Catherine si era svegliata con uno dei mal di testa peggiori dei suoi ventunanni. Soffriva di emicranie da parecchio tempo, da quando ne aveva memoria, per la precisione.
Erano iniziati quando aveva scoperto la propria magia e da quel giorno, il dolore alle tempie non l'aveva mai lasciata sola.
Cath ormai c'era talmente abituata che le sembrava strano quando si svegliava, miracolosamente, senza la testa che pulsava come se fosse stata in procinto di scoppiare.
In quel momento, mentre sbadigliava assonnata e stiracchiava le braccia verso l'alto, capì subito che quella serata sarebbe stata una delle ennesime in cui il mal di testa le avrebbe fatto compagnia.
Una volta che si fu ripresa, si guardò intorno per mettere a fuoco la stanza del bunker in cui si trovava, non molto diversa da quella di Selenia se non per il fatto che lì i letti erano tre e singoli. Eric era in piedi di fronte a lei, appoggiato con la schiena al tavolo, le braccia conserte e un'espressione così seria che le vennero i brividi. Cath deglutì sonoramente, si alzò e raggiunse il frigo per bere un po' di succo.
L'idea di Selenia era stata geniale. Raggiungere i bunker e portare lì del cibo non era stata una passeggiata, anzi, avevano sprecato un sacco di tempo, ma ne era valsa la pena.
La lupa si voltò verso Eric che, schiaritosi la gola per attirare la sua attenzione, ora la affiancava. Cath si guardò intorno, l'odore di Jonathan ancora persisteva nella stanza, di ambra e cannella... ma del Generale neanche l'ombra.
‹‹Dov'è Jonathan?›› chiese infatti, allarmata e con il cuore a mille. Selenia l'avrebbe ammazzata se lo avesse perso. Eric scosse la testa, un ciuffo di capelli ramati gli infastidì gli occhi a quel movimento.
‹‹Fuori, aveva bisogno di prendere una boccata d'aria.››
‹‹Ma che... idiota!›› sbottò Catherine a pugni stretti. ‹‹Lo riporto qui immediatamente.››
‹‹No›› ribatté Eric afferrandola per un polso. Cath si ritrovò a deglutire una seconda volta, gli occhi di Eric sembravano ardere di rabbia. ‹‹Jonathan sa badare a sé stesso. Io ho bisogno di parlare con te.››
‹‹Eric, ti prego. Vi ho detto tutto quello che dovevate sapere...››
‹‹Non mi hai detto perché mi hai mentito›› sibilò lui, facendola sbiancare. ‹‹Non mi hai detto perché mi avete tenuto nascosto questo stramaledetto segreto. A me, Catherine, maledizione!››
Cath impallidì ancora di più, per quanto fosse possibile. Sgranò gli occhi e indietreggiò come se le parole di Eric l'avessero colpita al cuore. Il lupo le lasciò il polso e si passò una mano fra i capelli, esasperato. Socchiuse gli occhi per un breve istante, doveva calmarsi se voleva affrontare quella discussione. Litigare in un momento come quello non avrebbe portato niente di buono e lui lo sapeva bene.
‹‹Io non sono Logan›› sussurrò Eric, e a quelle parole le guance di Cath si rigarono di lacrime. Le si avvicinò per asciugargliele, ma lei scosse la testa e si portò le mani al viso. I singhiozzi le scossero le spalle, i capelli ondieggiarono sulla sua schiena come mossi da un vento invisibile. ‹‹So bene di non essere lui e so che il rapporto che tuo fratello aveva con Selenia e Jonathan era incredibile. Voi quattro... voi quattro eravate una famiglia, una famiglia che Selenia aveva creato e a cui sperava di dare la felicità che vi meritate. Io non sono Logan, Catherine, ma... faccio parte del branco, sono il Capitano di Selenia e la conosco tanto quanto te. Avreste dovuto dirmelo.››
‹‹Lo so. Lo so›› singhiozzò Cath. ‹‹Mi dispiace davvero, ma Selenia aveva già deciso. Non doveva saperlo nessun altro.››
‹‹Credevate che vi avrei giudicato?››
STAI LEGGENDO
La regina dei lupi
AventuraSelenia Axman odia le sorprese, gli ospiti indesiderati e soprattutto le teste mozzate. La sera in cui assisterà a tutte queste cose però cambierà tutto. Un membro del suo branco è stato ucciso, l'unica parte rimasta del suo cadavere è stata la te...