Capitolo 3

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𝐀𝐌𝐀𝐍𝐃𝐀

Oggi è sabato e ho dormito più del solito,infatti mi sono svegliata verso 12.00. Sono in cucina,guardo il telefono mentre sgranocchio qualcosa. All'improvviso mi arrivano dei messaggi da parte di Elliot,li apro e comincio a leggere.

-Messaggi-

Elliot:

Ehi Amanda,mi dispiace per quello che è successo ieri sera,dico sul serio,non volevo farti sentire a disagio e fare qualcosa contro la tua volontà.Possiamo ricominciare da amici?
Non hai nulla da temere,spero tu mi dica di si.Ti aspetto a lavoro a tra poco.

Visualizzo e non rispondo.

Ieri sera mi ha preso alla sprovvista e poi è stato irruento ed aggressivo,in più continuava a toccarmi senza il mio consenso e questo mi ha fatto innervosire molto.Forse se fosse stato dolce avrei anche ricambiato,ma purtroppo non è andata così.
Mi pento solo di non avergli dato un calcio anche nelle parti basse,sono arrabbiata e delusa da lui,perciò non so se riuscirò a perdonarlo e a tornare a quella pseudo-amicizia che avevamo.

Mentre continuo a parlare tra me e me,
sento la porta sbattere e poco dopo vedo entrare in cucina la figura di mio padre. La prima cosa che noto è che non è ubriaco,cosa molto strana,infatti rimango imbambolata a guardarlo.
Si è fatto la barba,cambiato i vestiti e sento il buonissimo odore del suo profumo.Ci fissiamo,cominciando successivamente a parlare.

«Amy,so che è strano vedermi in questo modo,so di non essere stato negli ultimi 10 mesi il padre che dovevo essere.
Sai bene che dopo la morte di tua madre,sono morto anche io e così ho cominciato a bere fino ad annullarmi per cercare di dimenticare il dolore che avevo nel cuore,lasciando da parte te,nostra figlia.La mia parte migliore.»
parla mentre una lacrima solca la sua guancia ormai priva di barba

«Ieri sera ho visto tua madre in un sogno,mi ha parlato e fatto aprire gli occhi.Ho capito e deciso di dover prendere in mano la mia vita,perciò volevo avvisarti che questa mattina mi sono dato una sistemata e sono andato a fare un colloquio di lavoro al ristorante qui infondo alla strada,mi hanno preso!Comincio domani.
Sappi che non aspetto che tu ora mi dica o faccia qualcosa,perchè al tuo posto avrei la stessa reazione che hai tu in questo momento,però sappi che da adesso non sarai più sola.»
L'unica cosa che vedo è sincerità e amore paterno

Non so che dire,seguo l'istinto e lo abbraccio,sentendo subito profumo di casa tra le sue braccia,che mi cullano come quando ero bambina.All'inizio rimane spiazzato ma poi ricambia stringendomi forte a se.Dopo non so quanto tempo,ci stacchiamo e stavolta comincio io a parlare.

«Papà,sono contenta che tu sia riuscito ad aprire gli occhi,sappi che poi voglio parlare con te più approfonditamente e capire meglio questa situazione,ora devo andare a lavoro,a più tardi.»
lo saluto con un piccolo bacio sulla guancia,prendo la borsa ed apro la porta di casa.

«Papà!»

Si gira e mi osserva

«Ti voglio bene!»

«Anche io tesoro,moltissimo»dice emozionato

Arrivata al bar,noto che c'è molta gente,vedo Elliot che serve ai tavoli con velocità,appena mi nota alza la mano e saluta, in maniera fredda e distaccata faccio lo stesso e vado a posare le mie cose nell'armadietto.Corro al bancone,dove c'è Jane che si muove ritmicamente,andando avanti e indietro tra il preparare bevande alla macchinetta e mettere sui piattini i vari dolci.

«Ehi amica mia,da quanto tempo,scusa ma non posso salutarti ora con un mio strito-abbraccio»
dice sarcastica

«Tranquilla J non preoccuparti il tuo strito-abbraccio me lo darai dopo. Dove ti serve una mano?»
dico sarcastica e premurosa

«Guarda Amy,qui me la cavo,magari aiuta Elliot a sistemare i tavoli nella sala grande»
Mi fa un occhiolino e mi ringrazia anticipatamente

«D'accordo,per qualsiasi cosa chiamami»

Entro nella sala e sta già sistemando i tavoli.

«Ehi Amy,come stai? ho visto che non hai risposto stamattina al mio messaggio.
Ci hai pensato?»

Non lo calcolo,cerco di sorpassarlo ma riesce a bloccarmi per il polso stringendolo forte,per poi girarmi e attaccarmi a lui con prepotenza,non mi piace il contatto con il suo corpo, cosí dopo sforzi riesco a staccarlo definitivamente da me con forza.

«Non avvicinarti più a me,perchè la prossima volta,non sarà solo la tua faccia a provare dolore,intesi?!»

Elliot mi guarda con rabbia e annuisce e così continuiamo a lavorare senza parlare,fino all'orario di chiusura.

L'apparenza IngannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora