"Lizzie, come ti senti?", la voce di Xander era un sussurro.
Anche lui sembrava essere uscito scosso dallo scontro con Evan. Portava una pesante fasciatura steccata al busto che gli impediva di muoversi agilmente e fino a quando non fosse guarito era impossibile trasformarsi di nuovo in lupo, senza rischiare di rendere permanenti i danni.
Quando lei non si mosse, Xander si sedette sul pavimento, non senza farsi sfuggire un gemito di dolore per le costole danneggiate, e attese l'alba, come ogni notte, da quasi due settimane.
Si limitava a farle compagnia in questo modo, nella speranza che un giorno lei l'avrebbe perdonato.
Era tutta colpa sua se Lizzie era stata rapita. Quando il legame si era spezzato per la seconda volta, Xander aveva perso la testa. Si era trasformato in lupo e aveva corso fino al bosco.
Si era arrabbiato con lei perché permetteva a Ottavius di infliggere a loro quel dolore e non aveva mantenuto la promessa, non era là quando Lizzie era uscita dalla scuola.
Non era lì quando l'avevano presa.
Posò lo sguardo sul profilo di lei, sulla schiena, i capelli sciolti sul cuscino e desiderò di poterla stringere a sé. Lizzie però non lo guardava più, nonostante il loro legame lei riusciva a tenersi lontana. Quanto si stava forzando per rimanere fredda alla sua presenza? Non soffriva come soffriva lui? Quel pensiero lo gettò nella più nera disperazione! Avrebbe voluto spezzare quel legame a morsi, spargerne i resti nel bosco e poi uccidersi, nel modo più doloroso.
Tutto pur di non vivere in quel modo! Lontani era una agonia indicibile, sapere che forse lei soffriva di più era qualcosa che non lo faceva respirare.
Una timida alba preannuncio il suo arrivo tingendo il cielo di rosa e Xander si alzò, pronto a lasciarla, a incominciare un altro giorno nel suo inferno personale.
Lizzie si mosse sul letto e si girò verso di lui per la prima volta dopo giorni.
Allungò un braccio verso di lui e aprì la bocca per parlare, ma boccheggiò e tossì. Xander le fu subito accanto, preoccupato. Il sollievo di vedere il suo volto era mescolato alla paura che lo volesse cacciare via per sempre.
"Piccola, sei già sveglia? È presto" le disse con voce tremante.
Lizzie gli strinse il braccio e provò a trascinarlo verso il letto, ma Xander si bloccò, indicando il letto.
"Non posso Lizzie" disse sofferente, "La runa" spiegò.
Lizzie si bloccò, senza capire, poi si raddrizzò meglio a letto e cercando di non cadere per il peso del gesso sollevò il lembo della coperta, che arrivava fino al pavimento.
Xander vide che il legno era stato danneggiato, e parte delle assi erano mancanti. La runa, così ridotta, non aveva alcun potere. Lizzie, tutta china con la testa verso giù, allungò il braccio buono e dalle profondità sotto al letto tirò fuori un piccolo martello.
Xander lo prese e la aiutò a raddrizzarsi, stupefatto. Aveva distrutto la runa da sola, con il braccio rotto?
Lizzie stava adesso piangendo e gli aveva di nuovo preso il braccio, tirandolo verso di sé.
Xander non fece più nessuna resistenza e infilandosi sotto la coperta la prese delicatamente tra le braccia. Quel semplice contatto li mandò entrambi in estasi, dopo giorni di lontananza.
Come due assetati che arrivati alla fonte bevono senza neanche sentire il sapore, le loro mani si cercavano e si stringevano, i corpi stretti, il viso di lei nell'incavo del collo di lui.
Quando la luce fu alta Xander riemerse dalla nebbia di quel desiderio assordante. Lizzie stava ancora piangendo silenziosamente e lui capì cosa la turbava.
È un addio.
Lizzie gli diede un lungo bacio, ma lui non riusci a ricambiare. Un terrore cieco l'aveva pervaso e non voleva muoversi. Poi lei parlò, con voce rauca e tirata. Ogni parola le costava uno sforzo considerevole.
"Domani parto. Torno in college" disse e allungò una mano per accarezzare la guancia di lui.
Xander reagì come in un sogno, "No! Non puoi!" disse.
Lizzie si alzò e prese da una sedia un vecchia coperta con il quale si coprì le spalle, nonostante la giornata già calda al mattino.
"Sono felice di averti conosciuto, Xander" disse ancora, con un sorriso triste.
Xander si alzò e girando attorno al letto la prese tra le braccia, "Non puoi andare! Il nostro legame ci distruggerà!" disse prima di correggersi, "Mi distruggerà!"
Lizzie sorrise più convinta e gli diede un lungo bacio. Xander la strinse a sé, tremante.
Come poteva rinunciare a quello? A loro? Come riusciva anche solo a pensare che quella non fosse la sola possibilità?
Quando si staccarono Lizzie fece qualche passo indietro. La separazione fisica le sembrava l'unica cosa, al momento, che potesse aiutarla a non cedere. Aveva pensato a lungo a quel momento e con un solo errore e lei sarebbe stata per sempre intrappolata in quella vita. Non doveva cedere.
"Chiederò a Ottavius una nuova runa di protezione" disse, sapendo perfettamente il dolore che gli avrebbe inflitto, "E questa volta sarà per sempre".
"Come puoi dire queste cose?" gemette lui.
Il grande alpha ridotto a piangere davanti alla sua compagna. Ecco cosa faceva quel maledetto legame, pensò Lizzie. Sarebbero stati meglio entrambi senza.
"Ti abituerai" rispose, ignorando la domanda, "e potrai rifarti una vita con qualcun altro senza pensare a me."
Xander le afferrò il braccio, "No! Lizzie! Io non capisco! Non capisco le tue parole! Che cosa stai dicendo?"
Lizzie si svincolò e aprì la porta della sua stanza, "Un giorno tutto questo sarà un ricordo. Aspetto con ansia quel momento, ma non posso.." si portò una mano alla gola, boccheggiando, "Non.. non posso farti aspettare fino ad allora."
Quindi uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Xander rimase un tempo infinito a fissare la porta. L'intero corpo si rifiutava di muoversi, anche se stava urlando. Tutto urlava e scalciava e gemeva dentro di lui, ma il corpo era fermo, immobile, impassibile.
Un colpo al piano di sotto lo fece sussultare. Qualcuno aveva sbattuto lo sportello di un mobile.
Allora si mosse, come un morto che vede il sole con occhi ciechi dopo secoli al buio della tomba.
Uscì dalla finestra e si trasformò. Le costole mandarono fitte di dolore acuto e Xander accolse quel dolore come un amico, qualcuno con cui fare pratica, prima che un altro dolore arrivasse a bucargli il cuore. Prima che lei morisse di nuovo.

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Il legame tra di noi
WerewolfElisabeth Thompson è una ragazza che ha lasciato la sua cittadina per andare a studiare in un college lontano. Adesso è tornata a casa per le vacanze estive, ma qualcosa è cambiato nella sua vecchia città. Cosa succede quando il fantastico entra nel...