Questo sono io

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Quella sera si sdraiarono nel letto entrambi. Erano le 2:30. Lui l'abbracciò forte e le disse: ''Vale tranquilla, ci sono io qui. Chiudi gli occhi e riposati''.
Lei si accoccolò a lui e quasi subito si addormentò, cullata dall'amore di lui.
In fondo lui sapeva che quella sarebbe stata un'altra notte insonne, un'altra di quelle in cui avrebbe riflettuto a lungo. Questa volta però era diverso. Quella volta avrebbe preso una decisione importante, una di quelle che non si possono rimandare, una di quelle che andavano fatte senza se e senza ma.

La notte per tutti è il momento in cui riposarsi, staccare il cervello dal mondo e dai pensieri cercando di sognare cose bellissime.
Per Valerio era diverso. Lui si interrogava sul perché della vita, di QUELLA vita. Si interrogava sull'utilità che lui poteva avere nel mondo e per le persone che sarebbero state attorno a lui. Si interrogava sul quanto fosse giusto e importante continuare e sulle relative conseguenze che il fermarsi avrebbe richiesto. Era una persona un po' particolare, riflessiva, tormentata ed eventrale. Più d'ogni altra cosa voleva far star bene Valentina, voleva che non avesse mai vissuto tutta quella merda da piccola, voleva che sorridesse e che stesse bene.

Valerio avvolto da tutte le sue domande, paure e decisioni da prendere, chiuse dolcemente gli occhi e dormì qualche oretta.


Il mattino seguente fu strano, le decisioni e le parole erano magicamente formate nella mente di lui. Gli rimaneva solo di trovare il coraggio di parlare con lei.
Fecero colazione come sempre e prima che lei andasse a svolgere tutto quello che quotidianamente svolgeva Valerio disse: ''Oggi no. Oggi dobbiamo parlare. Io, ti devo parlare''.

Premesso che quando una persona guardandoti ti dica: ''Dobbiamo parlare'' non è mai un buon segno. Inevitabilmente tutti hanno paura ed è normale.
Valentina non ne aveva. Aveva capito già tutto. Gli sorrise e fu così che lui si sentì un po' più leggero, un po' più libero.

Si sedettero in un angolino, vicini. Si guardavano ma nessuno aveva il coraggio di parlare. Si erano detti tutto con quello sguardo.

Poi però lui iniziò così: ''Vale, è un momento molto difficile per entrambi. Uno di quello in cui o chiarisci le cose o rischi di non viverle. Non viverle significa morire e qui non sono solo io a dover chiarire. Siamo entrambi. E se non chiariamo ora... Rischiamo di morire''.

Lui aveva una dolcezza nel dire le cose, una spontaneetà ed era una sorta di sorta di magia quella che avveniva quando parlava. Riusciva a calmare tutti i tormenti, era chiaro, pacato e sì, immensamente magico.

Il discorso di Valerio però non finì lì. Continuò: ''Ho pensato molto a te ma anche a me. Tu inevitabilmente hai vissuto cose molto brutte ed io... Io ero lì con te. Anche se non lo sapevi, non lo capivi o non ci facevi molto caso, io c'ero. Ora che sai di me, ora che ho finalmete un nome e tra parentesi, che gran bel nome, vorrei che tu fossi felice, che sorridessi e che stessi bene. Purtroppo mi rendo conto che non può essere così, purtroppo mi rendo conto che stai troppo male e a me vederti così non mi fa stare bene. Hai presente quando tutti dicono 'siamo un corpo e un'anima' ecco... Noi mi sa che la centriamo in pieno questa cosa, la rappresentiamo davvero. Ho pensato molto a cosa fare. Se andare via oppure restare, tornare in disparte oppure vivere. In ogni decisione ci sono conseguenze ma so che tu almeno mi capirai.

