Selenia era rimasta nel bosco per tutta la notte e nella sua forma da lupa fino a quando il sole non era sorto. Si era rialzata e aveva fatto un passo dopo l'altro con le zampe che tremavano e i muscoli tesi, irrigiditi per aver dormito in quella forma in cui non era solita rimanere per lunghe ore. Quando era tornata al castello il sole stava sorgendo e aveva trovato Jonathan e Catherine seduti sui gradini che precedevano l'ingresso. Ad aspettarla. Sonnecchiavano, ma non appena avevano sentito il suo odore si erano svegliati di colpo e l'avevano studiata da cima a fondo per controllare se fosse ferita. Lei aveva ringhiato e li aveva tenuti alla larga, fissandoli così male che alla fine i due avevano dovuto inchinarsi sconfitti. Del principe non c'era traccia, ma riusciva a fiutare il suo odore, perciò probabilmente dormiva nella sua camera. I vampiri dormivano tutto il giorno e si svegliavano al tramonto, perciò non si preoccupò di salutarlo. Soprattutto dopo quello che lui aveva detto a proposito del cadavere di Klara.
Il cadavere che il suo branco aveva seppellitto, il secondo in soli due giorni.
Selenia si era seduta di fronte i gradini e aveva ululato per richiamare l'attenzione di tutti i lupi del branco. Quelli si erano trasformati e l'avevano raggiunta per dire addio a un'altra amica. Il sole faceva brillare ora una seconda lapide accanto a quella di Logan: Qui giace Klara Byrne, amica e sorella. Non ti dimenticheremo.
Non ti dimenticheremo.
No, Selenia non l'avrebbe mai dimenticata.
E adesso, seduta sul tetto del castello, con le gambe che ciondolavano nel vuoto, Selenia giurò a sé stessa che li avrebbe vendicati e che avrebbe fatto soffrire i colpevoli in modo lento e doloroso. E ucciderli sarebbe stato solo un atto di grazia nei loro confronti.
Chiunque si fosse trovata davanti, chiunque avrebbe dovuto affrontare per rendere onore agli amici che aveva perso, avrebbe tremato di fronte a lei. Alla morte. Quella morte che le danzava negli occhi e attendeva pazientemente di essere liberata, di falciare la testa dei colpevoli come avevano fatto loro con quelle dei suoi amici. Dei membri del suo branco. Alla vendetta che si sarebbe gustata fino all'ultima goccia.
Il rumore delle tegole che scricchiolavano sotto il peso di Jonathan la fece trasalire. Selenia ritirò le ginocchia al petto e appoggiò il mento su di esse, lo sguardo perso nella foresta, mentre Jonathan prendeva posto accanto a lei e sospirava.
Il Generale rimase in silenzio per qualche minuto, forse per lasciarle un po' di spazio, o magari sperava che fosse lei a parlare per prima, ma non lo fece. Perciò fu lui a rompere il ghiaccio, nella speranza che Selenia non decidesse di squarciargli la gola con i suoi artigli.
‹‹Lo so cosa stai pensando›› disse, così piano che quasi faticò a sentirsi lui stesso. Selenia non lo guardò quando scosse la testa, i suoi occhi non si spostarono dalle fronde degli alberi, dagli uccelli che si ravvivavano e che intonavano i loro canti con cui il mondo si sarebbe svegliato ancora una volta, ancora un altro giorno.
‹‹No›› sussurrò lei ‹‹Non lo sai.››
‹‹Selenia›› la prese per mano, ne carezzò il dorso e lei sussultò di nuovo, come se il tocco di qualcuno potesse farla saltare in aria ‹‹Non è colpa tua.››
‹‹Quanti al castello la pensano allo stesso modo?››
‹‹Tutti. Nessuno crede che la colpa sia tua.››
‹‹Io ho giurato di proteggervi›› lei non si divincolò dalla sua stretta, né la ricambiò, né alzò gli occhi su di lui ‹‹Quando ho ucciso Nicholas e Robrecht, io l'ho fatto per voi. Per il branco.››
Jonathan prese un respiro profondo, le lasciò la mano per cingerle le spalle con un braccio e le diede un bacio sul capo. Selenia lo lasciò fare, più che altro perché non aveva più le forze per contrastarlo.
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La regina dei lupi
AventuraSelenia Axman odia le sorprese, gli ospiti indesiderati e soprattutto le teste mozzate. La sera in cui assisterà a tutte queste cose però cambierà tutto. Un membro del suo branco è stato ucciso, l'unica parte rimasta del suo cadavere è stata la te...