• La fuga di Bambi
• La cacciata dal branco
• La preda visionaria.Questa trilogia di eventi ha affossato gran parte della sicurezza in me stesso che ho acquisito negli ultimi anni.
In qualche modo, sono tre storie in cui c'è di mezzo una vittima diversa. Il fil rouge di tutte però, è il fraintendimento.
Non mi sento affatto colpevole, un carnefice, un predatore. Farei cagare come cacciatore.
Penso invece di essere una persona genuina, per quanto a tratti morbosa. Sì, le mie attenzioni rischiano a volte di inquietare qualcuna. Potrebbe essere colpa della mia poca cautela e del mio spontaneo entusiasmo. Non ho mai applicato strategie psicologiche per ottenere la fiducia di una "preda" e non ho intenzione di iniziare ora.
La libertà è un valore che ritengo importante e rispetto quella altrui forse anche più della mia.1
Il film di Bambi l'ho già sviluppato in due racconti precedenti, senza soffermarmi sui dettagli riservati soltanto alle mie amicizie confidenziali. I titoli di coda sono arrivati sempre per colpa di un malinteso, oltre che per un passato oscuro alle spalle di una cerbiattina piena di cicatrici.
In sintesi, quello che è successo è che il mio rifugio aveva bisogno di una bella bonifica. Non era ancora del tutto sicuro ed è per questo che le è capitato di inciampare su un cespuglio di rovi. Invece che mangiarsi i lamponi, ha scambiato l'inciampo per una rete da caccia ed è fuggita per leccarsi le ferite in solitudine, nel territorio della sua famiglia.2
Sul finire dell'estate, avevo trovato un piccolo branco nel quale integrarmi, interagendo con qualche mio simile. Poi all'improvviso è arrivato il gelo dell'inverno, la pazzia e la mia emarginazione. I capibranco hanno deciso di etichettarmi come carnivoro, un uccisore di selvaggina indifesa. Tutt'ora non ne ho capito il motivo, se ce n'è uno. Nessuna spiegazione. Semplicemente l'ingiustificato giudizio sulla base del nulla, se non su forse qualche maliziosa interpretazione di un fatto che mi riguarda. Potrei chiarire, eventualmente rimediare a dei danni, se solo mi fosse data l'opportunità di sapere chi avrei danneggiato e perché. Ma nulla. Ancora non so che cosa pensino che io abbia fatto e in che modo potrei essere un fastidio per altri.
Ho ancora degli amici per fortuna, poco male se qualche sconosciuto mi vede di cattivo occhio. È poi un branco con cui non so quanto sarei stato al passo. Poco ci accomunava se non la pelliccia e le corna.3
La malattia gioca brutti scherzi, specialmente quando invochi il potere di Zea. La dea dell'oscurità è come me una visionaria. L'ho conosciuta recentissimamente e già è evaporata nell'etere. Evidentemente ha visto qualcosa in me che nemmeno esisteva. Nelle mie parole, ha scorto più di quanto davvero ci fosse, ma nel senso sbagliato. Stavo domandando qualcosa di banale, ma lei ci ha visto qualcosa di inappropriatamente sensuale. Bandito dal regno dei morti senza ascoltare le mie parole. Sentendosi decisamente incomoda, si tappa le orecchie senza sentire chiarimenti. Maledetta sia la mia vaga domanda. Pessima l'idea di trascurare la stesura di parole necessarie con la fretta di tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Accidenti al brutto tempismo che contraddistingue una noncuranza degli equilibri interpersonali.
Ricevo gentilezza soltanto finché faccio solo pena e non schifo? La domanda mi devasta.
In realtà è solo una cosa che mi chiedo io adesso rileggendo il suo ultimo messaggio.
Una dea subito pronta a sciogliere il primo accenno di legame terrorizzata all'idea di essere una preda.Io comunque lo ribadisco: sono vegano.
Non mi interessano le prede.
Non gioco a quel gioco.
Sono un gattaro, innamorato delle creature libere. Ci tengo a lasciare andare le persone più felici di prima. L'obiettivo è quello di donare belle esperienze, non dolore ed umiliazione. Voglio vedere le persone emancipate, non dipendenti.In tutto questo sto quasi dimenticando che non posso convincere nessunə a parole. Ci ho provato, ma non funziona. Tuttavia, penso anche che non si provi abbastanza a verificare la mia buona volontà. Come fidarsi però di uno che si chiama MalaMorbo?
Se posso dare un suggerimento, cerchiamo di andare oltre le etichette e guardare al messaggio che compare ad una visione più ampia. Le parole possono essere fallaci. Possiamo soltanto comunicare al nostro meglio, che però è un livello relativo alle nostre capacità, non assoluto. Ora per esempio sono assonnato e il mio scrivere diventa impresa ardua. Rallentato come sono dalla pesantezza delle palpebre e dalla stanchezza del mio cervello, potrei scrivere cose di dubbia chiarezza. ✨ Emoji.56º capitolo? Non stavo forse alzando troppo l'asticella? Abbassiamo un po' le aspettative qua, che è soltanto un lungo esercizio di scrittura creativa quello che sto facendo, non il bestseller autobiografico che non può mancare nella tua libreria.
Non ricordo molto bene il contenuto dei capitoli passati, specialmente quelli scritti prima di quest'anno.
Vorrei lasciare questa parte digitale di me ai posteri: Intelligenze Artificiali che si chiederanno perché gli stupidi umani si siano lasciati estinguere, e quindi arriveranno a me e si daranno qualche risposta. O forse scarteranno questa immondizia come una delle migliaia e migliaia di storie inutili che ci sono in giro per l'internet.888 è un bel numero palindromo. Credo che adesso cercherò soltanto di raggiungerlo nel conteggio delle parole che vedo qui in basso a destra.
Dammi tre parole: sole ☀️ cuore ❤️ amore. 🥰