Ogni persona nella sua vita affronta alti e bassi, momenti più gioiosi e momenti talmente brutti che ti portano vicino a un baratro buio, freddo e disgustoso. Così come tutti, anche io ho avuto i miei.
Sapete, spesso soprattutto le mamme, fin da piccoli e soprattutto ai più timidi dicono "Devi tirare fuori quello che hai dentro, altrimenti poi stai male. Se non parli delle tue emozioni poi esplodi e stai ancora più male". Ecco! Questo è quello che mi ripeteva sempre mia mamma, sempre, fino a quel fatidico giorno.
Quel giorno mi svegliai con le migliori intenzioni, ero tranquillo, sereno. Sono uscito di casa e sempre di più ho sentito quel senso di oppressione, di inquetudine fino ad un momento preciso. Il momento in cui stavo aspettando il treno e mi dissi "Se mi buttassi sotto questo treno? Manca un minuto al suo arrivo. Ma se poi rallenta?" e poi ancora per strada con le macchine mentre aspettavo il bus pensavo "Che succede se corro in mezzo la strada e mi faccio investire?". Erano pensieri forti, oppressivi ma non ostante questo, non so per quale grazia divina, riuscii a non fare nulla di pericoloso. Era chiaro però che non potevo fare finta di nulla.
E' difficile spiegare il perché la mia mente abbia reagito in quel modo. Semplicemente però è chiaro che, una serie di cose trattenute e all'apparenza innocenti, erano finite con il devastarmi l'anima, dentro. Ero stanco, stanco di fingere di essere chi non ero e fingere di amare chi nemmeno guardavo. Ero stanco di dover sorridere anche se stavo male. Ero stanco di essere forte quando avrei solo voluto piangere. Ero stanco di dover dare sempre spiegazioni agli altri. Ero stanco semplicemente di tutto. Mi sentivo completamente inutile.
Ci sono volute delle ore perché io riprendessi appieno il controllo di me stesso, delle mie emozioni e a quel punto, paradossalmente, è stato ancora più difficile pensare.
Rispetto i pensieri della mattina mi sono sentito male, ho pianto e mi sono sentito in colpa perché solo in quel momento ho capito quanto io fossi vicino a quel baratro. Mi sono reso conto che l'insieme di quelle tante piccole cose, era diventato come una bomba ad orologeria e non potevo più fare finta di nulla o prendere tempo.Avevo il dovere verso la mia persona di affrontare quelle cose, di parlarne, di piangerle se necessario ma in ogni modo, di tirarle fuori. Avrei deciso io i tempi, i modi e la persona con la quale avrei condiviso quelle cose ma non permisi a me stesso di rimandare questa cosa. Non potevo più rimandare nulla.
Seppur consapevole del fatto che questo sia un capitolo super brevissimo, vorrei dire due cose: Non è stato sicuramente facile scriverlo per ovvi motivi. Ci ho messo un pochino di tempo per scriverlo. E poi vorrei dire che essendosi le cose un pochino calmate, a breve uscirà il nuovo capitolo.Vi voglio bene
ValeRio_Monkey
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The Story Of My Life
AcakQuesta è una storia vera. Riguarda una vita divisa a metà e la difficoltà che alle volte c'è nell'esser se stessi. Una cosa è certa, nella vita solo chi si dimostra forte ha il coraggio di vivere se stesso e la propria vita col sorriso.