Se mi venisse chiesto, quali siano le mie paure più grandi, risponderei elencando tre cose: Le fini, gli inizi e le attese.
Inutile spiegare perché io non vada molto d'accordo con le fini di qualcosa. Ritengo ci siano due tipi di fini: quelle che segnano capitoli importanti della tua vita e che chiudendosi permettono l'apertura di nuovi orizzonti, sfide e traguardi. E poi vi sono quelle che, segnano la fine di qualcosa che purtroppo fa male. E può riguardare l'amore, l'amicizia o la fine di una vita. Ecco... E' questo tipo di fine, così definitiva, che mi spaventa.
Gli inizi, invece, mi spaventano perché non si sa mai dove si arriva. Non avere il controllo delle cose gestibili, mi mette ansia. L'ansia come... Il mio primo colloquio con la psichiatra che mi avrebbe affidato a una persona della sua equipe.
Quel giorno mi svegliai apparentemente tranquillo, le mie azioni erano però rallentate. La mia mente diceva di avere tempo, di essere in tempo, di non avere fretta... Persi l'autobus giusto perché "ero in tempo".
Arrivato nella struttura il mio cuore iniziò ad agitarsi e più arrivavo alla mia destinazione, più lui non voleva saperne di starsene buono.Dopo lunghi corridoi e infinite scale arrivai, chiesi gentilmente informazioni riguardo il mio appuntamento e... Non mi trovarono nell'elenco! Spiegai bene dunque la questione e la telefonata ricevuta dalla dottoressa in questione e mi dissero "attendi in sala d'attesa". Frase normale, di persone normali a persone normali e con nessun problema di ansia e che a me, non ha affatto aiutato a controllare la mia emotività. Sapere che per loro quasi non esistevo (giacché nemmeno mi trovavano nella lista pazienti) faceva nascere in me la voglia di scappare e la domanda "che ci faccio qui?".
Dopo una buona decina di minuti arriva una dottoressa e fa il mio nome, ci presentiamo e mi dice di compilare dei moduli in accettazione e che lei sarebbe tornata poco dopo. Feci tutto ciò che mi disse e tornai ad aspettare. Questa volta più rincuorato e tranquillo per il fatto di conoscere il volto della persona con cui avrei parlato. Tornò e andammo nella sua stanza, ci conoscemmo, parlammo a grandissime linee della mia vita, della famiglia e delle cose che amavo fare. Poi mi disse che ci saremmo visti altre due volte e avremmo fatto i test, poi con tutti gli appunti e i risultati dei test si sarebbe confrontata con la sua equipe e avrebbero scelto il terapeuta più adatto a me.
Sembrava una persona aperta e socievole e soprattutto non avevo l'impressione di essere giudicato ma semplicemente ascoltato.Arrivarono poi anche gli attesi test. Tutti sono spaventati dai test, io ero abbastanza tranquillo o per lo meno non mi metteva ansia scrivere ma parlare.
La differenza di quelle due settimane era che nelle due sedute, oltre a me e alla dottoressa che avevo già conosciuto, vi era un ragazzo, un dottore, che la prima seduta l'ha passata ad osservarmi, nella seconda abbiamo parlato molto di più. Quella piccola differenza mi metteva ansia, ovvero... Una persona che mi guarda senza parlare, di base, mi mette molta ansia e poi sinceramente se ci sono due persone oltre me, io, non so chi guardare mentre parlo e mi impanico e credo che la dottoressa (e non solo lei) se ne sia accorta!
Disagi di questo tipo a parte, ho cercato di parlare il più possibile delle tre cose fondamentali di me:
- Il passato: che torna prepotente tutte le volte che cerco di avere rapporti umani, che mi blocca quando amo, che mi fa allontanare dalle persone.- L'omosessualità: che non è ad oggi per me una cosa brutta come lo era qualche anno fa e l'idea di amare una donna, non mi spaventa. Ovvero, non è il sentimento a spaventarmi ma il rapporto in se per se (lo so, lo so...Sono una persona strana e complicata).
- La transessualità: che riguarda il mio sentirmi uomo, Valerio.
Nell'ultima seduta, mi hanno chiamato Valerio alla fine e sono felice... Di tante cose e di me stesso in primis.
Questo era l'ultimo capitolo della "serie" A Piccoli Passi. Presto arriverà anche il nuovissimo capitolo e sarà aggiornata (per chi la segue) anche l'altra storia Simili.Un bacione e buona estate a tutti ragazzi :)
ValeRio_Monkey
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The Story Of My Life
RandomQuesta è una storia vera. Riguarda una vita divisa a metà e la difficoltà che alle volte c'è nell'esser se stessi. Una cosa è certa, nella vita solo chi si dimostra forte ha il coraggio di vivere se stesso e la propria vita col sorriso.