ethan ne andava piuttosto fiero.
‹‹Sei tornato›› disse Devon, gli occhi dorati che brillavano alla luce della luna calante. ‹‹E non ti sei neanche degnato di farti vedere.››
Ethan si irrigidì, e suo padre lo notò quasi subito. Cominciarono a dolergli i muscoli per quanto erano tesi. Ethan indietreggiò e alzò il capo, uno stormo volava libero nel cielo roseo.
‹‹Quando sono arrivato dormivano ancora tutti.››
‹‹Non giustificarti con me›› sibilò Devon, sistemandosi il colletto della camicia nera che indossava, così stretta che gli fasciava i muscoli alla perfezione. ‹‹Che ci fai qui fuori? Sta per sorgere il sole.››
‹‹Potrei farti la stessa domanda.››
Devon gli lanciò un'occhiataccia che sapeva molto di "ricorda con chi stai parlando". Infine gli fece cenno di seguirlo e si diresse nuovamente verso il castello. Ethan guardò un'ultima volta la foresta, una piccola fiammella di speranza era ancora accesa nel suo cuore. La speranza di incontrare quegli occhi verdi che amava, tuttavia non si sorprese quando non riuscì a scorgerli nel fitto del bosco. Perciò seguì suo padre con il capo chinato e senza emettere fiato.
Una volta rientrati al castello, Devon si fermò nella biblioteca. A Ethan sarebbe piaciuto andare lì con Selenia, farle vedere quanto gigantesca fosse e chiederle di passare del tempo lì con lui, ma la regina era andata via. Senza dirgli dov'era andata, né se sarebbe tornata.
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La regina dei lupi
AventureSelenia Axman odia le sorprese, gli ospiti indesiderati e soprattutto le teste mozzate. La sera in cui assisterà a tutte queste cose però cambierà tutto. Un membro del suo branco è stato ucciso, l'unica parte rimasta del suo cadavere è stata la te...