Capitolo 12

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𝐀𝐌𝐀𝐍𝐃𝐀

Apro piano gli occhi,vedo dall'orologio attaccato alla parete che sono le 9.00.

Mi metto seduta e mi guardo intorno osservando con attenzione la camera in cui mi trovo.
Stanotte non sono riuscita a vederla bene,visto che era tutto buio.

Immaginavo fosse bella,ma non cosí tanto.

Il letto matrimoniale è posizionato al centro della camera,le lenzuola sono nere di seta,il mio naso sente solo un profumo nella stanza cioè il suo,ma lui non è presente.

Metto i piedi per terra e noto che il pavimento è di un colore scuro.

Ai lati del letto ci sono due comodini anch'essi neri.
Un lampadario ottocentesco è appeso al soffitto ed è bellissimo.

Decido di andare in bagno,mi guardo allo specchio e osservo la mia figura.

I miei capelli sono ancora un po' umidi dopo la doccia di stanotte,la sua maglietta mi arriva a metà coscia,mettendo in mostra le mie gambe robuste,sotto gli occhi ho un po'di occhiaie e mi fa male la gola per le urla che ho emesso ieri sera.

Sento la porta della camera aprirsi,esco e vedo un uomo alto,ha una stazza che fa paura,i suoi occhi sono neri come la pece ed è pelato,in più a una cicatrice sul volto che parte dal sopracciglio e scende in verticale per tutta la guancia.

«Finito l'ispezione?»
dice guardandomi,per poi abbassare gli occhi e solo in quel momento ricordo che addosso mi ritrovo unicamente con una maglietta e un paio di boxer.
Con le guance rosso fuoco mi nascondo per metà dietro alla porta del bagno.

«Che cosa vuoi?»

«Mi chiamo Serjei.Metti questo»
mi lancia la parte sotto di una tuta
«ti do 5 minuti,muoviti che ho da fare»

𝑆𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑒𝑥𝑎𝑛𝑑𝑒𝑟

Lui esce,mi sbrigo a metterla e anche questa mi sta gigante.

«Ho fatto!»urlo per farmi sentire

Apre la porta e mi incita a camminare.
Scendiamo le scale,fino a quando dopo un bel pezzo di corridoio mi trovo davanti una porta a due ante,con pomelli dorati e rifiniti.
L'uomo che mi sta affianco bussa,sento dire avanti e capisco dal timbro di voce che è Alexander.

Appena varchiamo la soia,mi ci butta dentro senza un minimo di delicatezza per poi lasciarci soli.

Guardo questa stanza,capisco da subito che è uno studio,è molto bello e tenebroso,rispecchia il capo d'altronde.

Lui è girato verso il fuoco,indossa un completo nero.
A degli anelli alle dita,ancora non parla e ciò mi mette agitazione.

𝐀𝐋𝐄𝐗𝐀𝐍𝐃𝐄𝐑

«Apri le orecchie e ascolta perchè non mi ripeterò»
comincio mentre mi giro ad osservarla.
Quei due occhioni celesti e verdi mi guardano aspettando che io continui.
A i capelli sciolti e porta i miei vestiti.

Smetto di osservarla e vado verso la mia scrivania facendogli segno di sedersi,lei stranamente lo fa senza opporsi
«Domani andrai in uno dei bordelli per capire come funziona quel mondo,se provi a scappare o a fare qualsiasi cosa che mi dia fastidio rimpiangerai di essere venuta al mondo»dico guardandola freddo senza alcuna emozione

«Ma come ti permetti...»
sussurra guardando il pavimento
«Come cazzo ti permetti?!
Io non andrò da nessuna parte tranne che a casa mia,figuriamoci in un bordello,hai capito?!»dice
«Io ti odio,ti odio e ti odio e non smetterò mai.
Non sei nessuno per decidere della MIA vita.
Tua madre non ti ha insegnato a portare rispetto verso una donna?!
Ah aspetta,eri troppo impegnato a fare il piccolo mafioso,per ascoltarla,immagino sarà molto orgogliosa di te!»ho le mani che tremano,per l'impellente bisogno di farle male.

Non ci vedo più,mi alzo di scatto dalla sedia,velocemente,faccio il giro della scrivania e senza darle il tempo di capire,le do un ceffone che le fa voltare il viso dall'altra parte,dopodichè la prendo per le guance con una mano e la attacco alla porta.
Lei cerca di allontanarmi ma il suo corpo è completamente attaccato al mio.
Si ferma esausta,mentre cerca di non crollare piangendo.
Mi guarda con schifo e disprezzo.

«Non azzardarti MAI più a parlare di cose che non sai,perchè questo è solo una minuscola parte di quello che potrei farti!»

«глупая маленькая девочка!»
(stupida ragazzina)

A un certo punto il suo sguardo cambia e le sue guance diventano rosse.
Le nostre labbra sono molto vicine basterebbe un piccolo movimento per farle attaccare.
I nostri respiri si michiano e inconsapevolemente,entrambi, alterniamo lo sguardo tra occhi e labbra.
So che non è mai stata baciata o toccata da qualcuno,nel suo file c'era anche questo dettaglio.

Ho una maledetta voglia di baciare quelle labbra rosse a causa dei morsi.

Riesco a tornare lucido,mi stacco da lei,tornando alla mia postazione.

«Domani andrai lí,con te verrá Serjei.
Se proverai a scappare o a fare qualsiasi altra azione errata,ucciderò te e quello che rimane della tua inutile famiglia»

«Serjei!»urlo

La porta si apre ed entra il mio uomo osservando la ragazzina in modo perverso.
Vorrei prenderlo e spaccargli la faccia,ma mettendo in atto il mio autocontrollo,non faccio nulla

«Portala su e chiudila a chiave nella stanza»

«𝐷𝑎,Zar»

«если осмелишься прикоснуться к нему, не останется даже пепла»
(Se oserai toccarla,di te non rimarranno neanche le ceneri)

parlo in russo in modo che la ragazzina non capisca.
Mi guarda accigliato,ma non risponde perchè sa a cosa andrebbe incontro.

«𝐷𝑎,Zar»

Prende Amanda per il braccio e va via chiudendosi la porta alle spalle.

L'apparenza IngannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora