XV

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Ethan sarebbe impazzito molto presto se qualcuno non gli avesse detto che diavolo stava succedendo.

Era passato tutto il pomeriggio da quando erano tornati al castello e non solo non era riuscito a chiudere occhio neanche cinque minuti per quell'odiosissimo mal di testa che lo perseguitava, ma anche perché non riusciva a smettere di pensare a lei. Alla regina dei lupi, ai suoi lividi sui polsi e ai fianchi, ai graffi sulla gola e al naso che lui le aveva aggiustato.

Perché si era lasciato trasportare così facilmente da quella voce nella testa? Non si era neanche fermato a ragionare, era uscito dal castello per cercarla nonostante ci fosse stato ancora il sole. Sarebbe potuto morire bruciato e non ci aveva neanche pensato. Ma se non fosse uscito... che cosa sarebbe successo a Selenia se lui non l'avesse trovata?

Catherine e la sua signora si erano chiuse nella stanza della prima qualche ora addietro. Ethan aveva sentito la Terza in comando urlarle contro, l'aveva sentita dire che doveva smetterla di comportarsi in quella maniera, di dirle la verità, di mandare a quel paese l'anno che era passato e che era giunto il momento di andare avanti.

Selenia non aveva parlato neanche una volta.

Era stato a quel punto che Ethan aveva capito che c'era veramente qualcosa che non andava. Selenia aveva la risposta sempre pronta e voleva spesso avere l'ultima parola in ogni discussione. Ma quel pomeriggio era rimasta in silenzio. Aveva lasciato che la sua amica si sfogasse e non le aveva risposto. Non una parola. Ethan era sicuro che l'avrebbe sentita anche se avesse bisbigliato. Soprattutto perché si era appoggiato fuori dalla sua stanza per origliare.

Il resto della discussione però, Catherine aveva cercato di affrontarlo in modo più pacato. Ma neanche quella finta calma aveva smosso qualcosa nella regina dei lupi. Il Generale era completamente sparito, forse avevano litigato ed era per questo che lei era scappata dal castello. Ethan aveva la netta sensazione che Selenia non avrebbe parlato con nessuno di loro.

Ma forse con lui sì.

Gli aveva raccontato della sua famiglia, del suo compagno e di ciò che le aveva fatto, di come si era presa il trono. L'avrebbe convinta a raccontargli anche di quello che le era successo. Doveva sapere chi era stato a toccarla in quella maniera, così lo avrebbe trovato e lo avrebbe reso cibo per vermi.

Sorvolò le domande che nascevano a quei pensieri, come il perché stesse cominciando a tenere a lei così tanto. Non era importante in quel momento. Ci avrebbe pensato dopo una bella dormita, ne aveva bisogno. O magari non ci avrebbe pensato affatto. Ignorare il problema, se così poteva essere definito, non poteva essere così disastroso, giusto?

Ethan sospirò e alzò lo sguardo sul calendario appeso alla parete. Ogni camera da letto ne aveva uno, e in ognuno la data dell'equinozio di autunno era segnata in rosso, con il disegno di una piccola torta di compleanno. Il compleanno di Selenia, a cui lui avrebbe partecipato. Mancavano tre giorni a quella data.

Fu tentato dal chiedere a Catherine cosa stesse organizzando, ma un'altra domanda sorse nella sua mente. Strega. Jack l'aveva chiamata strega. Cosa diavolo c'entravano le streghe con Catherine Moorspear? Non si vedevano streghe da almeno due secoli, suo padre gli aveva accennato di come i cacciatori avessero ucciso la maggior parte di loro. L'epurazione delle streghe durava da millenni. Lui era più giovane rispetto agli altri vampiri, ma neanche negli ultimi quarant'anni aveva mai incontrato una strega. Che Jack l'avesse chiamata in quella maniera era troppo strano. Soprattutto perché lei era una lupa. Non poteva essere una strega.

Ethan si massaggiò le tempie e inspirò una grande boccata d'aria. Quando aveva incontrato Catherine nella sala del trono e aveva inspirato il suo profumo per la prima volta c'era stato in effetti qualcosa... qualcosa in più su di lei che la rendeva diversa. Ma addirittura una strega... no, doveva esserci per forza una spiegazione.

La regina dei lupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora