Ciro
Siamo appena rientrati all'IPM e il senso di libertà che mi ha accompagnato per tutto il giorno sembra sparire improvvisamente una volta varcato quel cancello. Appena arrivato nella mia cella, mi fiondo sul davanzale della finestra pensando a quante cose sono cambiate e i rimorsi che mi mangiano vivo. Fisso la parete e noto la foto mia e di Francesco colui che ritenevo un fratello ma mi ha tradito. Una rabbia si fa in spazio in me, la stessa rabbia che provo ogni volta che ci penso. Mi alzo come una furia e inizio a rompere la prima cosa che mi capita sotto le mani, inizio a prendere a pugni il muro e vedo le mani piene di sangue ma non mi interessa; sono arrabbiato con me stesso per quello che ho fatto. All'improvviso vengono tirato indietro dal comandante e lo vedo che mi parla ma non lo ascolto, vero Venere guardarmi preoccupata sulla soglia del bagno.
Venere
Fisso Ciro sulla soglia del bagno, prima sembrava impazzito e ha iniziato a prendere a pugni il muro; una volta calmato lo vedo sedersi sulla sedia e fare dei respiri profondi, mi avvicino lentamente a lui mentre noto che il comandante ha lasciato la cella. <<È tutto apposto Ciro? >> <<No,nun è nu cazz appost Venere. A vita mij è signat p semb >> mentre dice queste parole lo vedo piangere. Lo stringo forte a me facendogli appoggiare la testa sul mio petto, lo sento piangere e tremare, si sta sfogando ed è un bene. Ho sempre pensato che Ciro si presenta come il freddo e spietato boss forte agli occhi di tutti ma nelle sue debolezza è fragile come un cristallo.