5. La carie

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Ebbene, quando Tim Burton ed il suo fidato collega scenografo ammirarono la magnifica creazione che avevano appena concluso, si resero subito conto di essere giunti al culmine delle proprie carriere. Quella casetta di dolciumi e gli alberi di cioccolata tutt'intorno erano la cosa più ammaliante ed intrigante che avessero mai visto. Le linee curve della costruzione con tutte le decorazioni di pasticceria tipicamente burtoniana stregavano l'occhio dell'inconsapevole osservatore. Ne rimasero rapiti; quelle nude stecche di cioccolata erano gli alberi del bosco che delimitavano, quasi proteggendola dalla malvagità del mondo circostante, il perimetro della casa. Essa era pericolosamente graziosa ed innocente, dalla sua porta sembravano provenire le parole: <<Vieni ingenua pecorella, entra! Varca la mia dolce soglia ed ammira il mio superbo e maestoso splendore inaudito!>>. Ma non con voce rassicurante, attraverso bensì subdola lingua di maliziosa lucertola erano esse pronunciate.

Cotanta meraviglia sprigionava la casa, talmente grande era la sua seducente aurea che i suoi creatori decisero di mostrarla all'umanità, rendendola visitabile. Appena venne aperta al pubblico, subito ottenne infatti grande successo. Ma esso poco a poco scemò e le vie che conducevano alla Creatura divennero buie. Dopo la morte di Tim Burton, i pellegrinaggi cessarono del tutto. I suoi figli, non apprezzando nulla del lavoro del padre, la chiusero ai visitatori e più se ne curarono. Nel suo tetro e fatiscente abbandono essa divenne decadente, i suoi vivaci colori sbiadirono e sprofondò in un degradante scatafascio. Ma nel proprio essere, la Casa aveva sviluppato un'anima, una coscienza e delle emozioni. E tra queste ultime erano la rabbia ed il rancore verso quelli che l'avevano abbandonata ad esserne l'unico pensiero, giorno e notte.

Così tramò vendetta.

Anni dopo la Creatura attendeva ancora, paziente, il momento in cui sfogare la propria ira; e quel giorno finalmente giunse.

Quando le ruspe arrivarono per abbatterla, nel mondo si aggiunse un male, un male che macchiava di nero i denti delle persone come a ricordo di torti commessi.

Così la Creatura morì, e quello era il suo regalo d'addio; la carie: cruccio per molti, fonte di guadagno per altri.

| Tutto ciò che riguarda Tim Burton, il suo collega scenografo ed i suoi figli è pura invenzione. Il coinvolgimento di queste persone nella nostra storia è paragonabile nelle sue funzioni a quello nelle fanfiction.|

Tim Burton, evidentemente non c'entra nulla con la carie, così come il suo fidatissimo amico scenografo e i suoi figli-ereditieri, essi non sono altro che una mera illusione, per tentare di giustificare la causa della presenza di un male talmente doloroso ed inspiegabile.

Dunque non incolpateli inutilmente, versando calde lacrime che sgorgano quasi fontana perpetua, richiamate dai vostri occhi a causa di un lecca-lecca gigante di troppo o in alternativa di un cioccolatino Wonka nel momento sbagliato...

Siate forti e vegliate sospirando amaramente, quantunque il dolore non è poi tanto diverso dal piacere...basta guardarlo a testa in giù.

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