Se c'è una cosa che Manuel non ha mai provato, è la gelosia.
Questo sentimento che provano tantissime persone, ma che per lui è sconosciuto.
Di solito i bambini da piccoli sono molto gelosi delle proprie madri, ma lui no. Non è mai stato geloso nemmeno di Chicca o di Alice, quando stavano insieme. Quando però vede Simone fuori da scuola con un ragazzo che non conosce, allora, forse, per la prima volta capisce cosa sia.
Manuel e Simone non si parlano da 13 giorni e 14 ore. Da quando il più piccolo è tornato da Glasgow non si sono detti una parola; Manuel deve ancora trovare il coraggio per scusarsi e confessare di aver detto un sacco di stronzate, tipo che non prova nulla per lui.
Accettare di essere innamorato di un ragazzo era stato facile, non quanto capirlo però. Si era convinto per mesi che i battiti che il suo cuore mancava quando c'era Simone fossero normali, che era ovvio che l'unica persona di cui gli importasse qualcosa era lui, che non volesse parlare con nessun altro.
Ma quando era partito, quando era stato costretto a stare lontano da lui per due settimane, aveva capito cosa significasse davvero non riuscire a respirare, non essere interessato a niente. Aveva passato tutto il tempo con la sua chat aperta, a sperare che gli scrivesse qualunque cosa: anche un vaffanculo sarebbe andato bene, pur di avere la certezza che almeno avesse pensato a lui, ma non era successo. Non era mai successo, e ora nemmeno lo degnava di uno sguardo.
E ora, c'era un altro. E quello che più lo faceva incazzare, era che lui non aveva alcun diritto. Non aveva il diritto di starci di merda, di pensare continuamente a chi cazzo fosse quel tipo alto e biondo, non aveva il diritto di essere innamorato di Simone quando avrebbe potuto averlo, sarebbe potuto essere felice. Perchè tutte le volte che ha qualcosa di bello deve rovinarlo? Perchè deve per forza rovinarsi la vita con le sue mani? Ma soprattutto, perchè non mi guardi Simone?. Gli sarebbe bastato uno sguardo, uno solo, un solo secondo per annegare nello splendore dei suoi occhi, solo per ricordarsi com'era essere felici.
Era solo la terza ora e già aveva passato tutto il tempo a guardarlo. Ad imprimersi nella memoria tutti i dettagli che riusciva a cogliere, anche se pensava fosse impossibile dimenticarsene. Era così tanto tempo che Simone non gli sorrideva: gli erano sempre piaciuti i suoi sorrisi, gli riscaldavano il cuore.
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Simone, invece, lo guardava. Lo guardava quando Manuel non se ne accorgeva. Passava ore ad osservarlo. Era diventato un esperto nel non farsi vedere, eppure si malediceva ogni volta perché non gli sarebbe dovuto importare. C'era Enrico, perdutamente cotto di lui, ma non ci riusciva proprio a dimenticarlo.
Non parlavano da 13 giorni e 16 ore, e per 543 volte era stato sul punto di mandare tutto a fanculo e tornare almeno a quello che avevano prima, ma non gli basta più. Simone non vuole le briciole, lui lo vuole tutto Manuel. Vuole le cose belle e quelle brutte, vuole i sorrisi e i pianti, i giorni e le notti. Ma non può avere niente, perché Manuel tutte quelle cose non le vuole con lui.
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Quello, chiunque fosse, era andato a prenderlo a scuola. Il suo motorino da ricco stronzo e due caschi alla mano. Vede il suo Simone sederglisi dietro e prendergli la vita tra le mani, come faceva con lui. Li vede sorridersi, come facevano loro, e poi vede la moto sfrecciare verso chissà dove, e improvvisamente si rende conto che così non gli va bene, non gli va bene per un cazzo.
Quella sera sa esattamente dove trovarlo: non sa come, ma lo sa. Lo vede con le spalle contro l'albero di fronte al torrente dove si vedevano sempre, una canna presa chissà dove tra le labbra e lo sguardo perso. Non si accorge di lui fino a quando non gli si siede accanto.
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La gelosia è un puntino invisibile
RomanceLa gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre. E Manuel lo sa bene.