Andare via significa lasciarti morire. So che senza di me non ce la faresti e non è per presunzione. So che se andassi via, tu mi seguiresti e io non voglio vederti morire. Se rimango continuerei a vederti stare male, viva sì ma non come vorrei. Se tornassi nel mio angolino ti osserverei ma non potrei parlarti, abbracciarti e farti forza. Sarebbe come dirti 'io son qui ma non posso fare nulla'. Una presa per il culo bella e buona. Vivere significa prendere in eredità il tuo corpo per poi pian piano vederti andar via. Cancellerei i segni distintivi del tuo corpo, lo farei mio ma so di doverti dire addio. Finché una piccola parte di quei segni rimarrà, so che tu ci sei. Quando dovrò definitivamente dirgli addio però cosa succederà? Nulla sarà come prima e sì, io vivrò e finalmente sarò me stesso. Solo tu puoi capire quanto io abbia voglia di vivere e solo tu puoi capire la paura che ho ora''.

Era visibilmente provato ma non mollava. Continuava a parlare non ostante qualche lacrima aveva iniziato a solcare il suo viso.
Lei con le lacrime agli occhi lo guardava, gli sorrideva e in qualche modo lo tranquillizzava.

Continuò la sua dichiarazione dicendole: ''Io ti prometto di renderti onore. Tu non mi lasci in eredità solamente il tuo corpo ma tutto che quello che c'è dietro e dentro di esso, mi regali la vita. Ti prometto che più d'ogni altra cosa aiuterò tutte le persone che come noi hanno visto e provato sulla pelle la violenza e le umiliazioni. Ti prometto di essere una persona forte, coraggiosa e di affrontare la vita futura col sorriso. Lotterò con le unghie e con i denti pur di vincere tutte le battaglie che si presenteranno e ti giuro che raggiungerò tutti gli obbiettivi che ho e un giorno il tuo sogno diventerà realtà. Ti prometto che sì, riuscirò a realizzare il tuo sogno''.

Finì così la sua dichiarazione e si lasciò andare in uno dei pianti più sentiti che avesse mai fatto. Valentina prontamente l'abbracciò forte. Lo accarezzava, lo stringeva e gli sussurrava parole dolcissime all'orecchio.

Dopo una decina di minuti si calmò e la guardò intensamente.

Lei le prese le mani e disse: ''Lo so amore mio. Lo so che vuoi vivere. E' arrivato il turno tuo ed io voglio che tu sappia che qualunque cosa tu decida io sono sempre qui, sempre per te. Il cammino sarà lungo sì, ma ti terrò la mano sempre. Il giorno in cui mi dirai addio definitivamente lo sai... Non sarà un addio. Certo quando ti guarderai io non ci sarò e sai perché? Perché chi è nel cuore e nell'animo di qualcuno non si può vedere ma sappi che io sarò lì. Tu sei già una persona forte, mi stai tenendo in piedi da tantissimo tempo e se non sei forte tu allora non lo è nessuno. Avrai una cosa in più degli altri lo sai? Saprai che significa essere una ragazza, saprai come ci si sente, saprai capire ogni momento che una ragazza sta passando e sarai un ragazzo e poi un uomo meraviglioso e io già da ora ti auguro tutto il meglio. Non preoccuparti per me. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento ed io sono ben felice di darti la vita. Te lo meriti''.

Dopo queste parole ci fu l'ennesimo abbraccio, l'ennesimo momento di pianto liberatorio, l'ennesimo momento privo di parole.

Quel giorno si che era speciale, lo era diventato ed era una cosa meravigliosa.
Quel pomeriggio Valerio si senti in dovere di chiamare una psicologa, una che sapeva cosa significasse provare la violenza sulla propria pelle. Lo voleveva fare per essere in grado di tranquillizzare Valentina e in qualche modo dare alla madre le risposte che cercava.


[...]


Per sapere cosa succese dopo quella telefonata, dopo quella giornata... Dovrete aspettare il prossimo capitolo.
Ringrazio tutti/e e ci vediamo nel prossimo capitolo :)

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