Capitolo 16

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𝐀𝐌𝐀𝐍𝐃𝐀

Comincio ad aprire gli occhi,vedo tutto sfocato.
Lentamente la vista si abitua e riesco a capire dove mi trovo.

«Non fare movimenti bruschi»
è la sua voce,la riconoscerei ovunque.
Provo a muovermi ma una fitta di dolore mi arriva fino al cervello.

Alzo lo sguardo e lui é lì seduto sulla sua poltrona,poco distante dal letto,non accenna a muoversi,mi guarda in modo glaciale e ciò mi mette in suggestione.
In più é a petto nudo con solo dei pantaloni neri della tuta.

«Per quanto ho dormito?»

«18 ore consecutive»

«Dannazione mi fa malissimo la testa e ho la gola secca»

Di fianco a me c'è il comodino con sopra una brocca d'acqua e un bicchiere.
Cerco di tirarmi su e avvicinarmi,ma per poco non cado dal letto e il dolore alle tempie e al corpo si amplifica.

«Cosa della frase:non fare movimenti bruschi non ti è chiaro»

Si alza,prende il bicchiere dove ha appena versato l'acqua e me lo porge.
Non mi lamento,lo prendo e comincio a bere.

«Dimmi cosa è successo»chiede e per poco non mi strozzo per la voce roca e bassa che utilizza

«Sai cosa è successo,quindi perchè me lo chiedi?!»

«Dimmi-cosa-è-successo»
scandisce le parole in un modo cosí odioso che se potessi mi alzerai e lo strangolerei

«Arrivo subito al punto senza fare giri di parole.
Quando siamo arrivati al bordello,si è avvicinato a me dicendomi che appena sarei stata diaponibile sarebbe stato il primo a salire sulla "giostra".
Con poca educazione e calma gli ho risposto che gli avrei tagliato le palle,per poi giocarci a golf,la stessa cosa sarebbe successa ai suoi occhi se si fosse azzardato a rivolgersi nuovamente a me in quel modo.
Le mie parole gli sono arrivate forte e chiaro cosí mi a portato in bagno e cominciato a toccare.
Cercava di stuparmi era palese.
Mi ribellavo,calci e pugni erano ciò che utilizzavo per difendermi,fino a che non sono riuscita e finalmente aggiungerei a colpirgli i genitali.
A quel punto mi sono liberata,ma si è subito ripreso e con qualcosa di duro credo il calcio della pistola mi ha dato una botta sulla parte posteriore della testa.
Sono caduta a terra e mentre provava a riavvicinarsi ho sentito urla e rumori forti poi un imprecazione ed infine tutto nero.
Ecco la mia versione.»

«Potevi stare zitta eppure la tua lingua lunga ce l'ha sempre vinta.»

«Certo ora è colpa mia se un tuo affiliato,è un maniaco pervertito»

«Non ho detto questo,quindi smettila di fare la vittima»

«Non sto cercando di fare la vittima lo sono.
Non ho la piú pallida idea di che razza di donne frequenti ma se ti aspetti che starò zitta in un angolino ti sbagli.
Neanche un tuo schiaffo potrà farmi stare in silenzio!
Se tu mi porti rispetto io te ne daró il doppio.
Funziona cosí con me,ricordalo»

Per tutto il tempo l'ho guardato negli occhi e quello che leggo sul suo volto è il nulla.
Il nulla piú totale.

«Anche se non dovrei chiedertelo lui che fine ha fatto?»

«E' morto.
Ora devi riposare per recuperare le forze,dopo tornerò a vedere come stai.
Se ti serve qualcosa suona quel tastino accanto al letto, Serena la mia governante, ti risponderà e verrà.
Tutto chiaro?»

«Si grazie»
ormai il mio sguardo trova piú interessanti le lenzuola

Non sento risposta,ma neanche la porta aprirsi.

Sento i suoi passi decisi avanzare verso di me,alza il mio viso con due dita.

«Lo faccio solo perchè i miei bordelli hanno una buona reputazione e le ragazze piene di lividi e ferite non allettano i clienti»

Non ho il tempo di formulare una risposta che lui è giá andato via

𝐀𝐋𝐄𝐗𝐀𝐍𝐃𝐄𝐑

Ho sottolineato la questione del bordello.
Lei è solo una ragazza che manderó in pasto ai leoni.
Doveva giá essere lí eppure tutto sembra andarmi contro,ora dovrá rimanere qui fino a che il suo stato non sará migliorato.

L'apparenza IngannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora