Nella nuova casa

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-Okay, noi siamo arrivati. A domani!- dice Alexa

Trent e Dylan ci salutano e se ne vanno. Noi ci troviamo davanti a una casa abbastanza grande, di color rosso carminio, con le finestre di un rosso più vivo. Non ci sono cancelli, nè recinzioni che ci separino dalla porta d' ingresso, dove c' è disegnato il muso di un gatto nero. Alexa si avvia verso la porta e mi fa cenno di seguirla. Tira fuori un mazzo di chiavi ne estrae la più grossa la infila nella serratura e la fa girare. La porta si apre e mi ritrovo davanti a un belllissimo salotto, con tv a plasma, divano a L in tessuto nero, il pavimento di legno, tappeti indiani e una libreria piuttosto grande, tanto da occupare buona parte della parete dov' è situata, nella parete adiacente a quella dove c' è la libreria è dipinta la frase: "A volte l' istinto risolve i problemi in una maniera che la logica non riuscirebbe mai ad eguagliare".

-Allora, questa è la mia casa e, fino a quando non comincerà il Tugend, sarà anche la tua.- esordisce Alexa

-Di qua c' è il bagno- mi porta fino alla porta che c' è nella parete dove ho visto la frase e la apre. Davanti a noi c' è un piccolo corridoio.

-Alla nostra destra...eccolo! Qui ti potrai fare una doccia in pace, o se preferisci nel bagno di sopra abbiamo una vasca.-

-No, una doccia andrà benissimo grazie-

-Perfetto, ti ho già preparato i vestiti. Fai pure con calma, quando hai finito ti mostro la casa-

-Ok, grazie Alexa-

Detto questo se ne va e chiude la porta che collega il corridoio con il salotto. Io entro in bagno e chiudo a chiave la porta. I vestiti sono appoggiati su un mobiletto accanto al lavabo. Aveva previsto che avrei scelto la doccia, intuitiva, una Gatta vera e propria.

Mi spoglio, mi tolgo la fasciatura ed entro in doccia, e lascio che l' acqua calda che scorre sul mio corpo porti via ogni pensiero negativo e mi lasci qualche momento di pace.

Esco dalla doccia e mi asciugo con delicatezza, stando attenta alle ferite che ho sulla spalla e ai vari ematomi che ho sul resto del corpo. Mi fascio la ferita alla spalla, che nel frattempo si è quasi completamente cicatrizzata, mi vesto e mi guardo nello specchio sopra il lavandino. Non si può dire che io sia brutta, sono abbastanza alta, ho i capelli castani e mossi, il viso con i lineamenti dolci, gli occhi azzurri. Ho un bel fisico, sono magra e ho un bel portamento.

I vestiti che mi ha dato Alexa mi stanno bene, dei leggins blu e una maglietta larga a maniche corte bianca con delle scritte davanti, con sopra una felpa con il cappuccio abbastanza larga dello stesso colore dei leggins con la scritta "What?" in bianco nel centro. E' esattamente il mio stile, è incredibile come i Gatti abbiano così sviluppata la virtù dell' istinto e dell' intuizione, non credo che un apprendente riuscirebbe mai a imparare veramente queste virtù, o perlomeno non sarebbe all'altezza di un Gatto vero e proprio. Esco dal bagno ed entro in salotto, dove c' è Alexa che sta guardando la TV.

-Oh, eccoti! Ti va di fare il giro della casa o sei troppo stanca?- mi chiede, evidentemente ha notato la mia espressione stanca e distrutta, ma ho comunque voglia di vedere la casa che mi ospiterà fino a quando cominceranno le prove del Tugend.

-Si, mi farebbe piacere vederla-

-Ok seguimi allora-

Alexa si dirige di nuovo verso la porta dietro la quale c' è il corridoio.

-Ah, se vuoi puoi usare parole meno sofisticate e più naturali con me eh- mi dice lei facendomi l' occhiolino. So che sta scherzando, ma ha ragione, se voglio crearmi una nuova vita qui ho bisogno di lasciare alle mie spalle quanta più freddezza possibile. E' arrivato il momento di tornare ad essere quanto più simile alla Isabel che ero prima della morte di mia madre. Ma un cambiamento così grande non lo si può affraontare da soli, e si ha bisogno di molto tempo. Per il momento potrei semplicemente comportarmi come fanno le persone normali quando fanno amicizia.

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