La regina dei lupi

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Ethan riuscì a raggiungere il locale prima di Selenia, del suo Generale e della Terza in comando. E non solo perché voleva godersi la sua entrata al club. Ne aveva approfittato per fare una passeggiata nel bosco, aveva bisogno di schiarire la mente e calmare i propri bollori, anche se era piuttosto sicuro che quando lei sarebbe arrivata non sarebbe riuscito a trattenersi. Doveva comunque provarci e soprattutto divertirsi.

Non andava a ballare in un locale degli umani da tempo immemore, più che altro perché suo padre detestava che lui si mescolasse con certa gente. A Ethan piaceva, invece, ballare con i mortali. Ridevano, ballavano e bevevano. E il post serata con le donne era uno dei migliori. Le vampire erano sempre più riservate, ma le mortali erano diverse. Era come se volessero godersi ogni cosa. Ethan aveva sempre pensato che il motivo fosse che i vampiri di tempo ne avevano e anche troppo, i mortali invece no e per questo volevano assaporare ogni novità.

Salutò Eric con un cenno. Il lupo si limitò ad un'alzata di spalle e tornò a chiacchierare con Michael, doveva essere il barista. Eric non era uno dei buttafuori, forse si occupava della sicurezza di Selenia, visto che la aspettava all'esterno e aveva fatto il giro del perimetro tre volte da quando Ethan era arrivato. Michael sembrava euforico, il suo lavoro doveva piacergli proprio tanto. Stava preparando dei cocktail speciali per la regina, Selenia li avrebbe adorati, continuava a dire. Quella donna era così tanto amata dal suo branco che Ethan, ancora una volta, si ritrovò a chiedersi del perché qualcuno le avesse tolto tante delle persone a cui voleva bene.

Ethan osservò il locale con curiosità. Era abbastanza grande per contenere sia una sala da ballo che due palchi privati. Uno per i mortali che lo prenotavano e l'altro per i lupi e Selenia. I banconi da bar erano due, situati su entrambi i palchi. Eric dava ordini a destra e manca, probabilmente la regina gli aveva ordinato di aumentare la sicurezza perché c'era un lupo per ogni angolo del club. Ethan notò che tutti loro erano armati, chi di coltelli da lancio chi da armi da fuoco. Lui aveva ricevuto un bell'addestramento negli anni, ma aveva sempre preferito combattere a mani nude. Quando avevi dei canini avvelenati, non ti serviva chissà quale coltello per lottare. Sarebbe stato interessante vedere l'allenamento a cui si era sottoposta la regina, e per un momento la immaginò con un reggiseno sportivo che le stringeva il seno prosperoso. Eric gli lanciò un'occhiataccia, doveva aver fiutato il suo odore, perciò ancora una volta Ethan sbuffò e si trattenne dal darsi uno schiaffo in piena fronte. Aveva tutta la notte per mostrare alla signora dei lupi cosa avrebbe voluto farle.

E per far innervosire il Generale.

Ethan non capiva ancora come Selenia non si fosse resa conto della sua gelosia. Lui l'aveva percepita nel momento stesso in cui aveva varcato le porte del castello, l'odore di lui persistente sulla pelle della regina, come se avesse voluto far sentire ad ogni altro maschio che le si avvicinava che lei era sua.

Ma lei non era sua. Si era lasciata sfiorare e persino dare un bacio poche ore prima. Selenia non gli apparteneva. Sarebbe stato interessante farglielo capire una volta per tutte. Proprio lì, quella sera. Chissà come sarebbe andata a finire.

Ethan si raddrizzò quando un familiare profumo di gelsomino gli penetrò le narici. Il profumo della Terza di Selenia. Ma lei dov'era?

Raggiunse l'ingresso del locale, Catherine era appena arrivata con Jane e un'altra ragazza di cui non conosceva ancora il nome. Bellissime tutte e tre nei loro abiti corti e attillati, ma dove diavolo era la regina?

Cath fiutò la sua impazienza e gli riservò un sorriso che gli fece capire quanto anche lei avesse intenzione di divertirsi quella sera. Ethan le squadrò tutte e tre dall'alto e inumidì le labbra. La ragazza, quella mora, sgranò gli occhi quando lo vide.

‹‹Ti stai chiedendo dove sia lei, principe?›› chiese Cath sorridendogli. Ethan annuì. ‹‹Lei e Jonathan stanno per arrivare, ha mandato me a controllare che fosse tutto apposto.››